Inviato via mail – 30/12/2015 – Parrocchetto dal collare selvatico
Ciao Maria, io e il mio compagno abbiamo preso un parrocchetto dal collare di 4-5 mesi circa due settimane fa.
Il parrocchetto non è stato allevato a mano ed è estremamente diffidente.Stiamo provando a dargli fiducia con un bastoncino da gioco che inseriamo nella gabbia, nel momento che ci sale gli diamo della frutta fresca di premio, ma oltre a questo non abbiamo ottenuto altri risultati. È impossibile mettere la mano nella gabbia perché inizia a svolazzare come un pazzo; inoltre sembra restio pure a farsi il bagnetto, abbiamo notato che da due tre giorni si strappava le piume col becco, sospettando si sentisse sporco gli abbiamo spruzzato un po’ di acqua addosso e messo poi un prodotto contro parassiti e anti-lesionismo.
Stavamo pensando di tagliargli le ali per provare a farlo uscire, ma non riesco a trovare un veterinario a Londra che lo faccia (viviamo a Londra).
Hai consigli da darci per prendere fiducia e per arrivare a farlo mangiare sulla mano e soprattutto a farlo uscire dalla gabbia??Grazie, Alessandra e Davide.
Ciao Alessandra e Davide, benvenuti nel mio blog. Partiamo da una fondamentale premessa: il parrocchetto dal collare non è stato allevato a mano, quindi il suo comportamento selvatico è assolutamente normale.
È naturale che se viene introdotta una mano nella sua gabbia lui svolazzi in preda al panico: non riconosce la figura umana come un suo simile, e se questa specie è già molto diffidente e schiva da allevata a mano, figuriamoci se allevata dai genitori naturali. Detto ciò, non va fatta alcuna forzatura nei suoi riguardi. Sconsiglio nella maniera più assoluta il taglio delle remiganti, in quanto è una forma di violenza fisica e psicologica che viene fatta a un soggetto, e non mi sorprende che non trovate nessun veterinario disposto a farlo. Tagliargli le remiganti significa privarlo dell’unica difesa che ha contro una minaccia: il volo. Questo gli genererebbe frustrazione e depressione, e svilupperebbe, come già mi sembra di capire stia facendo in fase iniziale, sindrome da auto-deplumazione. Essendo un soggetto selvatico, costretto a stare da solo (sono animali fortemente sociali) è possibile che, benché giovane, inizi a soffrire per la mancanza di un suo simile; in più vive i vostri tentativi di addomesticamento, come una continua minaccia. Quello che suggerisco, è di non forzarlo a comportarsi come un soggetto imprintato, se non lo è. Questo non significa non tentare di conquistarsi la sua fiducia, ma sono proprio le forzature a comprometterla. Niente mani introdotte dentro la gabbia. Il bastoncino può essere un buon ”ponte” tra lui e voi, e va bene premiarlo. Continuate con questo rinforzo positivo. Potete provare a offrire cibo dalle mani ma fuori dalla gabbia, giusto perché col tempo comprenda che le vostre mani non sono una minaccia. Ma tagliare le remiganti pur di tenerlo fuori e impedirgli di fuggire non va fatto.
Maria
Inviato via mail – 25/12/2015 – Parrocchetto dal collare allevato a mano
Salve ,questa domenica vado a prendere un parrocchetto dal collare di 4 mesi allevato a mano. Chiamando l’allevatore mi ha detto che è abituato a magiare i semi per parrocchetti mentre io vorrei insegnargli a magiare gli “estrusi” per parrocchetti. Non saprei come fare. Ho avuto un lori dal bavaglio di 2 mesi allevato a mano: dal primo giorno che l’ho preso era un coccolone, purtroppo 2 settimane fa ha avuto un infarto. I lori sono pappagalli australiani e quindi molto docili. Lo so che i parrocchetti sono piuttosto freddi però lei pensa che potrebbe essere docile? Grazie
Ciao, non dovrebbe essere difficile abituare un giovane parrocchetto dal collare all’estruso. Inizia subito però, appena lo porterai a casa. E integra comunque con frutta e verdura fresca tutti i giorni. Come specie è tendenzialmente molto diffidente e schiva, ma essendo molto giovane, e se manterrai un contatto fisico costante, dedicando giornalmente del tempo solo per lui, sarà un soggetto docile e probabilmente si legherà a una persona in particolare.
Ciao, Maria
Ciao Maria ho già preso il parrocchetto però è molto spaventato come faccio a non fargli avere paura di me? Non becca per niente, ha 4 mesi allevato a mano.
Ciao, è una reazione normale avendo cambiato repentinamente ambiente, trovando un contesto nuovo e persone a lui sconosciute. Dagli tempo e avvicinati a lui senza forzature, rispetta i suoi tempi, lascia che esca dalla gabbia spontaneamente e prova a proporre del cibo gradito con le mani. Col tempo e la pazienza ti conquisterai la sua fiducia.
Maria
Inviato via mail – 16/12/2015 – Parrocchetto dal collare, convivenza.
Ciao Maria, ti scrivo per avere qualche consiglio in merito al mio prossimo acquisto. In pratica ho un lutino bellissimo di inseparabile allevato da me a mano, è innamorato della mia famiglia gioca sta sempre con noi dorme sul divano con mio padre, è uno spettacolo.
Io però da amante di vari esemplari volevo prendere un parrocchetto dal collarino di 3 mesi da un allevatore, però ho paura di far ingelosire il mio inseparabile oppure di creare ostilità tra i due. Da premettere che il mio inseparabile sta sempre fuori gabbia con noi gira la casa conosce ogni angolo, in pratica ho paura che possa fare del male alla mia Polly dato il carattere un po’ particolare del parrocchetto e dato il fatto che non conosco come si comporta dato che non l’ho allevato io.
Ti faccio questa domanda perché da me starebbe spesso fuori anche il parrocchetto. Grazie in anticipo Maria.
Ciao, capisco i tuoi dubbi, ma conoscendo il proverbiale carattere territoriale degli inseparabili, io mi preoccuperei più per il collare…
Vedi, il tuo inseparabile lo vedi così docile e coccolone perché è stato allevato a mano da solo, senza conspecifici; ma la loro natura, a dispetto della loro apparente bontà, è tutt’altro che docile, ma anzi, estremamente territoriale e aggressiva. In particolare i soggetti femmina. E questo si slatentizza non appena in casa arrivano degli antagonisti, degli “invasori”. Naturalmente non sto dicendo che è matematico che sia così, ma conoscendo il carattere di entrambe le specie, vedrei più l’inseparabile come aggressore, dello schivo e diffidente parrocchetto dal collare.
Quello che ti suggerisco è di osservarli nella loro interazione all’esterno, e vigilare attentamente su di loro, soprattutto nei primi tempi, finché non escludi eventuali rappresaglie. Maria.
Inviato via mail – Richiesta adozione
Salve Maria, ho appena pubblicato un mio commento nel vostro bellissimo forum, mi chiamo Margherita, abito a Viterbo e vorrei trovare una sistemazione per i due inseparabili, perché come ho scritto, sono incompatibili con gli uccellini più piccoli che ho in casa. Vi mando alcune foto, sono molto belli e soprattutto sani. Aspetto un cenno di conferma. Grazie Margherita.
Ciao Margherita. L’unica cosa che posso suggerirti, è mettere un’inserzione su un sito preposto agli annunci, nella tua zona…
Il nostro sito, come il mio blog, si occupa di divulgazione sulla conoscenza e corretta gestione dei pappagalli. Perciò individua un sito dedicato agli annunci nella tua zona e specifica che li cedi a titolo gratuito. Ciao, Maria.
Inviato via mail – 25/11/2015 – Pappagalli e smalto
Ciao Maria. Mi chiamo Claudia e volevo farti i complimenti per la chiarezza e la semplicità con cui spieghi le cose. Da un po’ di tempo io e la mia famiglia abbiamo deciso di prendere un inseparabile, veramente siamo arrivati a tre. Piumosa ha quasi 3 mesi e l’ho presa che aveva 20 gg, gli altri due sono pulli e li adoro. Ho solo un piccolo problema. Sembra che piumosa non ami la ricostruzione alle unghie. Io ho le unghie ricostruite e niente da fare, né colorate ne lunghe… Sulla mia spalla è adorabile, mi segue ovunque… Mi da i bacini, ma come mi avvicino con le mani prende e mi becca… Forte ma forte. Ma è colpa delle unghie….????? Mi ci sto’ arrovellando il cervello. Se puoi dirmi qualcosa te ne sarei grata. Grazie di cuore.
Ciao Claudia, grazie per le belle parole, e grazie in particolare al quesito che mi poni, perché mi da l’opportunità di spiegare un aspetto molto importante, che riguarda tutti i pappagalli a prescindere dalle specie.
Il senso della vista nel pappagallo è sviluppatissimo, e paragonato alla gamma dei colori percepibili dall’occhio umano, è sorprendente. I loro occhi assorbono la luce ultravioletta e questo li consente di percepire una gamma di colori assolutamente impercepibile all’occhio umano. Ti basti pensare che i due sessi nei pappagalli, percepiti dall’occhio umano come identici nel cromatismo, non è affatto così ai loro occhi. Ne consegue che una sensibilità alla gamma cromatica così spiccata, unita poi alla percezione della nostra mano, come molto luminosa, li rende particolarmente suscettibili e nervosi nei confronti delle unghie colorate! Tutti i pappagalli, e non solo gli inseparabili, non tollerano unghie lunghe e smaltate, ricostruite e decorate…
Immagina dal loro punto di vista, come può essere percepita una mano che si fionda su di loro con unghie dai colori inquietanti (per loro)… !
Incontro moltissime persone che mi riferiscono questa reazione aggressiva verso le unghie variopinte, e non è un caso se osservi le mie mani nelle foto, che le mie unghie siano prive di smalto… Quindi il tuo quesito mi da l’opportunità di fare chiarezza su questo concetto che non viene tenuto in considerazione dalle persone, ma che tuttavia è molto importante per comprendere i comportamenti dei nostri affascinanti amici alati.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 19/11/2015 – Progressi di adattamento
Ciao Maria,
sono Tania, ti avevo scritto quest’estate. Ho seguito il tuo consiglio passando più tempo possibile con il mio conuro testa nera, senza entrare nella sua gabbia o forzarlo in alcun modo. Volevo solo condividere la mia esperienza.La mia conura, è ancora un po’0 aggressiva quando è nella sua gabbia, ma nel frattempo si è abituata a noi ed è diventata molto più coccolona. Si lascia grattare la testa ed accarezzare su tutto il corpo. Ancora ci aggredisce a volte, ma lo fa solo se ha confidenza e si sente sicura. Infatti quando ha paura è molto timida. Comunque da un mese la facciamo uscire dalla gabbia e la lasciamo libera in giardino e sulla terrazza sempre in nostra presenza. Ha molta paura di essere abbandonata. Inoltre viene anche in casa.
Ha piena fiducia ed in caso di spaventi o vola su uno di noi o nella sua gabbia. A volte fa dei voli sugli alberi intorno, ma non ci perde mai di vista e ci chiama, infine torna da noi.
È davvero bello vederla così libera.
Ci vuole molta pazienza ed affetto, ma alla fine questi animali capiscono se gli vuoi bene e ti fidi di loro e ti ripagano.
cGrazie
Ciao Tania.
Sono contenta che con i miei suggerimenti hai visto dei buoni risultati. Il suo comportamento attuale è del tutto normale. Tutti i pappagalli si dimostrano più timidi e insicuri quando sono fuori dal loro territorio, e al contrario più spavaldi e sicuri quando sanno di avere la situazione sotto controllo. Bene anche per le “uscite sotto vigilanza”; quando un pappagallo si sente sicuro e protetto nel proprio ambiente, difficilmente si allontanerà. Tuttavia io suggerisco sempre la prudenza, perché esiste sempre un margine di imprevedibilità.
La strada intrapresa è quella giusta, continua così.
Ciao. Maria.
Inviato via mail il 08/11/2015 – Famiglia numerosa in crescita
Salve, mi chiamo Giorgia, ho scritto quest’estate a Maria a proposito dei miei pulletti di Pyrrhura Molinae i quali grazie ai suoi consigli stanno benissimo e non solo hanno smesso di chiamare e di mordere ma sono cresciuti e sono diventati affettuosissimi e docilissimi per di più la mia famiglia di pappi è cresciuta ed ora ci sono Polly, Picio ed Ettore che sono i Pyrrhura poi c’è la mia coco Nuvola, Grisù il mio conuro testa blu e Sky il mio inseparabile malva tutti allevati a mano e tutti convivono quasi sempre pacificamente. Ora però vorrei prendere un nuovo esemplare sempre allevato a mano e mi piacerebbe moltissimo un pappagallo di Ruppel o un gran alessandrino e vorrei prenderlo da voi se possibile… sempre secondo le vostre preziose indicazioni su quello che sarebbe tra i due l’esemplare più adatto ad entrare nella ns colorata ed affettuosa famiglia piena d’amore, ovviamente mi piacerebbe fosse un esemplare giovane ed allevato a mano! Spero di sentirvi quanto prima e di poter prenotare quanto prima uno dei due esemplari che desidero grazie mille intanto!
Ciao Giorgia. Mi ricordo di te e mi fa molto piacere che grazie ai miei consigli, hai risolto tutto molto bene.
Veniamo al punto. Sei orientata su Poicephalus Ruppelii, e Psittacula Eupatria; si tratta in entrambi i casi di specie dal carattere molto timido e schivo; molto diversi dalle specie che ora possiedi. Nel primo caso è tra i meno diffusi del genere Poicephalus, ed è tra tutti forse il più timido e riservato. Buono l’apprendimento del linguaggio e la non rumorosità. Anche se personalmente preferisco il Senegalus tra gli appartenenti a questo genere.
Il parrocchetto alessandrino è il più interessante tra il genere Psittacula, nel senso che ha più propensione all’apprendimento del linguaggio, e se ben imprintato è forse quello relativamente più docile, rispetto ai parrocchetti dal collare.
Ma tieni presente che si tratta pur sempre di una specie molto diffidente e schiva. E con la tendenza a rinselvatichirsi se trascurata. Ne hai già molti a casa e devi tenere presente che il momento giusto per accogliere un nuovo arrivo, è rappresentato dalla consapevolezza che quest’ultimo non porta via nulla agli altri. E saprai mantenere un rapporto affettivamente equilibrato con tutti.
Io personalmente non allevo queste due specie, ma nel caso qualche collega le alleva e dispone di soggetti pet, te lo comunicheremo.
Ciao. Maria.
Inviato via mail il 07/11/2015 – Pulli in svezzamento
Buongiorno, scusa il disturbo, vorrei delle informazioni se possibile riguardo a due inseparabili. Ho allevato parecchie volte pulli a mano ma stavolta mi è successa una cosa che non mi era mai accaduta prima. Allora, questi due pulli hanno perso la mamma e li ho portati a casa a 10 giorni di vita! Ora ne hanno 36, fino a una settimana fa erano affettuosissimi non volevano stare senza di me, volevano essere presi in continuazione… Adesso da una settimana a questa parte sono diventati improvvisamente diffidenti come se avessero addirittura paura di me e tra l altro sono anche meno vispi, ma quando arriva l’ora della pappa e hanno fame salgono volentieri in mano, tra l altro li sto allevando con il nutribirdA21 e nonostante ciò hanno il morso parecchio debole.. è la prima volta che mi trovo in difficoltà e sono un po’ preoccupata come devo comportarmi?
Ciao. Riferisci che li vedi meno vispi, ma sono reattivi al momento del pasto. Quindi escluderei problemi di salute, fatto salvo che tu non li veda intorpiditi, con visibili segni di malessere. Quindi io imputerei la questione al fatto che gli inseparabili hanno la tendenza a sviluppare una certa diffidenza appena raggiungono l’autonomia alimentare, e questo appare evidente soprattutto se sono allevati insieme ai loro simili. Poi dipende sempre dalla predisposizione genetica, ma in linea di massima questa è la loro tendenza. Quindi con questa specie io suggerisco sempre di allevarli separatamente, in modo da contrastare la loro propensione dominante di legarsi tra i loro simili, con conseguente diffidenza verso la figura umana. Io farei un tentativo tenendoli separati, escludendo anche il contatto visivo, e dedica più tempo possibile al contatto manuale, e tieni sempre monitorata la loro reattività.
Maria
Inviato via mail il 27/10/2015 – Parrocchetto dal collare
Ciao Maria.
Spero di non disturbarti, ho letto molti dei consigli che hai dato sul tuo blog per questo vorrei esporti un mio problema: ho un parrocchetto dal collare di 7/8mesi che io stessa ho allevato a stecco.
Ha una bella gabbia alta 1,55 e larga 80 cm con un bel ramo su cui può arrampicarsi, tuttavia ha cominciato ad essere molto territoriale, mi spiego: non vuole assolutamente farsi toccare ne da me ne da nessuno quando è in gabbia, e neanche farsi prendere, non vuole mai entrare in gabbia nonostante lo tenga libero molto spesso durante la giornata e se non lo lascio fare come vuole mi becca per fare male (mi ha già fatto uscire il sangue parecchie volte).
Non riesco a dargli neanche da mangiare dalle mie mani quando lui è in gabbia perché becca sia a me che al cibo. Sono disperata. Come posso diminuire questa territorialità?
Ti ringrazio in anticipo. Cordialità.
Sophie
Ciao Sophie, nessun disturbo anzi, benvenuta nel mio blog.
Innanzitutto devi sapere che Il parrocchetto dal collare è una specie dall’indole estremamente schiva e diffidente, a volte scontrosa, e questo tratto caratteriale si evidenzia spesso proprio dopo lo svezzamento. Premesso ciò, vi sono poi molti aspetti che possono accentuare la diffidenza e di conseguenza la territorialità. I pappagalli, come ho detto altre volte, non amano mai essere forzati in qualcosa, e una delle azioni più sgradite è proprio quella di e forzarli a uscire dalla gabbia, che per loro è un luogo dove si sentono sicuri e protetti. Le mani che si introducono nella loro gabbia, specialmente se con modi bruschi, le percepiscono nella loro memoria antica come un predatore che si fionda su di loro.
Dalle tue parole intuisco che le mani vengono introdotte spesso nella sua gabbia, poiché sottolinei che non si lascia prendere e toccare, e rifiuta anche il cibo proposto con le mani, sempre dentro la sua gabbia, segno che le percepisce come una minaccia. C’è anche da aggiungere che se alle sue vigorose beccate, la tua risposta è aggressiva, questo autoalimenta il meccanismo, instaurando un circolo vizioso… Quello che ti suggerisco è di rispettare i suoi tempi e volontà; non forzarlo a uscire prendendolo, ma apri la gabbia e lascia che lo faccia spontaneamente. Una volta fuori puoi, e non subito, avvicinati offrendo una leccornia, del cibo molto gradito. L’obbiettivo è che lui impari a fidarsi di te, e conoscendo la proverbiale diffidenza dei parrocchetti dal collare, occorre molta dolcezza e pazienza. Ma la situazione è sicuramente migliorabile. Punta con il cosiddetto “rinforzo positivo”, e vedrai che, con i suoi tempi, le sue reazioni si ammorbidiranno. Ciao, Maria.
Inviato via commento – Un amico per la calopsitte
Salve, da poco ho adottato una calopsite ed ora vorrei trovarle un amico.. Mi piace molto il Pionus Senilis, ma non so se convivrebbero al meglio.. Che faccio rischio? Aiuto
Ciao, non vedo particolari difficoltà circa la convivenza tra una Calopsitte e un Pionus Senilis. Sono entrambe specie con un’indole molto docile e accomodante, specialmente la Calopsitte. I Pionus, sono pappagalli abbastanza compatibili per docilità. Tra l’altro il Senilis è anche tra i più piccoli tra questo genere e l’arrivo quasi contemporaneo di due giovani esemplari, di cui nessuno dei due ha sviluppato ancora una certa territorialità, non lo vedo di per sè problematico.
Come raccomando sempre in questi casi, avvicinamento graduale, sotto vigilanza, fino ad accorciare sempre più le distanze.
Maria
Inviato via commento il 15/09/2015 – Inizio avventura con Parrocchetto Monaco
Ciao Maria,sono una ragazza di 20 anni di Piacenza. Domenica sono andata a prendere il mio parrocchetto monaco a Como, il signore mi ha detto che ha 4 mesi, ha l’anello alla zampa e il C.I.T.E.S. me lo manda tramite posta in questi giorni.
Ce l’ho da due giorni, è il mio primo pappagallo. Lui (penso che sia un maschio, così mi ha detto il signore dal quale lo ho preso) ha molta paura, non esce dalla gabbia a meno che non lo tiro fuori. Quando lo tiro fuori e lo appoggio, se provo ad avvicinarmi a lui, inizia a volare. Vola in discesa perché li hanno tagliato un po di ali, così mi hanno detto.
Quanto ci vuole che si abitui? Come faccio a fargli capire che di me si può fidare? Se ha paura.. Su internet leggo tante cose diverse e non so più che pensare.
Un giorno imparerà qualche parolina? Quanto tempo ci vuole?
Io ogni volta che vado via li dico “ciao” e così ogni volta che arrivo.. Prima di spegnere la luce li dico “buonanotte” e la mattina appena mi alzo “buongiorno”.
Il suo nome è Chris,lo chiamo tante volte al giorno.. ma come niente fosse..
Ciao.
Quante domande… e questo va benissimo. Ma soprattutto quanta impazienza!
Lo hai portato a casa da appena due giorni, ripeto due giorni, e già pretendi che sia perfettamente ambientato, a suo agio (e qui bisognerebbe vedere che clima vive intorno a lui), che sia già automaticamente legato a te, e un dispensatore di coccole e parole!
Eh no, le cose non stanno affatto cosi! Perdona la mia schiettezza, ma il mio intento è quello di farti capire che non è un peluche dotato di pulsante on/off… ma una creatura dotata di intelligenza e soprattutto sensibilità, ed esattamente come te, ha bisogno dei suoi personali tempi di adattamento e ambientazione… e la fiducia la acquisirà non appena si sentirà, evidentemente, non “forzato e pressato” psicologicamente.
Io non conosco il soggetto in questione, ma di sicuro il clima “impaziente” intorno a lui non lo aiuta. Mi dici che non esce, a meno che tu non forzi la cosa prendendolo (forzandolo); non mi stupisco se vola via quando ti avvicini…
A chi cedo i miei esemplari io dico sempre:
”Mai forzarlo in nessun modo… lasciatelo osservare il nuovo ambiente, i nuovi movimenti e rumori intorno a lui, le nuove facce… solo successivamente, aprite la gabbia, ma limitatevi a osservarlo… sarà lui, appena si sentirà pronto e al sicuro, a uscire ed esplorare l’ambiente“.
Qualsiasi rapporto che si instaura con il pappagallo, è basato sulla FIDUCIA E RISPETTO.
Da questo fondamentale presupposto si avvia tutto. Mi chiedi ”tra quanto si fiderà di te e imparerà a parlare”… Risposta: dipende da te. Da quanto pazienza e dolcezza tu gli dimostrerai…
Veniamo all’apprendimento del linguaggio. Il parrocchetto monaco è un buon parlatore; a mio avviso il migliore tra quelli della sua taglia. È chiaro che ogni singolo soggetto ha le sue potenzialità e più verrà stimolato, meglio apprenderà. Ma di certo non puoi pretendere che a soli 4 mesi, e dopo due giorni che ce l’hai a casa snoccioli parole…!
Non voglio darti riferimenti temporali precisi, perché non vorrei mai che tu mettessi un cronometro a Chris… ma posso dirti che per questo aspetto dovrai pazientare almeno fino all’anno di età; questo è influenzato da molti fattori, e tu non devi far altro che…parlargli, coccolarlo e rispettarlo nella sua personalità che manifesterà.
Maria
Inviato via mail il 12 /09/2015 – La famiglia si allarga
Salve Maria, ho letto sul suo blog cose molto interessanti. Vengo al punto: io ho due calo sesso maschile, che convivono con un conuro del sole di 6 mesi, dolce pagliaccio che per ora non morde di cui, premetto, non so il sesso. Io stasera vado a prendere un parrochetto monaco e un testa nera già svezzato ma di circa 3 o 4 mesi. Cosa dice, il mio sole si ingelosisce, oppure essendo giovane andranno bene insieme… La mia idea è di mettere i 3 monaco, sole, testa nera prima o poi nella stessa gabbia grande, e tenere le calo in un altra: cosa mi consiglia? Io ho avuto approccio con molti pappagalli tutti diversi ma una cosa in comune è che sono giovani e tenderei a questa convivenza più avanti tra un mesetto. Intanto li faccio uscire assieme per vedere il mio pagliaccio conuro del sole come reagisce. Premetto il sole l’ho svezzato io. Grazie mille a presto. Speriamo che non faccio cavolate.
Ciao. Non ho capito bene cosa intendi per ”testa nera”.. credo probabilmente un conuro testa nera. Riassumendo tu mi chiedi se la convivenza tra conuro del sole, parrocchetto monaco e quest’ultimo è possibile. Teoricamente, se abituati da giovanissimi tutti e tre sì, ma non è poi così scontato in quanto dipende sempre dalle caratteristiche caratteriali strettamente individuali dei soggetti. Io suggerisco sempre di iniziare con gradualità’; prima il contatto visivo, poi la conoscenza fisica in un posto ”neutro” per tutti, e si osservano le reazioni. Se non ci sono rappresaglie si possono far convivere, ma in un gabbione di dimensioni adeguate affinchè non si creino conflitti per contendersi spazio e cibo.
Inviato via commento il 14/08/2015 – Svezzamento Pyrrhura Molinae Molinae parte 2
Ciao Maria io sono Giorgia ed ho già scritto un post sui miei Pyrrhurini che sto allevando a mano (per la prima volta) rispettivamente di 29, 31 e 33 giorni oggi, anche se spero di non aver detto nulla di offensivo o che vi abbia infastidito non avendo avuto risposta… e se l’ho fatto involontariamente chiedo umilmente scusa e preciso che non era assolutamente mia intenzione!
Ti riscrivo oggi in quanto i miei pyrrhurini ogni volta che sono svegli ululano a gran voce e non smettono fino a quando non tornano a dormire… premetto che sto seguendo i consigli dell’allevatore indi per cui non li ho mai tirati fuori dalla gabbia se non per dargli da mangiare perché troppo piccoli e non ancora impiumati anche se da oggi proprio ho iniziato a tenerli qualche ora in camera con me ed a farli giocare ma loro hanno sempre continuato a strillare. Devo anche dire che avendo avuto dei grossi problemi digestivi purtroppo non sempre ho perfettamente rispettato gli orari delle imbeccate ma sono andata più dietro al completo svuotamento del gozzo e non vorrei che a causa di queste cose il loro carattere sia stato malamente improntato facendoli irrimediabilmente diventare aggressivi. C’è qualcosa che posso fare per rimediare a questo atteggiamento così aggressivo nei nostri confronti? (perché quando sono soli tra l’altro anche se sono svegli si guardano i giro tranquilli ma senza urlare) Visto che devono ancora iniziare lo svezzamento, c’è un modo per correggere la loro forte aggressività? Pablito, il più grande, becca anche e tenta di farlo in maniera audace e fa male! C’è qualche gioco magari che posso iniziare a prendergli per impegnarli e spostare il loro interesse cancellando magari la paura (se così fosse) nei nostri confronti?e per fargli capire che sbagliano o che fanno qualcosa di giusto come posso premiarli dato che mangiano solo la pappa? Grazie mille per l’attenzione speranzosa in una tua risposta ti saluto e ti rinnovo i complimenti per il tuo fantastico blog.
Ciao, non hai detto assolutamente nulla di offensivo, tranquilla!
È solo che io cerco sempre nei limiti del possibile di rispondere in tempi brevi, ma in questo momento sono in vacanza anch’io, e mi dedico ad altre cose…
Comunque ripeto ciò che ti ho già scritto nella prima risposta, e per il corretto svezzamento ti invito a guardare il mio articolo ”allevare a mano un pappagallo”, ti sarà molto utile per una visione d’insieme di tutta l’impresa in cui ti sei cimentata, non avendo mai avuto nessuna esperienza prima…
E qui ci sarebbero molte riflessioni da fare a proposito di chi affida dei pulli a persone totalmente inesperte…
Ma tornando al tema, non devi interpretare come ”aggressivo” il normale atteggiamento dei pappagalli di usare il loro richiamo naturale alla vista del proprietario. Vi ricorrono per vari motivi o per attirare l’attenzione o per euforia; oppure talvolta i Pyrrhura lo fanno spesso per una loro caratteristica caratteriale, per segnali di allarme magari persone che non conoscono, oppure gli stessi proprietari che compaiono all’improvviso o movimenti bruschi intorno a loro. Tu stessa dici che quando sono da soli sono tranquilli perciò queste reazioni rientrano in una fisiologicità.
La mordacità purtroppo anche, ma andava intensificato il contatto manuale da tempi più precoci di ora.
In conclusione, mai sgridarli o alzare la voce (i pappagalli imitano il nostro comportamento!) e ricorrere invece, al cosiddetto rinforzo positivo di cui ho spesso parlato.
Maria
Inviato via commento il 10/08/2015 – Svezzamento Pyrrhura Molina Molinae parte 1
Ciao io sono Giorgia innanzitutto grazie davvero dei meticolosissimi e preziosissimi consigli davvero molto utili; io sto allevando a mano tre pulli di Pyrrhura Molinae che sono arrivati da me due mercoledì fa che avevano rispettivamente 15,17,19 giorni ed ora ne hanno appunto 27,29,31 ciascuno… premetto che è la prima volta che allevo a mano essendomi fatta influenzare dall’allevatore (ma questa è un’altra storia) che li ho subito messi in camera calda di legno con sul fondo fogli di giornale e di scottex che ho sempre sterilizzato tutto dandogli da mangiare, li nutro con nutribird A21 pappa leggermente diluita (perché hanno avuto difficoltà di digestione 2 di loro in particolare uno), che la pappa è sempre a 38’-39’ gradi controllata con termometro digitale e che li ho già portato dal veterinario aviario tre volte per paura di aver sbagliato qualcosa visto i lunghi tempi di digestione che mostra uno dei soggetti, ma per fortuna con ottimi riscontri in quanto stato fatto un tampone del gozzo con il risultato che non ci sono né batteri ne parassiti, più vado avanti con l’allevamento più i soggetti mi sembrano aggressivi… mangiano e dormono e quando si svegliano sbraitano… ed ora tentano anche di beccarmi ogni tanto…io davvero sto cercando di impegnarmi al massimo ma data la grande intelligenza dei pappagalli non vorrei che questo fosse il loro modo per farmi capire che sto sbagliando in qualcosa… per di più sto giusto iniziando a fare la pappa un po’ più densa appunto come uno yogurt, ma vorrei capire se è il caso di integrare la loro dieta con estrusi semi spighe di panico etc e se sì, di che tipo e tra quanto e poi vorrei appunto capire se questo comportamento passerà o se sono stata io a rovinare irrimediabilmente il suo carattere o se c’è un motivo se cui fanno così e se c’è qualcosa che io possa fare o correggere per evitare tutta questa aggressività..(! Ho dovuto anche separarli perché si beccavano in maniera violenta tra di loro) vi prego Aiutatemi!!!
Ciao Giorgia, arrivo subito al nocciolo della questione.
Per quanto riguarda la difficoltà di digestione, oltre alle cause infettive che col tampone sono state escluse, c’è da considerare il numero dei pasti. Non mi dici il numero, ma a volte a determinare la ritenzione del gozzo c’è proprio il pasto troppo frequente e/o pappa troppo densa.
Vedi, chi non è esperto tende a seguire un “numero” di pasti a prescindere… Invece non esiste un numero “fisso” da seguire; ma solo a titolo orientativo, perché ciò che conta è NON somministrare mai un pasto finché non ha svuotato completamente il gozzo.
Altra questione: all’età di un mese dovrebbero già aver avuto la possibilità di sperimentare cibi solidi, quindi va messa a disposizione una varietà tra pastoncino, spighe di panico, misto semi e un po’ di frutta. Volendo anche un estruso di piccola pezzatura. Molto gradito comunque in fase iniziale è un buon pastoncino per pappagalli.
Passiamo all’aggressività.
I conuri del genere Pyrrhura, hanno una certa tendenza a essere mordaci, ma mi sorprende quella che descrivi, addirittura tra loro cresciuti insieme. Non credo che tu possa avere sbagliato qualcosa in termini psicologici, anche se non basta solo la somministrazione della pappa per un buon inprinting, ma come dico sempre, allevare a mano è soprattutto un nutrimento affettivo… dedicare tempo al contatto fisico.
A parte ciò, i tre soggetti mostrano una certa predisposizione genetica all’aggressività, e per tentare di compensare questa caratteristica, suggerisco di isolarli gli uni dagli altri, tenendoli in gabbie separate, in modo da tenere la figura umana come unico punto di riferimento ed evitare inutili antagonismi, questo andava fatto anche prima, ma si può sempre tentare. Tutto questo, naturalmente, accompagnato da molto contatto fisico e “premi” con pezzetti di frutta e cibi graditi.
Ciao, ti posto la foto di tre miei esemplari. Maria
Inviato via commento il 02/08/2015 – Parrocchetto Monaco?
Ciao Maria Tommasi ho fatto la tua conoscenza alla fiera di Maerne e ti ho chiesto informazioni per un parrocchetto monaco. Ci sto pensando se decido di sicuro ti contatterò vista la tua professionalità nel frattempo ti presento il mio Pyrrhura Molinae
Ciao, certo, mi ricordo di te, e ti ringrazio per le tue parole di stima; segno che la passione e professionalità che metto nell’allevare le mie creature alate, arriva alle persone.
Grazie anche per il video del tuo Pyrrhura… è molto bello e vedo anche molto giocoso e curioso… complimenti!
Inviato via mail il 23/07/2015 – Aiuto, fuga!
Ciao Maria, due giorni fa è scappato il mio conuro del sole… mi manca da morire… ho bisogno che qualcuno mi spiega quante possibilità ci sono che lui ritorni da me. Scusami se non ti scrivo correttamente ma io sono ungherese… per caso mi sono trovata sul tuo sito allora ho pensato che magari tu potresti mettere la mia anima in pace. Se ti interessano le circostanze: lui ha 11 mesi, lo preso circa 5 mesi fa dal suo allevatore… è allevato a mano e era molto affezionato a me… era geloso anche al mio cane… sono in montagna da sola… dietro la spalla di Dio, sono qua per fare una lunga vacanza… siamo circondati dai boschi e dagli alberi di altezza 20-30 metri… sono con me anche i miei inseparabili (11) la mia tortora e il mio cane…ho poche possibilità di spostarmi. Cercavo di tenerlo più che potevo fuori dalla gabbia e lui era sempre sulla mia spalla… abbiamo fatto anche le passeggiate insieme qui nelle montagne tante volte… però ultimamente lui pretendeva di più star fuori dalla gabbia e ha cominciato a dimostrare un comportamento aggressivo e vendicativo a confronti miei. Mi mordeva spesso… nonostante del suo comportamento io cercavo di mantenere la calma con lui… due giorni fa la mattina stavo per portare fuori il cane assieme con lui ma lui mi mordeva e io per punirlo lo rimesso in gabbia che si trova sul terrazzo della casa… lui fra due ore la aperto e è uscito mentre io ero al telefono… in pochi minuti… :((( poi l’ho trovato dietro casa sulla punta di un albero alto di 30m. Tutto il giorno stavo sotto l’albero… poi lui si spostava ma non si e allontanato più di un raggio di 50 metri dalla casa… ho portato con me il cibo e la sua gabbia… lo chiamavo tutto il giorno e lui mi rispondeva ma non si e sceso. Come lui si è spostato sempre io cercavo di localizzarlo. Mi sono alzata alle 5 del mattino ieri per seguirlo…ieri pioveva forte sono uscita dopo la pioggia e ancora mi rispondeva… poi pomeriggio un altra pioggia e sono andata al posto dove prima si trovava pero ho perso le sue tracce verso le ore 17.00… da allora niente non lo trovo più… :((( Credo che si è offeso e molto deluso… mi sento molto trieste e molto preoccupata… mi piacerebbe riaverlo e farei di tutto per far perdonare da lui… Spero che sopravvive là fuori anche se dicono che se dopo 72 ore non riesci recuperarlo non lo vedi mai più. Io non so ma credo nel loro istinti forti e in questo caso lui si trova in una vegetazione immensa e molto fitta simile al suo habitat naturale. Domani vado fare la denuncia alla Forestale locale… Perdonami Roby…ti voglio un mondo di bene… mi manchi tanto! Cara Maria… devo rassegnarmi? Grazie per il tuo consiglio in anticipo Alexandra
Ciao Alexandra.
Mi dispiace molto per il tuo conuro e capisco cosa provi. Per prima cosa voglio dirti che lui non è sparito perchè era arrabbiato con te; ma semplicemente perchè la curiosità verso lo spazio aperto e l’altezza degli alberi lo hanno attratto.
Vedi, non mi stancherò mai di ripetere che l’errore più diffuso con i pappagalli allevati a mano, è proprio quello di dare ERRONEAMENTE per scontato che loro non possano essere attratti dallo spazio aperto esterno…! Il problema è che poi loro, una volta fuggiti, perdono facilmente il senso dell’orientamento, e una volta perso l’unico eventuale contatto visivo e acustico (come nel tuo caso), non sono più in grado di ritornare indietro.
Quindi i casi sono fondamentalmente due: o riescono a raggiungere un centro abitato e planano su qualche terrazzo o giardino, oppure vagano per qualche giorno, ma la difficoltà di trovare cibo li indebolisce sempre di più…………
Ma pensiamo alla prima ipotesi. Tu hai già fatto tutto quello che si fa in questi casi, ovvero mantenere contatto visivo e acustico. Utile anche la gabbia a vista col cibo, e magari il richiamo degli inseparabili può essergli familiare. Ma non basta. Devi al più presto possibile fare denuncia di scomparsa alla forestale, riferendo tutto ciò che ti chiederanno circa C.I.T.E.S. e numero di marcaggio dell’anello. Altra cosa utile è tappezzare la zona di fuga di volantini con foto.
Molti pappagalli sono stati ritrovati grazie a queste procedure.
Ti auguro di cuore che tutto si evolva per il meglio e che tu riesca a ritrovarlo. Maria
Cara Maria, grazie per la tua risposta! ….purtroppo Roby ancora non è tornato ma io sono qui ad aspettarlo fino l’autunno. Ho fatto la denuncia alla Forestale e cerco di seguire i tuoi consigli. Roby è in regola con il doc. CITES però purtroppo non ha l’anello… non so perché. Spero tanto che qualcuno lo trova e sopravvive questa fuga. Grazie di cuore la tua empatia. Alexandra.
Ciao Alexandra. Roby non ha l’anello perché non esiste l’obbligo di anellarli anche se la maggior parte degli allevatori anella i propri esemplari. E in questi casi sarebbe utilissimo che lo fosse, perché con un anello di marcaggio sarebbe facilmente identificabile.
Comunque segui i miei suggerimenti e non perdere la speranza… a volte può accadere ciò che non si immaginerebbe. E io ti auguro veramente di cuore di ritrovare il tuo Roby.
Maria
Inviato via mail il 23/07/2015 – Pappagallo del Senegal
Ciao Maria. Mi chiamo Agostino ho 28 anni, residente a Napoli!
Vorrei esporti questo mio “diciamo” problema.
Domenica pomeriggio ho comprato un Pappagallo del Senegal, sul foglio CITES c’é scritto che il pappagallo, alias MIGUEL, è nato il 29 giugno 2015 quindi l’ho comprato che aveva 20 giorni precisi. Ora ti elenco delle cose che vorrei sapere: ho letto su internet che per imbeccarlo con la siringa dai 20 a 30 giorni posso dargli 4 pasti al giorno e faccio ore 7/13/18/23: faccio bene? Vorrei sapere, io per ora l’ho messo in una scatola di scarpe con coperchio solo nei lati al centro è vuoto e con paglietta e giornale di cronaca secondo te va bene? Dato che siamo in estate e fa un caldo tremendo devo mettergli qualcosa di caldo? Lo espongo al sole per pochi minuti? Vorrei sapere come fare per far si che si affezioni a me, in pratica dopo il pasto gli massaggio il gozzo delicatamente e dopo lo accarezzo lo bacio e gli parlo poi dopo lo metto in scatola e lo prendo ogni volta quando mangia in pratica faccio questo ogni volta che mangia ma secondo te dovrei prenderlo anche se non deve mangiare? E se devo prenderlo cosa devo fare? Oltre al cibo devo farlo bere? Poi per ultimo vorrei sapere se deve ricevere vaccinazioni, se si a che mese?
Poi perché piange sempre cioè cinguetta ogni volta che passo davanti a lui poi lo prendo in braccio e mi da delle piccole beccate sulle mani e sulle dita io che faccio poi lo bacio sul becco gli parlo e lo bacio sulla testa va bene? Poi ultima cosa dato che ora ha 25 giorni fino a quando finire lo svezzamento? E cosa fare se scappa in volo? A chi sento in giro dicono di tagliare delle piume per far si che non voli ma io sono contrario tu cosa mi dici?Scusami per tutte queste domande ma è la mia prima esperienza e sto andando avanti con i consigli che leggo su internet!!! Grazie anticipatamente per la risposta!!!
Ciao Agostino, andiamo con ordine
Prima cosa non esporlo al sole! Si disidraterebbe e basta. In questa stagione non è necessaria nessuna fonte di calore. È sufficiente il contenitore dove lo hai messo, o meglio ancora, per una maggiore igiene, un contenitore di plastica con foglio di giornale e tante striscioline di carta assorbente da cucina. Ok per i pasti, ma considera che non devi mai dargli un pasto se prima non ha svuotato completamente il gozzo. Per tutte le altre domande sui tempi di svezzamento e come devi procedere durante, ti rimando al mio articolo ”ALLEVARE A MANO UN PAPPAGALLO”. La pappa è sufficiente per idratarlo, non serve aggiungere acqua. Tienila di consistenza piuttosto fluida. Non sono previste vaccinazioni per i pappagalli. La migliore difesa contro le malattie si basa sulla prevenzione e igiene. È naturale che tu lo senta “cinguettare” quando ti vede, per lui sei come la sua mamma… le beccatine che dici sono normalissime, sta sperimentando. per gli aspetti del rinforzare il legame affettivo, ti rimando sempre al mio articolo.
Infine, non tagliare assolutamente le remiganti! È una vera violenza psicologica, oltre che un esporlo a possibili infezioni se fatto in modo troppo drastico e da mani non esperte. In alternativa, esistono delle apposite pettorine x pappagalli in vendita su internet. Oppure metti dell’adesivo di carta alle remiganti se decidi di portarlo fuori. Maria
Inviato via mail il 16 /07/2015 – Conuro testa nera
Ciao!
Sono Jacopo, spero di non disturbare…
Ho trovato il tuo blog e avrei delle curiosità da chiederti…
Convivo in appartamento luminoso con la mia fidanzata…
È da un mese ho un conuro testa nera allevato a mano in teoria maschio… di 2 anni
Sul campo uccelli… Sono ignorante ma ho voglia di imparare…
Gli ho comprato una gabbia grande e li cambio sabbia e acqua ogni giorno…•Vorrei capire perché becca così tanto… Nei momenti in cui siamo a casa e lo lasciamo libero tieni conto che quasi mezza giornata siamo a casa…
• gli posso comprare una compagnia? Un altro uccellino?Ti ringrazio del tuo tempo! Jacopo
Ciao Jacopo, non disturbi assolutamente anzi.
Mi dici che il tuo conuro testa nera ha due anni; quindi non è proprio giovanissimo… è fondamentale capire il suo percorso fino ad adesso; ovvero com’è stato gestito e accudito, in particolare se ha già avuto un passaggio di proprietario.
Nel caso provenga da un’unica gestione (negoziante o allevatore), è probabile che abbia avuto contatti umani limitati alla semplice somministrazione di acqua e cibo, sviluppando così una certa diffidenza verso le mani…
Nel caso provenga già da un altro proprietario, è anche qui importante capire quanto contatto umano abbia avuto, e se qualitativamente significativo… alludo a maniere brusche, o manovre percepite da lui troppo invadenti… e questo naturalmente vale anche per voi. Vedi, non mi stancherò mai di ripetere che i pappagalli in natura sono prede, e questo nella loro memoria antica, li porta a essere sempre allo stato di allerta. Le mani che si avvicinano in determinate maniere vengono percepite talvolta in modo minaccioso; le mani incerte dei bambini vengono percepite così, come anche le mani che si fiondano bruscamente, specialmente alle spalle, così come lo smalto sulle unghie non è gradito. Queste ovviamente sono ipotesi, ma tieni comunque presente una cosa importante: è una caratteristica normale di tutti i conuri quella di essere tendenzialmente un po’ mordaci..
Il loro becco è imponente ed è una loro necessità quella di tenerlo sempre ”in allenamento”.
Quanto a una compagna, teoricamente per un esemplare allevato a mano è ininfluente avere una compagna o no, in quanto per lui è importante il compagno umano…
Inoltre non è detto che lo accetti facilmente, dipende sempre da come era abituato prima, se era a contatto con i suoi simili, quanto era socializzato… in ogni caso se decideste di provare, suggerisco due gabbie separate e contatto solo visivo inizialmente. Poi incontri sotto osservazione in luogo neutrale per entrambi. E suggerisco di renderlo più fiducioso verso il contatto manuale offrendogli cibi molto graditi con le mani, e non punirlo mai in caso di beccate, perché servirebbe solo a rinforzare questo comportamento rendendolo più diffidente. Va invece premiato appena quando non morde. Il famoso ”rinforzo positivo”.
Ciao, Maria
Inviato via mail il 13/07/2015 – Un nuovo pappagallo, ma quale?
Ciao Maria. Perdona l’intrusione! Mi presento. Sono foto-giornalista e pittore, 2 figli, una moglie, 3 cani adottati, 5 cincillà, 2 scoiattoli ed ora una calopsitte. Sono stregato dagli animali e cerco di far vivere i miei figli sempre circondati da qualsiasi essere vivente insegnandoli che siamo tutti uguali. Credo fortemente che se alla privazione di libertà, si sostituisce un rapporto empatico, tutto sale; viceversa tutto diventa un orrore e solo desiderio di possesso. Una settimana fa mi sono fatto convincere nel prendere una calopsitte allevata a mano per mia figlia. Avevo sempre rifiutato uccelli in gabbia, ma sono rimasto stregato. Mia figlia ormai è in simbiosi. Quando lei non c’è ci sono io e Toni, la calospitte, sta con me sulla spalla mentre lavoro a casa. Fa colazione con noi ecc… una sorpresa micidiale! Se non li fai stare in gabbia e la famiglia ha tempo per stare con lei allora è fantastico! Ho pensato che mi piacerebbe approfondire. Vivo a Belluno, ho un giardino immenso. Per farti capire chi sono da tempo sono riuscito ad instaurare anche un equilibrio con il ratto norvegese. Qui da noi vivono nei prati e sono sani e mi rifiuto di usare veleni. Da quando ho compreso che basta imporre ai vicini il taglio dei prati, ho notato che le poiane e le volpi fanno una selezione naturale e mantengono il numero delle pantegane sotto controllo così da lasciare loro il normale lavoro di pulizia. Lo so, sono un po fuori dalle righe ma questa è la mia filosofia. Arriviamo al dunque. Mi piacerebbe prendere un altro pappagallo, ma solo alle seguenti condizioni: 1) solo se posso garantirgli il maggior tempo possibile in nostra compagnia fuori dalla gabbia 2) che non sia aggressivo con la nostra calopsitte 3)che sia socievole con tutti. Dagli studi che ho fatto questi punti non sono proprio facili da ottenere. Vivo in mezzo al verde vicino ai boschi. Potresti suggerirmi su che tipo di pappagallo potrei orientarmi?. mi piacerebbe un ara o un cacatua, ma da quanto ho capito possono essere molto probelmatici e spesso si attaccano solo ad un famigliare. forse sarebbe meglio un pappagallo di taglia media tipo un parrocchetto indiano. mi piacerebbe adottarne uno così come ho fatto con tutti gli animali di casa. hai consigli da darmi per potermi orientare? Perdona il disturbo. Gian Paolo Perona.
Ciao Gian Paolo, nessun disturbo, anzi! La mia pagina esiste proprio allo scopo di promuovere e divulgare la conoscenza verso il mondo degli psittacidi, oltre che l’amore per gli animali in senso più ampio. È lodevole la tua passione per tutte le creature viventi, e concordo sul concetto che la “privazione” della libertà deve essere compensata da un’adeguata empatia, al fine di raggiungere un rapporto equilibrato con loro.
Arriviamo ai pappagalli. Premetto una mia considerazione; tu punti molto sull’aspetto del pappagallo in piena libertà fuori dalla gabbia, e lo condivido, in quanto un pappagallo allevato a mano deve avere la possibilità di trascorrere più tempo possibile con i familiari umani oltre che di esplorare l’ambiente in tutta sicurezza (allo stesso modo di un bambino), ma personalmente sono contraria a una condizione totalmente fuori dalla gabbia o quasi. Il motivo è molto semplice; il pappagallo ha bisogno di esplorare l’ambiente domestico, ma anche di avere un punto di riferimento sicuro, in cui può sentirsi protetto e potere stare bene…vedi, è un po’ come per noi esseri umani: amiamo esplorare l’ambiente intorno a noi, il mondo intorno a noi, viaggiare; ma abbiamo anche la necessità di avere una casa tutta nostra in cui stare bene, “un porto sicuro”. Lo stesso concetto vale anche per loro, anche perché avremo sempre la necessità di uscire di casa e di lasciare quindi i nostri amici alati al sicuro. Se il pappagallo si abitua a vivere prevalentemente fuori dalla gabbia, difficilmente vi resterà senza protestare quando questa sarà una necessità. Il concetto di fondo è che non deve esistere una prevalenza troppo in gabbia, ma nemmeno troppo fuori.
Detto ciò, per quanto riguarda l’orientamento sulla specie più idonea alle tue esigenze, che riassume tutte le caratteristiche citate, l’hai già trovata… la calopsite, oltre che molto curiosa e intelligente, è estremamente socievole con tutti e dal carattere molto accomodante. Osservo con piacere che ti sei già ben documentato sulle caratteristiche dei pappagalli, e sai già che conciliare tutti quegli aspetti in una specie non è facile, e la serena convivenza non è scontata. Ma nemmeno impossibile. Quello che ti suggerisco è di puntare su un soggetto molto giovane, in modo che si abitui da subito a interagire con tutti. Ti sconsiglio i Parrocchetti indiani, in quanto tutte le specie appartenenti al genere Psittacula , come ad esempio il diffuso parrocchetto dal collare e p. Alessandrino, hanno hanno un carattere tendenzialmente molto diffidente, e hanno la netta tendenza ad affezionarsi a una sola persona e diffidare delle altre; sono molto schivi.
Le specie di taglia grande e medio grande sono in effetti molto complesse dal punto di vista psicologico e di non semplice gestione. Quindi concordo con le specie di taglia medio piccola, e ti suggerirei il parrocchetto monaco, che è estremamente estroverso, giocoso e curioso, oltre che ad avere una notevole predisposizione all’apprendimento della parola umana tra quelli della sua taglia. Tieni comunque presente che un po’ tutti i pappagalli avranno la tendenza a “scegliere” una persona in particolare.
Altra specie interessante che ti suggerisco è il Pyrrhura Molinae (vedi la foto che ho allegato alla precedente risposta), in quanto ha quasi le stesse caratteristiche del p. monaco e entrambi, se presi giovani, sono molto adattabili alla convivenza con altri pappagalli. Tra l’altro anche la taglia è molto simile. Altra specie interessante è il conuro del sole, tra l’altro vivi in mezzo al verde e non dovresti avere problemi di vicinato, per il suo richiamo naturale piuttosto forte… ha solo una personalità molto decisa, come tutti i conuri del genere Aratinga, e anche lui sceglie in modo spesso netto chi preferisce e chi no.
Spero di esserti stata d’aiuto nell’orientarti e in caso di ulteriori approfondimenti, scrivi tranquillamente. Ciao, Maria.
Inviato via mail il 08/07/2015 – Un compagno per il Roseicollis
Ciao Maria, mi chiamo Marco e a casa con me ho un Roseicollis di circa 8 mesi, un po’ aggressivo devo dire, ma che ultimamente sta migliorando molto, visto che credo di aver capito il giusto comportamento che io devo tenere nei suoi confronti. Da un po’ di tempo ho in mente di mettergli un amichetto vicino , magari un giovane Pyrrhura (specie per la quale vado matto), so che la convivenza non può mai essere una cosa certa fra due pappagalli, ma volevo un suo parere: ovviamente potrei tenerli in gabbie separate e farli entrare a contatto nelle ore in cui sono liberi in casa… Grazie e complimenti per il blog.
Ciao Marco, in effetti la convivenza non è affatto scontata, come sai. Ma non è nemmeno impossibile; se tu hai la possibilità di tenerli in gabbie separate è la cosa migliore, perché ti consente di farli familiarizzare per gradi, iniziando prima col contatto visivo, per poi farli gradualmente incontrare in luoghi ”neutri” per entrambi, ovvero non le loro gabbie; soprattutto non quella dell’inseparabile, che per indole è molto territoriale e aggressiva (specialmente le femmine), e in quanto primo arrivato in casa, vedrebbe il Pyrrhura come un invasore. Concordo con la scelta di un giovane Pyrrhura, in quanto è un pappagallo molto simpatico, giocoso, e curioso oltre che molto docile, specialmente il Molinae. Ti allego la foto dei miei esemplari che sto svezzando. Ciao, Maria.
Inviato il 06/07/2015 – Conuro testa nera
Ciao Maria, ho un conuro testa nera che vive con noi da un mese.
Me ne occupo io, ovvero pulisco la gabbia, cambio l’acqua ed il cibo ogni
giorno. L’abbiamo messo in una grande voliera con rami, giochi e giochini. Ha molto spazio per volare, anche se preferisce arrampicarsi. Abbiamo anche messo una scatola “nido” dove dorme ed alla quale nessuno può fare avvicinarsi. È molto geloso.
Per una settimana lo abbiamo tenuto in una stanza in casa e lo chiudevamo in una gabbia la sera. Finché viveva lì stava con tutti ed era molto calmo e coccolone.
Poi l’abbiamo messo all’aperto in voliera. Da allora è vivace, urla, spacca tutto e grida contro chiunque si avvicini alla casa. È felice di vederci, ma mentre adora mio figlio maschio di 15 anni, gli piace anche mio marito, odia me.
All’inizio quando entravo nella voliera mi volava sulla testa e beccava, ora ha, capito che gli porto il cibo, mi tollera. Quando sto per uscire mi vola sulla spalla ed a volte mi becca. Se sto seduta accanto alla voliera si rilassa e mi viene vicino, mangia e si pulisce. Ma se lo tocco mi becca subito a sangue. Se entra mio figlio lo bacia, lo becca delicatamente. Gli sta sempre sotto il collo. È possibile che con il tempo si affezioni a me? Io comincio ad avere paura, in quanto le ferite che mi infligge sono dolorose. Come posso fare?
Tania
Ciao Tania,
Da quanto dici, si evince che l’esemplare non è propriamente allevato a mano, o comunque nel suo percorso ha conservato un buon istinto naturale. Il cambio di situazione, ovvero passare dalla vostra casa e la vostra presenza, a uno spazio esterno e molto ampio, ha evidenziato la sua necessità di riprodursi… il fatto di mostrare ”territorialità” nei confronti del nido è un comportamento tipico. Si tratta molto probabilmente di un soggetto femmina, che difende il suo territorio e attacca tutti i potenziali invasori e ”antagonisti”; quindi tu in particolare, visto l’attaccamento a tuo figlio. C’è stato da una parte una sorta di abbandono da parte vostra, il quale ha determinato sì, una certa ostilità, ma ha corrisposto anche un notevole spazio e contesto ideale per la riproduzione… suggerirei di assecondarla, dal momento che il suo destino è di rimanere lì, e non può restarci da sola. Col tempo si rassicurerà riguardo la tua presenza, capirà che in fondo da te si aspetta solo il cibo, e nessuna minaccia reale. Ma i pappagalli ci scelgono sempre… anche nel comportamento selvatico.
Ciao, Maria.
Ciao, grazie per la risposta. Visto che presenta una forte territorialità, possiamo portarla fuori dalla voliera senza pettorina in nostra presenza? O sicuramente scapperà? Tania.
No, le cose non stanno così; il fatto che presenti una forte territorialità non significa certo che non abbia le ali…! Tanto meno che non sia attratta dall’esterno, lo spazio e l’altezza… I pappagalli perdono facilmente l’orientamento se si allontanano dai punti di riferimento visivi e acustici. Un rischio che io non correrei. Maria.
Inviato via mail il 01/07/2015 – Conuro testa blu invalido
Ciao Maria,
sto facendo alcune ricerche su internet e mi sono imbattuta nel tuo blog. Ti scrivo perché da circa un mese stiamo allevando a mano un pappagallo testa blu e a più di 30 gg ci siamo resi conto che non riusciva a camminare, o meglio una zampetta è storta. Ieri abbiamo chiamato il veterinario il quale ci ha invitato a bloccare le zampette con della spugna per cercare di risolvere il suo problema, quasi sicuramente causato dalla sua mamma. Solo che da quando l’abbiamo bloccato Pépito è cambiato… non gridacchia più e se lo tocchi tende a mordere… è molto spaventato. Cosa mi consigli di fare??? È impaurito e sembra non riconoscerci più… Ti ringrazio in anticipo per la tua collaborazione. Anna.
Ciao Anna, per pappagallo testa blu, intendi probabilmente un Conuro testa blu… in ogni caso il problema in questione è relativamente frequente, e si tratta di distrofia bilaterale o monolaterale dell’anca, e nella maggior parte dei casi ha due cause: ereditaria oppure secondaria a “schiacciamento da parte dei genitori o fratelli”, in caso di covate numerose. Quest’ultimo sembra il tuo caso. È possibile correggere questo difetto intervenendo però il più precocemente possibile, perché la percentuale di recupero è infatti direttamente proporzionale alla precocità d’intervento. Nel caso di Pepito, iniziare un trattamento di recupero a 30 giorni sarebbe un po’ tardi, ma dipende comunque da molti fattori, e anche dalla gravità del caso; ma il fatto che sia interessata solo una zampetta è già qualcosa.
Comunque nella mia esperienza mi è capitato di trattare molti soggetti con displasie bilaterali importanti, intervenendo molto presto e somministrando contemporaneamente calcio durante la fase correttiva, e ho utilizzato tutor realizzati con la classica spugnetta, ma i risultati migliori, intesi anche come “comfort” x il pappagallo, li ho ottenuti mediante un tutor realizzato con un semplice elastico morbido a fascetta, come quello che vedi nella foto allegata; si tratta di realizzare un semplice “8” cucendolo al centro e ai lati, in modo che le zampe risultino allineate.
In questo modo il pappagallo ha il giusto e stabile sostegno (la spugnetta con gli sforzi del tentativo di muoversi, tende a sfilarsi), e, cosa molto importante, è confortevole, perché permette al soggetto di muoversi, senza che tutto il corpo sia bloccato… È quindi assai probabile che Pepito, che tra l’altro è già grandicello, si senta particolarmente frustrato da questa condizione. Comunque avete messo la spugnetta solo ieri, e questa reazione alla sua età è normalissima. Probabilmente ha vissuto anche una manovra per mettergli la spugnetta che ha percepito molto “invasiva”, e ora percepisce le mani come aggressive. Cercate di tranquillizzarlo, proponendo del cibo ghiotto con le mani, come la frutta o un biscotto. Cercate di coccolarlo, anche se tende a mordere, insomma, l’essenziale è trasmettere serenità a Pepito. Ciao, Maria.
Inviato via commento il 29/06/2015 – Amazzone fronte blu
Ciao, io ho preso un amazzone fronte blu da 10 giorni lui ha ora 40 giorni. Mi spaventa il fatto che ha sempre un po’ paura e se sta dormendo e si sveglia con me vicino mi vuole attaccare, si spaventa; lo stesso fa la mattina quando mi vede ha sempre paura. La mia paura è che quando diventa più grande ci potrebbe far male, oppure col tempo potrà migliorare secondo te? Grazie tantissimo, ciao.
Ciao, premetto che un po’ tutte le amazzoni in generale hanno un carattere tendenzialmente diffidente e talvolta aggressivo, soprattutto verso le persone che non conoscono; e la paura è un sentimento normale nei giovani esemplari. Tuttavia, l’amazzone f. blu, è tra le più docili e meno aggressive di carattere…
Detto questo, quello che mi sorprende, è che non mi parli di pappa e imbecco… mi sembra strano che un soggetto di 40gg, che sicuramente svezzata non è, e che nutri (o dovresti nutrire) da 10 gg, sia ancora così timorosa come la descrivi… il mio dubbio è che sia già più grande, e questo spiegherebbe la diffidenza.
In foto un’amazzone fronte blu di 43gg che sto allevando.
Ci sono poi altri aspetti da considerare, ad esempio come ti muovi intorno a lei, se il contesto in generale è tranquillo o piuttosto agitato… tieni presente che nella loro memoria antica, i pappagalli, a ogni fase dell’età, sono prede… e la paura è un sentimento costante quanto normale.
Mi sento in ogni caso di tranquillizzarti circa gli sviluppi futuri, perché è giovanissima, e c’è tutto il tempo affinché lei impari a conoscerti e capire che non ha nulla da temere, e a familiarizzare con il nuovo ambiente. Tra l’altro, dando per scontato che se ha 40 giorni non è ancora autonoma, il nutrimento che riceve da te è un ulteriore rinforzo affettivo.
Ti suggerisco una costante presenza da parte tua, qualitativamente significativa… intendo dire, di essere paziente, affettuoso e rispettare i suoi tempi di adattamento…
Ciao, Maria.
Ciao, grazie del consiglio, l’ho apprezzato molto. La foto del tuo amazzone non riesco a vederla per vedere la differenza, ora lui ha voluto mangiare meno quindi tre pappate al giorno. Ora ne avrà, secondo quello che me la venduto, quasi 50 giorni più o meno. Sì, lui ha paura di venire sulla mano e mette le unghie fuori e fanno male io spero che si fiderà di più di me e vorrei mandarti una foto cosi vedi quanto ha più o meno. Comunque grazie per tutto si vede che sei espertissima.
Inviato via commento il 03/07/2015 – Marcaggio
Ciao. Visto che del mio amazzone fronte blu ho il foglio di passaggio a me, più ho il numero del microchip che loro mi manderanno appena lo hanno, e io andrò dal veterinario a inserirlo… ma se io volessi fargli mettere anche l’anello, è possibile visto che ha circa 40 giorni? Grazie.
Gli anelli di marcaggio vengono messi entro pochi giorni di vita, in quanto sono chiusi e inamovibili, rimanendo tali con la crescita. Non ha senso mettere un anello successivo, che invece rimarrebbe aperto. Oltretutto ha già il microchip. Maria.
Inviato via commento il 11/04/2015 – Pyrrhura, Agapornis e …?
Salve Maria,
mi emozione sempre a vedere questo bellissimo blog. Le avevo già raccontato della mia esperienza e della mia attuale convivenza con un Pyrrhura ventre cremisi allevato a mano di 19 mesi maschio che “fa coppia” con un Roseicollis ancestrale di 14 anni selvatico maschio. Ora vorrei aggiungere un nuovo amico che sia buono e si lasci accarezzare e Lei mi aveva consigliato un Pappagallo del Senegal. Attualmente me ne hanno proposto uno maschio di 5 mesi, che, mi hanno detto essere buono e non beccare. Secondo Lei potrebbe socializzare con i miei 2 campioni oltre che con me o sarebbe meglio aspettare e prendere una femmina?
Oppure in alternativa cosa pensa se prendessi un Pionus? Potrebbe realmente essere tranquillo e convivere con i miei pappagalli? Sarebbe indifferente maschio o femmina? E tra i vari Pionus quale mi consiglia?
Scusi se le faccio tante domande ma un pappagallo è per la vita e voglio essere sicura di fare una scelta giusta che sia soddisfacente per me e per gli animali e, pertanto, non voglio sbagliare o essere troppo leggera nella scelta.
Confidando nella sua esperienza, tenuto conto che desidero fortemente un pappagallo da coccolare che non mi distrugga le mani e che non dia adito a tensioni con i miei amori, che hanno totalmente legato tra loro, cosa mi consiglia?
Attendo con ansia sua risposta. Saluti, Tiziana
Mi scusi se le ri-scrivo a così breve distanza. Fermo restando la mia volontà di adottare un altro pappagallo di cui le avevo chiesto parere sulla scelta e sto, quindi attendendo suo prezioso parere, volevo chiederle se si può, e in che modo insegnare al mio Pyrrhura a non mordere. Sono molto triste e scoraggiata per questo suo atteggiamento. Sono arrivata ad avere quasi paura di lui perché ora attacca anche in viso e le orecchie.
Cosa devo fare? Grazie per le risposte che mi darà.
Salve Tiziana, concordo molto con il fatto che il pappagallo è una scelta per la vita, e apprezzo il suo intento di ponderare attentamente la scelta più giusta. Per prima cosa però devo premetterle che la sua scelta non deve assolutamente essere finalizzata a un’interazione scontata quanto obbligata tra i vari esemplari. I pappagalli, esattamente come accade tra noi umani, si scelgono, e non esiste nessuna possibilità di “garantire” un’affinità tra gli esemplari, la quale è soggetta a variabili e soggettività molto più complesse della specie in sé o il sesso d’appartenenza. Pertanto partire da questo presupposto in partenza, è sbagliato, oltre che ingiusto nei loro confronti. Tenga anche presente che il Pyrrhura manifesta un comportamento non tipicamente di un pet, non a caso ha legato con un selvatico…! tentare di avvicinargli (o imporgli) un soggetto giovanissimo, e con tutte le potenzialità di un soggetto ben imprintato e docilissimo, sarebbe controproducente in quanto si ritroverebbe a sperimentare aggressività nei suoi confronti, e apprenderebbe solo questo comportamento! E questo, a prescindere dalla specie in questione e/o dal sesso. Il suggerimento che le do, è di riflettere bene sulle sue aspettative, e confermo che il piccolo Senegalus di 5 mesi,come specie riassume tutte le sue esigenze in termini di non rumorosità, giocosità, affettuosità, e capacità di apprendimento della parola umana; ma senza riporre o peggio ancora imporre aspettative errate.
La personalità dei pappagalli va rispettata e possono benissimo convivere con noi più di un esemplare, ma rimanendo ognuno nel proprio confine qualora i presupposti lo richiedano, come in questo caso. Quanto alle motivazioni della mordacità del Pyrrhura, e come porvi rimedio l’argomento è molto complesso; per sintetizzare la questione, i pappagalli sono prede, e di fronte a ciò che percepiscono come una minaccia, si comportano da tali: o fuggono o reagiscono. Spesso la beccata è “rinforzata”proprio dal nostro comportamento, in quanto verso una vigorosa beccata, in genere l’essere umano ha reazioni aggressive, minacciose, e questo induce a un circolo vizioso…il pappagallo capisce che con la beccata esercita un controllo verso le nostre mani, e contemporaneamente apprende aggressività. L’atteggiamento più corretto da tenere è di riporlo senza aggressività nella gabbia e andarsene, e premiarlo invece quando fa qualcosa noi gradito. In sintesi: rinforzo positivo. Maria.
Inviato via commento il 02/04/2015 – Manifestazione Gran Galà di Pappagalli e i sensi dei pappagalli
Maria ciao, sono Paolo. Domenica 25 gennaio son passato anche se di corsa a quella meravigliosa mostra di “PAPPI” al Gran Galà. Mai visto niente di simile, mai visto che in una circostanza simile venga creato un percorso in stile galleria d’arte dove si possa ammirare l’amico pappa nel suo ambiente naturale.
“CHE MERAVIGLIA”
Veramente complimenti agli organizzatori e a quanti si sono adoperati alla riuscita di questa straordinaria manifestazione. Ma osservando il mio pappa mi domandavo come i “sensi” gusto, vista, olfatto etc. in che modo sono spiccati nei nostri amici. Per esempio l’olfatto che importanza può avere, e quanto è in loro sviluppato, sente il profumo della frutta, o associa l’odore della mia pelle e mi riconosce se si trova nella mia spalla o in quella di un altro?Grazie e complimenti per la tua grande professionalità.
Ciao Paolo, La nostra mostra, che ha ospitato 20 specie in voliere ambientate, creando qualcosa di unico e innovativo, ha avuto proprio lo scopo di far conoscere ad un pubblico sempre più attento e curioso verso questo mondo, l’habitat di questi pappagalli, lo status sociale e le abitudini alimentari. Un risultato che è nostro motivo di orgoglio!
Parlando dei 5 sensi nei pappagalli, c’è da ricordare che il loro ruolo di prede in natura, la dice lunga sul maggiore o minore sviluppo dell’uno rispetto all’altro.
LA VISTA: sviluppatissima; gli occhi dei pappagalli, posti lateralmente, vedono in modo indipendente l’uno dall’altro, e, pur avendo le pupille fisse, ha un angolo di visuale molto ampia grazie alla capacità di torsione del collo. La percezione dei colori è sorprendente rispetto all’occhio umano, grazie al fatto che i loro occhi sono in grado di assorbire il colore dei raggi ultravioletti della luce solare. Questo spiega come il riconoscimento cromatico dei due sessi, sia invisibile ai nostri occhi, ma non nei loro. È importante anche al fine del riconoscimento di una minaccia o pericolo; non a caso il ciuffo di buona parte dei cacatua, che alzano in situazioni di percezione di minaccia, ha una colorazione più accesa.
IL GUSTO: Anch’esso molto sviluppato, ed è proprio la lingua, con la quale esplorano tutto, a determinare le differenze tra i sapori, la consistenza, la materia, e la commestibilità delle cose.
L’UDITO: uno dei sensi più sviluppati in assoluto, insieme alla vista. I pappagalli hanno la sorprendente capacità di frazionare i suoni, cioè di scomporli in una serie di messaggi impostati su intonazioni differenti. Suoni che all’orecchio umano appaiono monotoni. I pappagalli sono in grado di percepire i suoni tra i 400 e i 20.000 hertz.
IL TATTO: relativamente poco sviluppato, rispetto a quello umano, e confinato per lo più alla lingua. Da notare però, la capacità di comunicare per ”contatto”, ovvero la comunicazione che passa attraverso l’approccio e il toccarsi, rivolto sia verso i propri simili, che all’essere umano.
L’OLFATTO: Senza dubbio il senso meno sviluppato in assoluto. Il suo ruolo di preda in natura non gli ha conferito l’esigenza di avere questo senso sviluppato, come al contrario avviene nell’animale predatore, e come detto prima, il riconoscimento dei sapori passa attraverso la sviluppatissima lingua.
Ciao! Maria
Inviato a marzo 2015 – Far volare i pappagalli
Ciao Maria ,complimenti ho letto alcune tue risposte ad alcune domande e devo dire che mi hanno aiutato.Mi chiamo Sandro e possiedo 2 pappagalli eccezionali un Ecletto maschio di circa 18 mesi e un inseparabile di 3 anni. Mi piacerebbe poter far volare i miei pet ma ho il terrore che perdano l’orientamento e di non riuscire più a recuperarli, io abito vicino a Treviso conosci qualche luogo dove poter portare i miei pappagalli a sgranchirsi le ali senza i pericolo di perderli; tipo qualche palazzetto o ecc, dove sia possibile vederli nel loro ambiente? Ti ringrazio qualora volessi rispondermi.
Ciao Sandro, ma certo che ti rispondo. Purtroppo Treviso non è la mia zona, e non saprei indicarti un luogo idoneo per questo tipo di addestramento; ma il suggerimento che ti do, è quello di non portarli subito in totale libertà se non sono mai stati abituati a stare completamente liberi all’esterno prima. Vedi, i pappagalli sono molto attratti dallo spazio aperto e dall’altezza in generale… ma non sono altrettanto bravi a fare ritorno poi, e soprattutto perdono completamente l’orientamento se non hanno più un contatto visivo e acustico con il proprietario…! Quindi ti suggerisco di procedere così: esistono in commercio, anche su internet, speciali pettorine estensibili finalizzate a questo scopo; puoi così abituarli in ambiente esterno in modo graduale e sicuro, e sperimentare come si comportano nello spazio aperto, abituandoli al comando di ritorno mediante il “rinforzo positivo”, premiandoli cioè con una leccornia o un frutto gradito ogni volta che fanno ritorno a un tuo comando. L’importante è sempre la gradualità in sicurezza, e vedrai che i risultati arriveranno. Maria.
Inviato a marzo 2015 – Imbecco dopo lo svezzamento
Ciao, ho letto della tua passione, e abbiamo qualcosa in comune solo che io ho poca esperienza, per questo vorrei chiederti qualcosa. Io ho un cacatua rosa e due colopiste che non vanno molto d’accordo fra loro, così mi è stato detto di dare, anche se sono già svezzati, l’imbecco serale insieme, perché è un legante li farà sentire più sicuri e tranquilli. Tu che ne pensi, è vero questo che posso ancora dare imbecco serale anche se hanno due anni?
Giovani calopsitte
Ciao, l’imbeccata serale, su soggetti ormai adulti e comunque perfettamente autonomi dal punto di vista alimentare, non solo non ha alcuna utilità logica al fine di “creare un legame”, ma soprattutto è controproducente dal punto di vista psicologico. Ammesso che accettino l’assaggio, cosa che per fortuna dovrebbero rifiutare in quanto si tratta di una fase ormai superata, questo potrebbe, in alcuni soggetti, a indurli a regredire dal punto di vista psicologico, creare forme di “dipendenza”; non sono più pulli che vengono nutriti e crescono insieme. Come nell’essere umano, una volta conquistata l’autonomia alimentare, questa va incoraggiata; per rendere chiaro il concetto, sarebbe come dare il seno materno a un bambino di 3-4 anni, con tutte le implicazioni regressive del caso. Detto ciò, personalmente non vedo come un problema che i tre esemplari non vadano molto d’accordo…possono benissimo convivere senza mescolare i loro rispettivi spazi, e stare insieme sotto sorveglianza. La cosa fondamentale è non rinforzare l’eventuale antagonismo. Suggerisco sempre, quando ad esempio stanno fuori dalla gabbia, di collocarli in una zona neutra per tutti e tre; e se posati sulla spalla mostrano “territorialità” verso la persona, si tratta semplicemente di evitare queste forzature e dedicare a ognuno la propria attenzione. Ma ritengo sempre che l’individualità e personalità dei pappagalli va sempre rispettata. Maria.
Inviato a febbraio 2015 – Inseparabile e Pyrrhura
Salve Maria,
complimenti per la sua bellissima Passione e per la cura verso queste meravigliose creature.
Ho tante altre domande che vorrei porle.
Intanto mi presento: sono Tiziana e adoro gli animali. Ho tanti animali tra cui un inseparabile Titti da 14 anni e un Pyrrhura ventre cremisi, Remì da 1 anno, che parla e sono riuscita ad insegnargli a fare cacca a comando… però morde tantissimo ed anche a sangue.
Remì aveva quattro mesi quando l’ho preso e mi è stato detto che era allevato a mano ma è così mordace da sempre che fatico un po a credere che sia allevato a mano. La mia scelta cadde su Remì perché avevo letto che i pdc sono diffidenti e distruttivi, mentre i Pyrrhura tranquilli, silenziosi e coccoloni. Veramente Remì è tranquillo ma piuttosto che silenzioso è un gran chiaccherone, ma non nel senso che fa il suo verso ma perché dice in modo chiaro tante parole ma non è effettivamente ne distruttivo ne però giocherellone. Quando è fuori rimane appollaiato sulla mia spalla e dorme oppure tenta di mordermi.
Ora vorrei acquistare un parrocchetto dal collare allevato a mano per poterlo coccolare come non mi permette Remì… lei che cosa ne pensa?
In base alla sua esperienza il parrocchetto è distruttivo con gli oggetti? È rumoroso? È diffidente o coccolone? Oppure mi dovrei orientare su un parrocchetto monaco, o pappagallo del senegal o conuro testa blu, Pionus Maximiliani, lori arcobaleno. Tra questi che ho elencati quale ha il carattere più docile, che possa affezionarsi a me senza ripercussioni con la coppia di “inseparabili” (perché oramai Remì e Titti sono inseparabili per come si sono legati) e che sia anche buono e non rumoroso; nel senso che usi il verso per comunicare come fa Remì insomma. (Per rumoroso intendo come frequenza di verso più che altro, più che altezza di tono, in quanto l’inseparabile se decide di dare fastidio attacca ad urlare in modo insistente). Desidererei un amico pennuto a cui insegnare qualche giochetto e da portarmi a spasso con la pettorina quando il tempo è bello e perché no che impari anche qualche parolina.
Confidando tantissimo nella Sua preziosa risposta La ringrazio anticipatamente per i suggerimenti e le informazioni che mi darà e Le porgo i miei più affettuosi saluti.
Saluti, Tiziana
Salve Tiziana,
Entro subito molto volentieri nei quesiti. Confermo il temperamento molto tranquillo, giocoso, affettuoso e la poca rumorosità di tutti i conuri del genere Pyrrhura, al quale appartiene Remi’; da sottolineare anche una buona suscettibilità all’apprendimento della parola umana, che scandiscono con una caratteristica voce da “cartone animato”. Esiste talvolta la tendenza alla mordacità, specialmente verso persone estranee, ma la loro simpatia e socievolezza compensa a mio avviso questo aspetto. Questo a volte può anche dipendere da uno scarso contatto umano nella delicata fase di svezzamento. Veniamo ai parrocchetti dal collare; Si tratta di una specie in effetti molto diffidente e schiva e con una marcata tendenza a rinselvatichire se appena terminato lo svezzamento, non vengono costantemente tenuti a stretto contatto con l’uomo, inteso proprio come contatto fisico. Quanto alla distruttività, non lo sono affatto più di altre specie nominate. Questa è una caratteristica caratteriale, che però, io nella mia esperienza con loro, ho avuto modo di sperimentare che esiste un aspetto fondamentale nel condizionarla: l’indole genetica. Ho allevato a mano pdc sorprendentemente docili e affettuosi, e rimasti tali (è poi fondamentale il rapporto che instaura il futuro proprietario con loro), ma sempre figli di determinate coppie a loro volta poco diffidenti. La predisposizione genetica ed ereditaria alla docilità è importante, ed è fondamentale la qualità dell’allevamento a mano con questa specie. La voce è un po’ acuta ma non eccessiva, e nemmeno continua. Per quanto riguarda le altre specie nominate: il parrocchetto monaco è un ottimo parlatore tra le specie della sua taglia, e direi tra i più dotati. Tra l’altro è veramente molto coccolone, affettuoso e molto predisposto all’apprendimento dei giochi. È piuttosto rumoroso però, con un tono piuttosto alto, ma normalmente ricorre alla sua voce naturale solo se spaventato o cerca di attirare l’attenzione su di sè. Approfitto per sottolineare che i pappagalli CI IMITANO… mai rispondere con urla alle loro urla. Ma questa è un’altro argomento di trattazione. Altra caratteristica, è molto territoriale verso la sua gabbia. Altra specie che suggerisco è il pappagallo del Senegal, per le stesse caratteristiche di giocosità, affettuosità e ottima capacità di apprendimento della parola umana. sottolineo anche una veramente scarsa rumorosità. Carattere però inizialmente molto schivo e timoroso, un po’ timido, almeno finché non familiarizza con l’ambiente. Tende a legarsi a una persona in particolare. Il Pionus Maximiliani, ha un carattere docile, affettuoso se ben allevato, ma non eccelle molto come parlatore. È comunque relativamente poco rumoroso. Del conuro testa blu, avrei molto da dire in quanto è uno dei più dotati tra i conuri del genere Aratinga, per suscettibilità di apprendimento alla parola umana. È intelligentissimo, attento, curioso, estroverso, e immediato nell’apprendimento e la mimica. Lo definisco ”il cenerino dei conuri” x la sua fenomenale intelligenza. I contro: poco diffuso poichè non si riproduce facilmente, e voce piuttosto forte che usa proprio x attirare l’attenzione su di se’ essendo estremamente monogamo e con forte tendenza a legarsi a una persona in particolare. Infine, sconsiglio il lorichetto arcobaleno, non perchè il suo carattere non sia interessante; è molto curioso, socievole e giocherellone, talvolta un po’ mordace. Bensì in quanto la sua particolare alimentazione (nettarivoro e non granivoro), lo porta a sporcare molto in casa, con l’emissione di tipiche deiezioni liquide ”a spruzzo”. Aspetto da tenere bene in considerazione prima. La voce è piuttosto acuta e la percezione di sgradevolezza è influenzata dalla personale soglia. Personalmente trovo più fastidioso il cicaleccio continuo, acuto degli inseparabili, che le detonazioni delle ara..ma è appunto molto relativo. Spero Tiziana di essere stata abbastanza esaustiva nell’orientarla verso la scelta più adatta… Dimenticavo: il conuro del sole è a mio avviso un’altra specie da considerare, x la sua straordinaria affettuosità… un vero coccolone e giocherellone. Voce piuttosto forte, ma veramente molto bello!
Maria