Inviato via mail il 20/12/2016 – Calopsitta recuperata
Buongiorno Maria, ho recuperato dalla strada questa Calo, a fine settembre
e ho cercato di documentarmi per tenerla al meglio, alimentandola con
frutta, verdura, bacche, semi. Fino a tre giorni fa tutto ok, sembrava aver
finito la muta, rispondeva agli stimoli, mi riconosceva e fischiettava il
motivetto che le avevo insegnato. Poi ha smesso improvvisamente di fare
ogni cosa che aveva imparato, non parla più ed emette solo il suo verso
tipico, rare volte ripete il suo nome, ma quasi mi ignora. Continua a
mangiare, ed è relativamente attivo (credo sia un maschio). Premetto che
non ho cambiato nulla, né ambiente, né alimenti, né introdotto elementi di
disturbo. Nella gabbia ha a disposizione alcuni passatempo… Mi riesce a
dare qualche consiglio. Grazie infinite.Allego foto inizio Novembre, ora il becco è a posto, e la gabbia in cui l’ho spostato (da più di un mese) è molto grande.
Daniela
Ciao Daniela. I pappagalli non si comportano sempre nella medesima maniera prevedibile e, nell’ambito di un soggetto in buona salute, ci possono essere oscillazioni nel comportamento.
Se noti che parla e fischietta un po’ di meno in questi ultimi 3 giorni, non mi sembra il caso di allarmarsi! L’importante è che lo vedi normalmente reattivo, che si alimenta, e che non dia segni di effettivo malessere, come inappetenza, torpore generale, stazionamento persistente sul fondo gabbia e piumaggio arruffato.
Se tutto questo è a posto, non preoccuparti se da soli 3 giorni è meno loquace.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 13/12/2016 – Piccola lori arcobaleno
Buona sera le scrivo in merito ad un lori arcobaleno femmina di 4 mesi allevata a mano presa da pochi giorni. Chiedo a lei perché leggendo in internet noto abbia una certa cultura sui pappagalli.
Mi avevano detto avessero un carattere molto attivo giocherellone ecc invece lei dorme e basta tutto il giorno è molto tranquilla e non emette quasi mai suoni. Non penso sia perché la casa è nuova ecc perché anche quando era con la vecchia padrona era uguale. Spero sia perché ha solo 4 mesi. In fine volevo sapere se anche le femmine di lori parlano? Alcuni mi dicono di sì altri dicono di no. Grazie infinite. Buona giornata.
Timeea
Ciao, in effetti mi sorprende una totale inattività di un lori arcobaleno, specie che ti confermo essere in genere molto attiva, vivace e giocherellona. Esistono naturalmente delle variabili individuali, e certamente la giovanissima età può anche comprendere un temperamento iniziale più tranquillo. Ma se tu mi riferisci testualmente che ”dorme e basta tutto il giorno” e se devo prenderti alla lettera, proprio normale non è.
La cosa da valutare è se sul piano generale da segni di malessere; i segnali da non sottovalutare sono: torpore generale, stazionamento protratto e costante sul fondo gabbia, arruffamento delle penne, sguardo sofferente, inappetenza. Insomma, un esemplare malato dà visibilmente segni di sofferenza. Tu hai il soggetto sotto gli occhi, e puoi valutare il confine tra il torpore, e temperamento tranquillo, ma normale. E per normale intendo che alterni i momenti di sonno a momenti in cui si alimenta correttamente e manifesti normale reattività agli stimoli e un minimo di attività. Se hai dei dubbi ti suggerisco di farla valutare da un veterinario aviario.
Per quanto riguarda l’apprendimento del linguaggio, maschi e femmine apprendono con le stesse potenzialità.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 12/12/2016 – Pappagalli e malattie trasmissibili all’uomo
Salve Maria, il 6 dicembre di questo anno ho acquistato in un negozio di animali un inseparabile blu, allevato a mano. Mi sono già tanto affezionata a lui e credo anche lui a me, solo che da ieri mi sto facendo alcune domande, e sto rifletto sul fatto di tenere o no il piccolo di 4 mesi. Io lo tengo libero in casa, tranne la notte. Il problema è che ho letto su internet che i pappagalli possono trasmettere malattie all’uomo, e addirittura che in stato di gravidanza si posso andare incontro ad aborto o nascita prematura. Questa cosa mi preoccupa e mi turba. Anche se l’idea che il mio Blue non sia più mio mi distrugge. Ma nello stesso tempo mi spaventa questa storia della trasmissione della malattia. Potrebbe darmi delle dritte sull’argomento ? Grazie mille. E complimenti per il blog.
Ciao. Sono ben poche le malattie che i pappagalli possono trasmettere all’uomo. La più nota è la Psittacosi; è causata da un batterio parassita endocellulare, la Chlamydia Psittaci, che infetta non solo i pappagalli ma anche altre specie di uccelli selvatici, in particolare tortore, merli, piccioni e animali da cortile. Può infettare anche mammiferi, incluso l’uomo. L’infezione si contrae inalando particelle di feci secche o tramite contatto diretto con l’animale, in particolare con le sue secrezioni nasali e oculari. L’infezione viene trasmessa sia in modo verticale (genitore-uovo), che orizzontale (da un soggetto all’altro). Esistono anche i portatori sani, ovvero soggetti che sono entrati in contatto col batterio, ma hanno sviluppato gli anticorpi necessari affinché la malattia non si sviluppi. Tuttavia possono diffonderlo nell’ambiente.
Ma va detto che si tratta di una malattia riscontrabile solo in determinate condizioni di detenzione dei soggetti, quali sovraffollamento, scarsa igiene e promiscuità tra soggetti di provenienze diverse e dubbie…
Quindi escludo che il tuo inseparabile possa essere portatore della zoonosi in questione. Per quanto riguarda i sintomi, sono sfumati e aspecifici, ovvero non esiste un sintomo tipico della Psittacosi, che non sia riscontrabile anche in altre malattie. Tra questi ci può essere intorpidimento generale, secrezioni oculari e scolo dalle narici, difficoltà respiratorie e colorazione giallo verdognolo delle feci. Ma ripeto, questi sono sintomi aspecifici.
Si tratta in ogni caso, di una malattia curabile sia nei pappagalli che nell’uomo , verso il quale si manifesta con tosse secca, e febbre (riconducibili a polmonite da Chlamydia). Il trattamento è a base di antibiotici mirati, quali le tetracicline.
Ma a parte tutto questo, ho una considerazione personale: l’ hai portato a casa da soli 6 giorni… e solo ora ti poni tutti questi dubbi? I pappagalli, come tutti gli animali, non sono oggetti di cui ci si disfa alla minima difficoltà o addirittura perplessità. E sono passati solo sei giorni…
L’acquisto di un pappagallo va ponderato molto bene prima, perché ci si assume un impegno e una responsabilità precisa.
Detto questo, pensa a goderti serena il tuo inseparabile, che ora ha bisogno di te.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 09/12/2016 – Kakariki
Buonasera,
Invio la presente per chiedere gentilmente consigli e aiuto nella gestione del pappagallino in foto. Innanzitutto volevo chiedere secondo lei quanto ha… e se è vero come ha detto il negoziante che ha 2 mesi e mezzo circa. Si tratta di un maschietto? Io e mia moglie gli stiamo dando tre imbeccate al giorno di Nutribirds… Posso somministrargli frutta e verdura già da ora?e se si intera o sminuzzata?altra cosa molto importante come posso gestire i suoi improvvisi voli?
Spesso mentre lo teniamo in mano io, mia moglie o la mia bambina (il pappagallino è con noi da soli tre giorni) lui spicca il volo spesso alternandosi sul.muro e cadendo sui mobili con la paura da parte nostra che si posso fare del male! Aiutatemi vi prego siamo già stregati di “Kiwi” e non vorremmo compiere errori che lo facciano soffrire!!!! Il bagnetto lo può già fare???
Manuel
Ciao Manuel. Si tratta di un kakariki, confermo l’età approssimativa, osservando la lunghezza della coda, che si allungherà ancora di 2/3 cm. I due sessi sono quasi identici, e oltretutto è ancora piccolino. Gli adulti maschi sono leggermente più grandicelli delle femmine, ma occorre un buon occhio.
Certo che puoi somministrare frutta e verdura a pezzetti, anzi te lo raccomando vivamente, per iniziare a fargli sperimentare cibi solidi.
Per quanto riguarda gli improvvisi voli, si tratta di una specie che non ama stare fermo nelle mani, è molto irrequieto, anche dentro la gabbia, e non ama molto il contatto fisico. Più passerà il tempo più ti renderai conto della sua irrequietezza, che è nella sua natura. Per questo ti consiglio in questa fase, di tenerlo più possibile a contatto con voi, ma senza eccessive forzature.
Il bagnetto glielo puoi fare tranquillamente, oltretutto è una specie che ama molto l’ acqua.
E’ inevitabile che finché non prenderà confidenza con le misure e gli spazi della tua casa, qualche volta planerà sui muri e mobili… ma è difficile che si possa far male in modo serio. Cerca magari di farlo volare in una stanza più sicura per lui, ampia e con pochi oggetti.
Inviato via mail il 06/1272016 – Convivenza fra due Ara Ararauna
Salve, mi chiamo Massimo. Ho visto il suo blog e mi è piaciuto molto, io ho alcune domande e le sarei grato se potesse aiutarmi. Io 4 anni fa ho acquistato un Ara Ararauna da un allevamento, l’ho tenuta in casa per due anni poi mi si è presentata l’occasione di prendere un altro esemplare ma maschio di circa 10 anni anche lui vissuto a casa del proprietario ma non proprio tenuto come si deve. Ho costruito una bella e grande voliera di 5 metri x 2 x 2,5 di altezza. Loro convivono bene ma non si avvicinano l’uno all’altro e se lo fanno e io mi avvicino si beccano… ora è già 1 anno che convivono il mio sogno è quello di farli accoppiare secondo voi è possibile? Basta fargli il nido o devo fare qualcos’altro?
Ciao Massimo e benvenuto.
La maturità sessuale delle Ara Ararauna è intorno ai 6 anni, ma la maturità genitoriale può richiedere anche qualche anno in più, poiché dipende da vari fattori come la compatibilità dell’età dei due componenti della coppia, il loro percorso psicologico (allevamento a mano, socializzazione prevalente verso l’uomo o verso i propri simili e comunque la maturità dei singoli soggetti).
Detto questo, devi sapere che la riproduzione delle ara allevate a mano è alquanto difficile rispetto ai soggetti selvatici. Questo perché si tratta di una specie fortemente monogama e si lega al proprietario in modo spesso morboso. Ma molto dipende da quanta possibilità hanno avuto di socializzare tra i propri simili. Dipende anche se uno o entrambi è stato imprintantato verso l’uomo.
Se il primo soggetto ha meno di 5 anni è in ogni caso ancora immaturo sessualmente.
Il tentativo comunque è possibile, e la presenza di un nido è in genere uno ”stimolante” ai fini della riproduzione, oltre a un’alimentazione più varia e abbondante nel periodo riproduttivo, in particolare di alimenti contenenti la vit.E. Sono molto ricchi di questa vitamina i semi germogliati. Questo serve a ”ricordare” nella memoria antica del pappagallo, che la primavera coincide, come avviene in natura, con una maggiore disposizione di cibo. Momento ideale per riprodursi.
Ma tieni sempre presente che al di là dei tecnicismi, è fondamentale un buon affiatamento di coppia. Maria.
Inviato il 25/11/2016 – Qual è il miglior pappagallo per me?
Buonasera, mi chiamo Alberto e ho trovato il Suo blog e la mail su internet.
Le scrivo perchè da un po’ di tempo avrei in mente di prendere un pappagallo, scelta non molto facile. Non sono il tipo che appena vede un animale lo vuole con sè per poi sbarazzarsene il giorno dopo. Sono andato alla ricerca di informazioni, cercando di studiare ed apprendere quanto necessario su questi uccelli. Nonostante ciò, sono ancora indeciso su quale prendere, sulla voliera, sulla collocazione in casa ecc. Dalle mie ricerche (e avendo un amico biologo che mi dà qualche consiglio, pur non essendo esperto in questa precisa disciplina) sono arrivato alla conclusione che l’ideale per me sia una calopsitte. Sono animali molto intelligenti e che si adattano abbastanza bene, inoltre è relativamente facile allevarle anche per un inesperto come me. Il problema, anche se non pare grave, è che l’aspetto fisico della calopsitte non mi piace molto! Quindi cercavo un pappagallo con caratteristiche psicologiche più o meno simili, ma con un aspetto diverso.
Un altro “candidato” sarebbe l’alessandrino, molto bello e sveglio, per quel che ho letto. Il suo problema però è la coda molto lunga, quindi ne deduco che serva una gabbia molto spaziosa, ma non ho idea quanto.
Per ultimo, ma non ultimo, pensavo al Poicephalus, anche quello molto interessante.
Detto ciò, Le spiego cosa cerco in un pappagallo: che sia discretamente intelligente, che sappia dire qualche parola e/o fischiettare (ho visto che la calopsitte è molto portata per questo).
Io ho una casa abbastanza grande, ma non so quanto debba misurare la gabbia, nonostante abbia trovato su internet le misure minime per ogni specie, ma in particolare, a seconda dell’animale, deve essere diversa! Un altro problema è dove metterla: consideri che io ho il camino in casa e non è affatto consigliabile metterla lì, anche se sarebbe il posto (salotto) dove è concentrato il maggior numero di persone possibile (so che il pappagallo deve vedere tutta la famiglia per potersi abituare).
Infine, vorrei un consiglio da parte Sua. Come avrà capito, non sono uno sprovveduto, prima di due mesi fa non sapevo niente di pappagalli (non che ora sia un esperto), ma sono pronto ad informarmi sempre su ciò che non conosco ed ad ascoltare i giudizi di persone più esperte, fra le quali Lei.
Mi scusi per la lunghezza, forse eccessiva, del messaggio. Spero di essere stato chiaro.
Attendo una Sua risposta.
Cordiali saluti.
Alberto Michelotti
Ciao Alberto, e benvenuto nel mio Blog.
Ho notato con molto piacere che sei una persona che si approccia nel modo giusto verso questo mondo, cioè ti documenti e cerchi approfondimenti.
E mi hai letto nel pensiero, riferendomi le tue aspettative verso la scelta di una specie.
Andiamo con ordine; sei alla prima esperienza con un pappagallo, e credo di capire che in effetti la calopsitte riassuma tutte le caratteristiche che tu cerchi, da un punto di vista sia caratteriale che psicologico. Ti confermo che si tratta di un pappagallo di semplice gestione, molto socievole e accomodante (si affeziona facilmente a tutti i componenti della famiglia), molto affettuoso, e anche molto intelligente. Il maschio di questa specie, ha una straordinaria abilità nell’imparare a fischiettare canzoncine e apprendere la parola umana. Attenzione a scegliere un maschio, se si vuole questo ”valore aggiunto”, per così dire. E ti assicuro che questa specie, dal punto di vista delle soddisfazioni che può dare, non ha nulla da invidiare a specie di taglia più grande o dai colori più sgargianti.
Il Parrochetto alessandrino, è spettacolare da un punto di vista estetico, ma devo dirti che, come carattere è molto diverso dalla calopsitte, e non è poi così semplice da gestire, e non solo per la sua lunga coda. Si tratta di una specie che (come un po’ tutte quelle del genere Psittacula) è molto diffidente e schiva, con una marcata tendenza a rinselvatichirsi. Dovresti trovare un soggetto giovanissimo, e una volta a casa, dedicargli molto tempo per non ”perderlo”… Per altri aspetti, è un pappagallo intelligente, ed un buon parlatore. Il suo timbro di voce ricorda un po’ quello di Calimero…! Necessita di una gabbia spaziosa, per non sciupare la sua bella coda (l’ideale è sul 130x70x80, avendo spazio in casa).
Per quanto riguarda il Poicephalus, credo che tu ti riferisca al più diffuso, il Senegalus. Ottima specie, intelligente, vivace, giocherellone, ed è un ottimo parlatore. Un po’ timido e schivo all’inizio, ma appena prende confidenza con l’ambiente, si rivela un compagno di giochi eccezionale. Molto affettuoso anche lui, ma avrà la netta tendenza a legarsi a una persona in particolare.
Potrei segnalarti anche altre specie con caratteristiche interessanti , come i conuri, specialmente quelli del genere Aratinga, o il parrocchetto monaco. Ma si tratta di specie già più complesse da gestire, anche per la loro rumorosità.
Riassumendo, credo che al di là dell’aspetto estetico che non preferisci, la calopsitte sia l’ideale per te, anche per la caratteristica di fischiettare canzoncine, che ti ha molto colpito, e per la semplicità di gestione. In alternativa, il Senegalus, ma ti sconsiglio l’Alessandrino.
Per la collocazione della gabbia ideale, ti sconsiglio la cucina, in cui ci sono troppe esalazioni di fumi e sostanze tossiche: la più pericolosa è il Teflon (ne ho parlato in una recente risposta).
La dimensione, beh, avendo spazio in casa, più spaziosa è, meglio è.
La calopsitte è piuttosto sedentaria e non è necessaria una gabbia molto grande. Il Senegalus invece è molto vivace e ama fare acrobazie. Quindi tra i giocattoli all’interno della gabbia e la libertà di movimento, l’ideale è almeno di 80 x60x60. Un consiglio importante: abbiamo parlato di misure, ma la gabbia deve essere facilmente trasportabile da una stanza all’altra, perché è vero che il salotto concentra molte persone, ma proprio per questo in genere c’è anche molta confusione, specialmente la sera davanti alla TV. E questo devi tenerlo presente, specialmente se ti orienti su una specie dalla voce forte… I pappagalli ci imitano… Quindi la sera è opportuno poterli spostare su una stanza tranquilla dove possono dormire le 10 ore di sonno medie di cui necessitano, e non solo per la presenza del caminetto. Maria.
Inviato via mail il 20/11/2016 – Ara Ararauna in svezzamento
Salve… Io ho preso un’Ara Ararauna 3 settimane fa. È nata il 27 settembre e la sto allevando a mano. All’inizio tutto bene ma sono 3 giorni che urla ininterrottamente ogni 3 secondi. È insopportabile perché urla davvero forte. Non so da cosa possa dipendere. L’allevatore mi ha detto di metterla in una stanza da sola ma mi chiama in continuazione. Non so cosa fare e se devo consultare un veterinario. Grazie per la risposta.
Ciao. Crescendo, è naturale che il piccolo diventi vocalmente più attivo. Finché è ancora molto piccolo, praticamente mangia e dorme, ma crescendo, aumenta la sua curiosità verso ciò che vede intorno a lui, in particolare verso di te, che sei la sua ”mamma”. Per questo l’allevatore ti ha detto di tenerla in una stanza da sola, nel senso che probabilmente è sempre vicino a te, e anche se ha appena mangiato, lei ti vede e giustamente ti chiama… d’altra parte hai acquistato un’ara, la cui voce non è certo soft. Ma questo immagino tu lo sapessi già.
Detto tutto questo, è difficile stabilire altri motivi delle urla improvvise così insistenti, negli ultimi 3 giorni. Se l’animale è vispo, cresce bene e mangia con appetito, questo non è imputabile a malessere fisico.
Quindi, per esclusione, non resta che stabilire se la quantità e il numero dei pasti è adeguato (un’ara di quasi 2 mesi mangia molto), se hai cambiato la sua collocazione rispetto a prima, dove ora evidentemente ti vede e sente di più, e non da ultima, se manifesti la tua insofferenza con lei. Se tu sei nervosa e le urli a tua volta di smetterla, lei non può che adeguarsi…
Ciao, Maria
Inviato via mail il 20/11/2016 – Alimentazione più naturale per il cenerino
Ciao Maria, complimenti per il tuo blog… Vorrei farti una domanda: ho un pappagallo cenerino di 9 anni allevato (purtroppo) da me dalla tenera età di 1 mese: è dolcissimo, docile, ma vigile come un vero selvatico. Da circa un anno sto cercando di alimentarlo in modo più naturale possibile, senza prodotti industriali ecc cercando bacche e fiori, ma vorrei sapere qualche notizia in più… solo per l’alimentazone wilde! Grazie del tempo che metti a disposizione nostra! Ciao! Luigia.
Ciao Luigia. L’alimentazione di base del cenerino, prevede una dieta più varia possibile, e ricca in particolare di frutta (molto graditi i fichi) e verdura fresche, da fornire giornalmente, cereali e legumi cotti, da offrire anche insieme, bacche e fiori come stai già facendo, e anche saltuariamente semi ammollati (da preferire ai germogliati, poiché il tempo minore di ammollo, diminuisce il rischio dello sviluppo di pericolose micotossine). La sua miscela di semi non deve eccedere di semi oleosi, come il girasole e arachidi, che purtroppo lui tende a preferire, come tutti i pappagalli, ma in realtà danneggiano seriamente il fegato. L’estruso è un ottimo alimento in quanto ogni singola crocchetta, a prescindere da forma e colore, è perfettamente bilanciata nel rapporto proteine/grassi. Una dieta sbilanciata da questo punto di vista, espone il cenerino a degenerazione epatica, carenze vitaminiche e ipocalcemia. Ciao, Maria.
Inviato via mail il 17/11/2016 – Le caratteristiche delle calopsitti
Ciao,
sono Gabriele e ho trovato il tuo blog poiché sono alla ricerca di un calopsitte allevato a mano da acquistare. Siccome sono ancora inesperto, leggendo le varie domande riportate sul sito internet, ho pensato di chiederti, vista la tua grande esperienza, se è più indicato prendere un calopsitte allevato a mano appena svezzato oppure un esemplare di qualche mese.
Inoltre a tuo parere, è presente qualche differenza caratteriale tra il maschio e la femmina?
Come mutazione mi piacerebbe molto la variante perlata…
Grazie e attendo la tua risposta! Gabriele.
Ciao Gabriele, e benvenuto.
Per quanto riguarda l’età, puoi acquistarla anche appena svezzato, ma l’importante è che tu abbia la certezza che sia completamente svezzata e autonoma sia dal punto di vista alimentare che psicologico. Per le differenze caratteriali, posso dirti che entrambi i sessi sono molto affettuosi e coccoloni, e si legano entrambi moltissimo al proprietario. L’unica differenza in questa specie, è che il maschio ha la predisposizione a imparare paroline e a fischiettare molte canzoncine. La femmina no, ma, ripeto, sono entrambi molto dolci di carattere.
Le perlate sono molto belle, ma finché non faranno la prima muta completa, intorno all’anno di età, non potrai avere la certezza del sesso. I maschi perderanno la perlatura, diventando come dei maschi ancestrali (grigi con la testa gialla per intenderci), con qualche chiazzetta in giro a volte. Le femmine manterranno la perlatura.
Maria
Inviato via mail il 14/11/2016 – Inseparabile appena arrivato
Ciao Maria,
Mi chiamo Matteo e ho 29 anni. 3 giorni fa io e la mia ragazza abbiamo preso un pappagallino inseparabile nato da nemmeno due mesi. L’abbiamo portato a casa e lasciato ambientare nella sua gabbietta per un giorno intero. Ieri lo abbiamo liberato e ha svolazzato per casa e dopo un po’ , mettendogli la gabbietta davanti a lui aperta, c’è rientrato senza problemi. Oggi gli abbiano tolto la scatolina dove stava dentro la gabbietta. Considera che nella gabbietta ha due posatoi, due mangiatoie piene di semini misti, un abbeveratoio e il fondo lo lascio libero anche perché è estraibile. Quindi una volta al giorno lo pulisco.
Volevo farti alcune domande perché io e la mia ragazza non abbiamo esperienza in merito.
– È un problema se spostiamo di tanto in tanto la gabbia con lui dentro in modo da stare sempre con noi nelle diverse stanze?
– Quando posso togliergli le pannocchie di panìco?
– Come faccio per far sì che si abitui a noi due, è possibile che si affezioni sia a me che alla mia ragazza?
– Da ultimo, ti chiedo se puoi darmi alcune direttive generali.Grazie mille. Ti prego aiutami Maria! Un saluto…
Ciao Matteo e benvenuto nel mio Blog.
Ti rispondo nell’ordine.
No, non è affatto un problema se lo sposti con la gabbietta, anzi. Così prende confidenza con tutti gli ambienti di casa.
Le pannocchiette, puoi offrirgliele sempre, anche dopo lo svezzamento; sono un complemento alimentare molto gradito.
Per quanto riguarda l’affezionarsi a una o più persone, gli inseparabili hanno la tendenza ad affezionarsi a una persona in particolare (ma questo vale un po’ per tutte le specie), e questo aspetto è molto accentuato nelle femmine, le quali diventano proprio aggressive nei confronti di altre persone. Ma a prescindere dal suo sesso, è un soggetto talmente giovane che, se abituato a stare sia con te che con la tua ragazza in eguale misura, non dovrebbe avere problemi ad affezionarsi a entrambi.
Per i consigli di carattere generale, ti suggerisco appunto di abituarlo a stare con entrambi, e di mantenere un equilibrio tra il tempo in cui sta dentro e fuori dalla gabbia. La collocazione ideale della gabbia, è possibilmente non in cucina, per evitare le esalazioni di fumo, prodotti chimici, e in particolare sostanze tossiche come il “teflon”. Si tratta del prodotto del surriscaldamento delle padelle antiaderenti, ed è purtroppo rapidamente letale per loro, visto il loro esiguo peso corporeo.
Basta usare padelle in ceramica.
Poi, attenzione alle correnti d’aria e ai bruschi sbalzi di temperatura. Soprattutto nella stagione invernale.
Poi, un’alimentazione varia, quindi non solo semi, ma integrazione di frutta e verdura fresche. Anche se gli inseparabili non sono molto curiosi verso questi alimenti. Ma bisogna sempre proporre, soprattutto a partire da ora, che è giovanissimo. Se non è ancora completamente svezzato, ti suggerisco il mio articolo ”Allevare a mano un pappagallo”.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 23/10/2016 – Caicco e conuro insieme
Salve, mi può dire se un caicco testa gialla e un conuro del sole possono vivere insieme nella stessa gabbia? E liberi insieme per casa? Grazie.
Beh detta così si può dire tutto e niente. Nel senso che dipende: teoricamente sì. Ma dipende tutto da loro, dal loro carattere, se uno è più territoriale di un altro, anche dalla loro età; se sono entrambi giovani è più probabile che prevalga una certa curiosità reciproca. Se uno è già presente da tempo, ed è adulto, c’e’ la possibilità che consideri l’altro come un invasore. Dipende anche dalle dimensioni della gabbia in cui li si ospitano. Ripeto, in teoria sì perché sono entrambe specie molto curiose di carattere. Poi ci sono le variabili del caso, a cominciare dall’età e carattere dei singoli soggetti. Ciao, Maria.
Inviato via mail il 20/10/2016 – Un lori arcobaleno difficile
Ciao Maria, sono Antonella!
Avrei bisogno di chiederti un consiglio sul mio lori arcobaleno (Gin) perché ultimamente sono davvero molto preoccupata. Come dalle precedenti e-mail, Gin, continua a soggiornare in un’altra stanza a causa dei suoi continui capricci che rendono impossibile la convivenza tra noi e lui nella stessa stanza e come d’abitudine tutti i pomeriggi e a volte la sera lo facciamo uscire un’oretta e anche più.
I problemi sono sorti da circa un paio di settimane e nello specifico da quando Gin ha cominciato ad acquisire sicurezza con il volo. Un pomeriggio come tanti giocava sul tappeto della cucina con la sua pallina preferita (fatta di plastica bucherellata con appesi due campanellini). Inizialmente giocavo anch’io ma dopo un po’ mi sono limitata ad osservarlo seduta vicina a lui. Ad un tratto non so cosa sia scattato nella sua testa fatto sta che lo vedo salterellare nel mio braccio come a voler venire sulla mia spalla. E invece, Maria, in una frazione di secondo si lancia a beccarmi con forza il viso vicino al labbro e si ci appende letteralmente. Io ho fatto un urlo e d’istinto ho cominciato a scuotere la testa a destra e a sinistra spaventatissima ma lui non mollava assolutamente la presa e cosi con il braccio sinistro sono riuscita a spingerlo con forza facendolo finalmente cadere a terra. Sono corsa in bagno perché chiaramente sanguinavo e dopo essermi disinfettata sono ritornata in cucina e ho urlato il suo nome come a richiamarlo per ciò che aveva fatto. Lui in tutta risposta ha cominciato a scappare senza farsi prendere e a svolazzare per tutta la cucina e dopo vari tentativi sono riuscita a rimetterlo in gabbia. La paura e purtroppo la diffidenza mi sono rimaste perdendo così la totale sicurezza che prima avevo nel gestirlo.
E infine ultimo episodio ieri sera sempre limitandomi ad osservarlo per cui scarto ogni possibilità di averlo in qualche modo infastidito comincia a beccarmi le dita ma con tanta forza, quasi con l’intento di farmi male. Lo sgrido con voce decisa, lui mi guarda come un bambino monello che non vuole essere ripreso e cosa fa? in tutta risposta mi da una beccata cosi forte da non riuscire a contenere un urlo che credimi era di dolore e non di paura. Anche qui stessa reazione, svolazza per la cucina non si fa prendere e dopo vari tentativi riesco a farlo salire sul mio dito e a rimetterlo in gabbia.
Maria a me è rimasta tanta paura, e il mio Gin che consideravo quasi un pulcino per la sua dolcezza e la sua goffaggine sembra diventato cattivo e adesso si, ho paura a prenderlo, ho paura che d’improvviso mi faccia del male. Chiedo il tuo aiuto per capire e sapere come devo rapportarmi con lui. Grazie di cuore perché so già che con la tua risposta starò già meglio.
Un abbraccio forte, Antonella.
Ciao Antonella, cercherò di tranquillizzarti, facendoti capire cosa avviene. Si tratta di un certo meccanismo che si viene a instaurare dopo un episodio scatenante. Un circolo vizioso che coinvolge entrambi. A volte è difficile capire cosa scatta nella mente dei pappagalli, ma basta veramente poco, e questo poco a noi appare incomprensibile, per far scattare un meccanismo aggressivo… e poi le reazioni che ne conseguono fanno il resto.
Mi spiego meglio; tu giocavi con Gin, e all’improvviso lui coglie in te qualcosa di minaccioso o che comunque lo innervosisce (del tutto inconsapevole da parte tua) e parte l’attacco al tuo labbro. Ovviamente il dolore è potente e tu reagisci istintivamente facendo movimenti bruschi, con le mani e urlando per il dolore, finchè lui cade, e spaventatissimo pure lui per la reazione che ha visto generare in te, si mette a svolazzare spaventato.
Un particolare: tu sei andata prima a disinfettarti (comprensibilmente), e “dopo” sei tornata da lui urlando. Questo lui non ha più potuto collegarlo al fatto, essendo avvenuto solo dopo e non subito.
Quindi lo ha ulteriormente spaventato. Ora lui è prevenuto verso di te esattamente come tu lo sei verso di lui… entrambi avete paura l’uno dell’ altro. È una spirale. Vedi il suo attacco e successiva fuga, è proprio generato dalla paura.
Occorre fare una sorta di marcia indietro psicologica. Io eviterei i contatti ravvicinati per un po’ di tempo, perché in questo momento rinforzerebbero questo meccanismo… Punterei il più possibile su altre distrazioni e novità anche all’interno della sua gabbia, perché spostano la sua attenzione su altro. In seconda fase, ma solo dopo un tempo fisiologico, cercherei di riavvicinarmi con dolcezza puntando su quei gesti e coccole che a lui piacciono. Ma è fondamentale che tu mostri un atteggiamento sereno e tranquillo con lui, perché come sai, sono animali molto empatici e se siamo nervosi, loro lo colgono immediatamente, e hanno questo tipo di reazioni. Oltretutto imparano presto che con il becco possono tenerci lontani…
Ma vedrai che con un po’ di tempo e pazienza, le cose si ristabiliranno al meglio. Nel frattempo adotta questa sorta di pausa per rilassarvi entrambi.
Un abbraccio! Maria
Inviato via mail il 15/10/2016 – Compagnia per il parrocchetto monaco
Ciao! Sono Giulia e sono nuova in questo sito, ho dato un’occhiata e mi sembra molto valido, per cui avrei bisogno di un consiglio.
Ho un parrocchetto monaco di 1 anno allevato a mano e preso da quando aveva un mese. Al 90% è maschio ed è molto affezionato a me: una volta è scappato per lo spavento ed è riuscito a tornare da me seguendo la mia voce, per cui da allora il rapporto è diventato ancora più intenso. La sua gabbia è molto grande e in un modo o nell’altro lo faccio uscire tutti i giorni. Adesso però sto per riprendere l’università e devo anche lavorare, per cui il tempo a disposizione diminuirà molto, appunto per questo stavo pensando di prendergli un compagnetto (e anche perché sarebbe un mio grande desiderio). Non potendomi permettere di allevare pulli, pensavo ad una specie completamente diversa e non molto chiassosa (vivo in un appartamento), come ad esempio un cenerino, che io amo. Lo prenderei da svezzare, ovviamente, ne ho già trovato uno. Il mio dubbio è come reagirebbe il parrocchetto all’arrivo di un altro pappagallo che, una volta cresciuto, svilupperà anche un becco abbastanza pericoloso per lui… Il parrocchetto ha un bel caratterino ma non è aggressivo, se qualche estraneo si avvicina con la mano fa finta di beccare, ma è molto curioso e socievole quindi sarà lui stesso a salire addosso all’estraneo e a non dargli tregua. Se qualcuno si avvicina a me non è geloso o aggressivo, ma prendendo una specie completamente diversa con l’intento di inserirla nella stessa gabbia non so proprio come potrebbe reagire…la mia più grande preoccupazione è che possano farsi male a vicenda…Ringrazio anticipatamente sperando mi possiate aiutare.
Ciao Giulia. Mi sfugge solo un particolare: sostieni di non poterti permettere di allevare pulli, ma il cenerino lo vorresti da svezzare sottolineando ovviamente. Ho un’altra perplessità, ovvero, sembri più preoccupata di come potrebbero interagire tra loro, di un aspetto invece a mio avviso prioritario: vuoi un altro soggetto da mettergli ”per fargli compagnia”, perché, parole tue, stai per riprendere l’università e devi anche lavorare, per cui il tuo tempo diminuirà molto…
Hai puntato su un cenerino, ma non basta sceglierlo col criterio della silenziosità perché sei in appartamento. Occorre documentarsi bene non solo sulle sue doti, ma in particolare sulla sua complessità psicologica, e se già iniziamo con la premessa che non avrai abbastanza tempo da dedicargli partiamo già col piede sbagliato, perché si tratta di una specie che soffre in assoluto, più di molte altre, della solitudine.
Come ho detto più volte, per i soggetti imprintati all’uomo, non è fondamentale il rapporto con un loro conspecifico, ma il rapporto con noi.
Con questo non ti sto dicendo che è giusto un rapporto simbiotico, perché è controproducente anche questo, come tutte le estremizzazioni. Ma voglio farti capire che il primo problema che devi porti, è se avrai abbastanza tempo residuo da dedicare non a uno, ma a due soggetti, di cui uno ha già molte esigenze preso da solo.
Detto tutto ciò, per rispondere alla tua domanda posso dirti che il parrocchetto monaco sembra avere di per sé un carattere curioso e socievole, e dovrebbe essere tollerante, a dispetto della sua caratteristica di essere molto territoriale.
D’altra parte ha appena un anno e non avendo ancora sviluppato la maturità sessuale, questo comportamento ancora non si manifesta facilmente. Con il cenerino vale lo stesso discorso, in quanto cresceranno insieme. Ma non dare per scontato nulla, neanche che possano vivere armoniosamente insieme nella stessa gabbia, per quanto spaziosa.
Hai dalla tua parte il fatto che sono soggetti giovani.
Ma la cosa importantissima che devi capire, è che a sviluppare le competizioni e gli antagonismi, saranno soprattutto le attenzioni che rivolgerai a entrambi, da un punto di vista sia qualitativo che quantitativo. In una parola: dall’equilibrio.
Ciao, Maria
Inviato via mail il 08/09/2016 – Comportamento strano calopsitte: epilessia?
Buonasera Maria mi chiamo Fabrizio, volevo raccontare un fatto che mi preoccupa sperando di trovare alcune delucidazioni.
Ho portato a casa Emilia (una calopsitte che adesso ha 8 mesi ) 4 mesi fa, la notte, mi è capitato in almeno quattro occasioni di sentirla tutto un tratto urlare tipo spaventata e cadere o lanciarsi dal trespolo, successivamente comincia a girare sempre impaurita per la gabbia fino a lanciarsi per terra (gabbia sempre aperta) tutta impaurita ed in stato di confusione. Cosa le capita? Epilessia è una cosa che si manifesta sulle calopsitte?
Potrebbe fare incubi? Inoltre ogni tanto fa dei movimenti laterali bruschi con la testa (ruota il collo ripetutamente per una decina di volte lo gira di 90 gradi) dopo di che batte le ali fortissimo fino a stremarsi secondo me perché, quando si calma, per 1 minuto ha tipo i battiti a 1000 ed in stato confusionale. Ringrazio.
Ciao Fabrizio.
Parto da una premessa, ovvero che la calopsitte è un pappagallo particolarmente predisposto al panico notturno, ma in genere c’è un motivo ben preciso, un classico è la percezione di un terremoto che può avvenire anche a centinaia di km di distanza, con la conseguente reazione da te descritta. Così come più banalmente un rumore improvviso nella stanza buia o una luce improvvisa.
Detto ciò mi sembra di capire che gli episodi siano rimasti isolati, ma persistono strani movimenti a scatto del capo, che a mio avviso sarebbero da approfondire.
Esistono molte patologie, e soprattutto con cause diverse tra loro, a carico del sistema nervoso dei pappagalli; si va da alcune semplici carenze vitaminiche (in particolare del gruppo B), alle più complesse infezioni causate da agenti eziologici diversi (virus, batteri, ecc), che colpiscono il cervello ed il sistema nervoso. Anche alcune intossicazioni da metalli possono dare sintomi neurologici, e infine, una parte di esse ha cause genetiche.
Quindi se a tuo avviso questi sintomi sono vistosi e soprattutto persistono, io farei valutare la calopsitte da un veterinario aviario, per fare una diagnosi differenziale, e procedere ad eventuale terapia mirata.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 17/08/2016 – Un pappagallo in negozio
Ciao Maria, mi presento mi chiamo Anita e ti scrivo perché vorrei un consiglio. Ho letto le tue risposte e mi hai dato l’idea di una persona molto competente. Ho sempre avuto la passione per gli animali, trasformata poi in lavoro aprendo un negozio per animali e toeletta per quanto riguarda i cani e i gatti, e acquistando una amazzone amazzonica per gli uccelli. Ti premetto che ho scelto di tenerlo al negozio perché lavoro 10 ore al giorno e a casa ho 5 cani, sarebbe stato impensabile anche solo l’idea di portarlo a casa. Ora ha 5 anni e ahimè non riesco a farlo uscire molto dalla gabbia, cerco di dargli più attenzioni possibili ed è diventato un’attrazione ormai per i clienti, tant’è che si fa spesso accarezzare. Non riesco però a saperlo da solo quando ho il negozio chiuso nei 2 giorni di riposo, e stavo pensando di mettergli una compagnia nella sua gabbia. Che mi consigli, potrebbe essere fattibile? Che tipo di pappagallo poi? Escludendo un’altra amazzone perché tra i phon e lui già il rumore è abbastanza intenso. Grazie mille per il tempo che mi dedicherai. Anita
P.S.: non so se sia maschio o femmina, l’allevatore non lo fece sessare e per me non aveva importanza
Ciao Anita e benvenuta nel mio blog.
L’Amazzone Amazzonica è tra le amazzoni, la più territoriale come carattere, ed avendo ormai 5 anni escluderei la possibilità che possa accettare una convivenza nella sua gabbia; il fatto stesso poi che abbia difficoltà a uscire indica che ha sviluppato un senso di sicurezza molto forte all’interno della sua gabbia, rispetto all’esterno. Probabilmente (ipotizzo) perché l’ambiente del tuo negozio è molto rumoroso per la presenza dei cani e l’uso dei phon. Giustamente tu, passando tutta la giornata in negozio hai optato per questa soluzione, ma dovendo dedicarti alla clientela, c’è stata per logica conseguenza la necessità di tenerla al sicuro, più all’interno della gabbia che fuori. Ora lei (o lui non importa) è ormai adulta e certe abitudini e relativi suoi equilibri sono ben radicati. Comprendo il tuo desiderio di dargli una compagnia, ma escluderei di introdurre un nuovo soggetto nella sua gabbia. Non conosco questo soggetto in particolare, ma conosco il caratterino tutt’altro che morbido dell’amazzonica in genere.
Quindi la cosa migliore a mio avviso, di tenere un eventuale nuovo arrivo in gabbie separate, mantenendo un contatto visivo. Nel tempo potrebbero incontrarsi in uno spazio ”neutro” per entrambi e monitorare la situazione. Ma è un errore dare per scontato che un pappagallo, tra l’altro adulto, accetti a prescindere un nuovo arrivo, e per di più dentro la sua gabbia.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 14/08/2016 – Alimentazione dell’Ararauna da equilibrare
Salve volevo farvi una domanda… Possiedo una Ararauna da quando aveva 20 giorni, l’ho allevato io e sempre libero 24 ore al giorno e sempre con me… La mia domanda è che visto che non mangia verdura né frutta, se non ogni morte del papa (tranne quando gli do dalla bocca un po di banana) può essere un problema col passare degli anni? Ne ha già 5 e poi come alimentazione ho sempre fin dall’inizio dato i pellet di varie marche (Zuuprem, Harris) miste con dei semi ma ho notato che non li ama molto, ora ho provato con quelli della Manitoba e sembra un po meglio… Se non fosse che mangia e beve molto di quello che mangio io (te solubile) la sua dieta sarebbe davvero povera non perché non gli abbia proposto alternative ma perché ama i semi anche se insisto a dargli veramente una quantità esigua e se non fosse che assaggia la mia alimentazione pasta gelato biscotti carne (sempre poco e comunque masticata da me perché lo pretende. È viziata). Non vorrei che in futuro avesse problemi… Sbaglio a preoccuparmi?
Ciao. In effetti l’alimentazione della tua Ara non è equilibrata. Frutta e verdura fresche non dovrebbero mai mancare nell’alimentazione di base, ed è strano che non le gradisca. Tutte le specie sud americane solitamente ne vanno ghiotte, e non è difficile abituarle fin dallo svezzamento, vista l’innata curiosità di queste specie.
Tu avrai sicuramente provato fin dall’inizio a proporre vari alimenti, ma vedendo che preferiva i semi, non hai insistito abbastanza. Molte persone commettono l’errore di “cedere” credendo che non si alimenti abbastanza, e così il pappagallo, esattamente come un bambino, sceglierà sempre quello che preferisce, di fronte all’opzione.
Tra l’altro mi dici che mangia ciò che mangi tu, e l’alimentazione umana, a parte gli alimenti più semplici (niente condimenti, grassi, cibi salati e/o dolci), non è adatta a un pappagallo.
Ti suggerisco di insistere vivamente con frutta e verdura, togliendo i semi (finché li ha a disposizione scarterà sempre il resto), magari offrendole dalle tue mani o bocca, visto che è viziatella. Mettile anche a disposizione sotto forma di macedonie di vari colori; ricorda che nessun pappagallo muore di fame con il cibo davanti, ma devi tenere duro. Puoi aggiungere una ciotola di estrusi, quelli che lui preferisce. Sono un ottimo alimento, ben equilibrato nel rapporto proteine/grassi, ma vanno sempre integrati con frutta e ortaggi freschi. Nel giro di alcuni giorni vedrai che imparerà ad apprezzare di tutto, e solo in quel momento potrai aggiungere con moderazione i semi. L’obbiettivo è quello di convertirla a un’alimentazione varia, completa ed equilibrata, e con perseveranza e fermezza vedrai che non sarà così difficile riuscirci.
Ciao, Maria
Inviato via mail il 06/08/2016 – Gestione tempi fuori e dentro la gabbia
Ciao Maria sono Antonella,
continuo a seguire sempre il tuo blog e trovo meraviglioso come tu abbia sempre le risposte giuste per ogni problema diverso. Io ad oggi continuo a seguire i consigli che mi hai dato su come gestire il mio lori arcobaleno (Gin) e su come abituarlo a stare in gabbia con noi presenti. Mi sono impegnata a non assecondarlo più e a ignorare le sue urla quando vuole stare fuori dalla gabbia equilibrando il tempo trascorso fuori con noi presenti. È aumentata la sintonia tra me e il mio Gin adesso becca un po’ meno e sembra darmi più attenzione quando lo richiamo. Ma l’unica cosa che ancora non sono riuscita ad ottenere è la convivenza tra noi e lui (in gabbia) nella stessa stanza. Credo che per Gin la nostra presenza equivalga alla sua ricreazione fuori dalla gabbia e forse ciò è dettato dal fatto che avendolo sempre alloggiato in un altra stanza (decisione presa a seguito delle sue urla) non appena ci veda associ noi con la libera uscita. Ho provato tante volte a portarlo in cucina creando pure un’atmosfera rilassante ma dopo pochi secondi comincia a urlare e gracchiare…ho provato ad ignorarlo ma non la smette fino a quando lo rimetto in un altra stanza. E lì continua a gracchiare ma per pochi secondi dopo di che si rimette a giocare tranquillo. Sottinteso che con noi presenti fuori dalla gabbia è un vero angioletto. Non ho mai preteso un Gin silenzioso ma c’è una grande differenza tra quello che è il suo richiamo e quelle che sono le sue urla, sembrano i capricci di un bambino. Il consiglio che cortesemente vorrei chiederti quindi, è se continuare ad alloggiarlo in un altra stanza o se così facendo creo un circolo vizioso che lo porterà a non abituarsi mai alla nostra presenza (con lui in gabbia intendo); oppure cambiare strategia e poco a poco riabituarlo a noi tenendolo anche per pochi minuti con noi in soggiorno.
Grazie ancora per la tua disponibilità e per la tua pazienza.
Antonella
Ciao Antonella. Sì i suoi sono a tutti gli effetti i capricci di un bambino che instaura una vera ”prova di forza” tra voi e lui, finché non ottiene ciò che vuole. Come vedi tenendolo in un’altra stanza lui impara subito ad ”autoconsolarsi”, mettendosi a giocare tranquillo.
E questo credo che crei un equilibrio perfetto tra voi e lui, che silenzioso certo non è, e se non ricordo male sei su un piccolo appartamento e con potenziali problemi di vicinato…
E d’altra parte loro come già sai ci imitano, e la cucina non è certo il luogo ideale per la vostra convivenza con lui. Ci sono troppi rumori tra TV, lavaggio piatti ecc. E soprattutto, lui vi vede come tu stessa dici, la sua ricreazione, e non molla il tiro finché voi non cederete alle sue detonazioni (sa che prima o poi lo farete, lo ha già sperimentato!). Quindi io non incoraggerei inutilmente questa prova di forza tra voi e lui. Ma anzi coltiverei i risultati positivi che tu stessa hai sperimentato, attuando queste strategie che ti ho suggerito con lui, e continuerei a tenerlo nell’altra stanza, dal momento che, cosa importantissima, ha imparato ha gestire da sé i suoi capricci. Così continua a comprendere che c’è un momento e spazio per tutto e tutti. Ciao, Maria.
Inviato il 01/08/2016 – Parrochetto monaco che ha raggiunto la maturità sessuale
Buongiorno,
Io ho un parrocchetto monaco di 4 anni, che credo soffra molto il fatto di non avere una compagna, in quanto si struscia spesso su di noi, e in particolare in primavera a strapparsi qualche piuma quando non riesce a concludere il rapporto. Mi preoccupa pero’ la sua gelosia nei confronti di tutti, anche degli sconosciuti, quando vede carezze o baci che devono essere tutti per lui. Vorrei prendergli una compagna/o, ma ho paura che a causa della sua gelosia non l’accetterebbe. Secondo lei come potrebbe prenderla?Inoltre, il mio problema e’che non so se e’maschio o femmina, e anche facendo sessare lui, non saprei il sesso del nuovo arrivato. Potrei vederlo facendoli incontrare?
Grazie mille, Natasha
Ciao, Il tuo Parrocchetto monaco ha 4 anni, e ha ormai raggiunto la maturità sessuale. Quindi la sua tempesta ormonale lo porta a cambiare la visione del proprietario, che viene percepito non più come genitore, ma come partner sessuale… Il preferito come compagno a tutti gli effetti.
Questa fase l’attraversano inevitabilmente un po’ tutti i pappagalli, ma non tutti manifestano questo comportamento morboso verso il proprietario, o con questa intensità.
Il fatto che si struscia sulla mano del proprietario è una logica conseguenza del fatto che è adulto, e avverte l’istinto di accoppiarsi, ma se mi dici che dopo un mancato rapporto si strappa qualche piuma, è indice di frustrazione sensuale, e forse è il caso di prendere in considerazione il fatto di proporgli una compagna.
Ovviamente non conosci il sesso e l’unica via è quella di farli sessare entrambi. Devono comunque essere due soggetti compatibili tra loro, ovvero il compagno/a dev’essere allevato a mano.
Esiste un problema però, ovvero che non è detto o scontato, che lui accetti il nuovo arrivato, in quanto potrebbe essere visto come un antagonista. Il monaco è una specie molto territoriale,
E difende in modo ferreo ciò che considera la sua casa e il suo nido…
Si può solo tentare.
A volte un nuovo arrivo può essere visto come una piacevole novità, a volte come un antagonista.
Nel frattempo punta sulle novità in fatto di giochi, e attività.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 31/07/2016 – Un pappagallo per la nostra famiglia
Ciao sono Marta ho bisogno di un consiglio.
Sono cresciuta per 15 anni con un rio delle amazzoni a casa. Era di mia madre. Ad un certo punto il nostro Zico ha iniziato ad essere triste, e su consiglio di un esperto lo abbiamo regalato ad una signora che aveva le femmina. Doloroso per noi, ma lui è rinato trovando una compagna. Credo una delle esperienze con gli animali più bella di cui possa parlare.
Ora ho una mia famiglia con 2 bambine di 3 e 5 anni ed è da un po’ che penso ad un pappagallo. So bene a cosa vado incontro, le attenzioni e la cura di cui ha bisogno e mi sento pronta. Quello di cui ancora non ho idea è verso che specie mi dovrei orientare. Zico era chiacchierone e giocherellone ed è questo che vorrei. Ma anche molto morboso con mia madre e aggressivo con tutti gli altri. Mi potreste indicare e consigliare una specie adatta ad una famiglia con bambini piccoli? Inoltre vorrei tenerlo su trespolo e non in gabbia. Esistono specie che non devono per forza essere tenute con catenella? Lo vorrei evitare.
Grazie, Marta
Ciao, la specie che ti consiglio vista la presenza di bimbi piccoli, e che mette d’accordo semplicità di gestione e nel contempo il tuo desiderio di avere un esemplare che apprenda con facilità la parola umana, è una calopsitte maschio.
In questa specie infatti è lui ad avere questa spiccata predisposizione. Puoi tranquillamente tenerlo su un trespolo (mai, nessun pappagallo alla catena!), meglio su una gabbia apribile dall’alto, dove puoi sistemare il bastone più in alto e richiuderla per ovvie ragioni di prudenza quando siete assenti. Altro aspetto da considerare è la socievolezza della calopsitte, che, a differenza di altre specie, non ha la tendenza a sviluppare attaccamenti morbosi verso una persona in particolare. Avrà la sua preferenza verso qualcuno, ma senza sviluppare aggressività verso altri. E ti suggerisco di abituarla da subito a interagire con tutti.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 27/07/2016 – Amazzone troppo legato alla gabbia
Buongiorno Maria, innanzitutto le faccio i complimenti per il suo blog! Molto ben fatto e finalmente devo proprio dirlo, un blog originale. Complimenti davvero! Mi presento, sono Wanda e ho un amore infinito per gli animali. Ho la fortuna di abitare in un paesino e in casa indipendente con giardino per cui libero sfogo alla mia passione… gli animali come dicevo… attualmente possiedo o meglio sono loro che possiedono me: 2 cani presi già adulti in canile più un cucciolotto che ora ha 5 mesi buttato nel fiume (ma come si fa?) 2 gatti presi cuccioli che ora hanno 14 anni e che stavano per essere uccisi dal proprietario, un furetto 3 tartarughe e pesci (insomma tutti i casi disperati arrivano a casa mia). Fino a 2 anni fa avevo un cenerino allevato a mano che adoravo ma purtroppo è morto. Il mese scorso ho finalmente deciso che era giunto il momento di acquistare un altro cenerino e così ho cominciato i vari pellegrinaggi dall’allevatore. Finalmente arriva il grande giorno e, come per ogni visita precedente posteggio l’auto vicino a una voliera che ospita un amazzone fronte blu. Come ogni volta l’amazzone si fionda sulle sbarre e si fa accarezzare cercando di seguirmi mentre mi dirigo verso le gabbie dei cenerini. Ho passato il pomeriggio fra l’amazzone e i cenerini non sapendo se scegliere in base al cuore o al desiderio di avere un altro cenerino. Ci siamo parlate, gli ho accarezzato il becco e fatto i grattini sulla testa e lui… lì a cercare coccole… anche l’allevatore non si capacita pare che questo comportamento lo riservi solo a me… per farla breve il mio nuovo componente della famiglia è un amazzone fronte blu. (chi l’avrebbe mai detto!). È dolcissimo, mangia dalle mani e si fa fare le coccole. Quando torno dal lavoro sprizza gioia da tutte le piume e emette dei gridolini strani associati ad un tremolio delle ali ma, c’è un ma… non vuole uscire dalla gabbia! In un mese è uscito una sola volta e credo non si sia nemmeno divertito visto che se ne è rimasto appollaiato sulla poltrona. Il suo atteggiamento era attento ma non impaurito…direi più diffidente che impaurito. In seguito ho provato a farlo uscire ancora aprendo la gabbia senza sforzarlo… niente. Ho provato a porgergli il braccio e ho ancora i segni delle beccate. Mi hanno detto che lui (è sessato) ha 4 anni ma del suo vissuto non so assolutamente nulla. Presumo sia stato allevato a mano e poi trascurato e riportato indietro ma le mie sono solo congetture. Cosa vorrei riuscire ad ottenere..?! Beh per iniziare vorrei che si posasse sul mio braccio, vorrei che uscisse di “prigione” perché la vita in gabbia non è vita… vorrei poter interagire con lui come si fa con un amico e non con un carcerato. Jack ed io ci affidiamo fiduciosi alla sua esperienza e ai suoi consigli se vorrà darceli. Nel frattempo la ringraziamo, ci scusiamo per essere stati così prolissi e le auguriamo una buona giornata. Jack e Wanda.
Ciao Wanda.
Un soggetto di 4 anni ha già interiorizzato, nel bene o nel male, il proprio vissuto. La tua amazzone fronte blu manifesta il tipico comportamento di un soggetto allevato a mano (la ricerca e la curiosità verso la figura umana), che però non ha più avuto continuità affettiva nel tempo; quindi può avere cambiato uno o più proprietari o essere rimasto lì in quel posto, e poi trascurato nel tempo. Ma il suo comportamento diffidente è assolutamente normale. Ha cambiato ambiente e contesto, ed è con te da appena un mese… dagli il tempo che a lui serve per ambientarsi, senza avere fretta e soprattutto senza forzarlo.
Vedi, tu stessa dici che è diffidente ma non impaurito. Segno che non ha subito traumi particolari, e sulla diffidenza ci si lavora usando semplicemente la pazienza.
Per il momento non si sente di uscire dalla gabbia, luogo in cui lui si sente sicuro e protetto. Ed è comprensibile, visto che per 4 anni non ha esplorato altro.
Quindi rispetta i suoi tempi ed esigenze senza avere fretta. Direi che si dimostra già molto coccolone, e prima o poi acquisterà la fiducia necessaria non solo per uscire, ma anche per il tipo di interazione che tu cerchi, ma saranno l’una la logica conseguenza dell’altra e non potranno mai avvenire senza la dovuta gradualità.
Ma sono convinta che hai la dolcezza e pazienza necessaria.
Un suggerimento: hai molti animali in casa, e i cani in particolare possono intimorire. Può essere utile che non siano presenti nei momenti in cui vuoi liberarlo. Ciao, Maria.
Inviato via mail il 23/07/2016 – Scappato il compagno, che fare?
Buonasera!
Complimenti per il sito e le spiegazioni davvero esaurienti! Ho un problema!
Il mio parrocchetto mustacchiato Pippo purtroppo è scappato. Ho provato a cercarlo dappertutto ma niente. Conviveva con il mio caicco testa gialla Sbirulino che è rimasto solo. Sono 3 giorni che è successo e Sbirulino è tristissimo. Prima aveva un comportamento nervoso e dominante ma sempre allegro, cantava, fischiava e giocava. Adesso non apre più becco è diventato estremamente più dolce e insicuro. Da una parte è molto più maneggevole, dall’altra il mio carattere empatico avverte una profonda tristezza.
Se non riesco a trovare il parrocchetto pensavo di prendergli compagnia. La convivenza con l’altra specie era perfetta, si amavano alla follia. Infatti pensavo di prendere un pappagallo che possa tenere testa, il caicco è un piccolo carro armato. Secondo la tua esperienza sarebbe problematico abituare Sbirulino ad un altra specie adesso che ha 2 anni?
O mi consigli di prendere la stessa specie?
Egoisticamente dato che il mio piccolo Pippo ha deciso di abbandonarci tendevo ad una specie parlante tipo amazzone o cenerino!! Ad essere sincero Sbirulino adesso è un gattino però pensarlo solo, abituato a stare in compagnia mi sembra di fare una cattiveria troppo grossa!
Sicuramente perderà questa dolcezza ma avrà compagnia. Che mi consigli di fare?
Ciao, in effetti il Caicco ha 2 anni, e con Pippo, probabilmente cresciuti insieme o quasi, aveva stabilito equilibrio e armonia. Inserire un nuovo soggetto, specialmente se il ”primogenito” ha un carattere dominante, a volte può risultare problematico, ma questo a prescindere dalla specie… è proprio il fatto che viene considerato un invasore del proprio territorio. Ma ovviamente non è una legge matematica. Bisogna vedere.
È normale poi, che una volta rimasto da solo, un soggetto pet sviluppi più dolcezza nei confronti del proprietario; succede perché rimane l’unico punto di riferimento, e questo rinforza ancora di più il legame affettivo.
Personalmente, non comprometterei questa dolcezza acquisita, visto che con il conspecifico si dimostrava più scontroso, ma anzi la coltiverei. Ma ovviamente questa è solo la mia opinione personale, non c’è nulla di sbagliato nel desiderare un nuovo esemplare. Solamente, occorre valutare bene prima, e saperlo poi inserire con gradualità. Gli antagonismi esistono.
Escluderei un cenerino per la sua estrema complessità psicologica in questo caso specifico; è molto emotivo e timoroso. Necessità lui da solo di costanti attenzioni, e un soggetto dominante non lo vedo compatibile.
Per quanto riguarda le amazzoni, devi sapere che hanno un carattere dominante e tendenzialmente aggressivo un po’ tutte le specie, verso chi non gradiscono e devi tenerne conto.
Ciao. Maria
Inviato via mail il 06/07/2016 – Approfondire il legame col cenerino
Buongiorno, intanto complimenti per il suo lavoro e per come lo svolge… Ho un cenerino di due mesi e volevo un consiglio praticamente non lo vedo proprio attaccato a me lo vedo come se avesse paura di me e fa sempre un ringhio non so cosa volesse significare come faccio a capire se il mio Pippo e felice con me?? È da un mese che vive con me. Un’altra informazione mancherò io per una settimana esatta e lo sto portando a casa del mio amico perché ha ancora bisogno della pappa ma dimmi una cosa al ritorno della mia assenza lui mi riconoscerà?? E cambierà nuovamente posto gli potrà succedere qualche cosa? Non voglio lasciarlo a casa perché rimarrà sempre da solo così a casa del mio amico avrà sempre la compagnia. Aiutami per favore grazie. Ciao.
Inizio subito col dirti che quel ringhio che senti è caratteristico nel cenerino, e vi fa ricorso sempre per paura. Il cenerino infatti è una specie molto delicata dal punto di vista emotivo, ed è molto pauroso. Forse sente molto rumore intorno a lui o in particolare movimenti bruschi e improvvisi. Vedi, al cenerino basta veramente poco per provare paura.
Comunque si parla di un soggetto di appena due mesi e i legami si devono ancora consolidare. E tutto può ridimensionarsi. Prova ad avvicinarti a lui più dolcemente, evita rumori improvvisi e tutto ciò che lo può spaventare.
Per la settimana di assenza non preoccuparti. È importante che non rimanga solo e si abitui a socializzare con più persone. Quello che devi fare è muoverti con dolcezza intorno a lui, ed evitare ogni forma di forzatura. È piccolino e avete tutto il tempo per instaurare un rapporto di piena fiducia.
Inviato via mail il 04/07/2016 – Affascinata dall’Ara Ararauna
Ciao sono attratta dal prendere un’Ara Ararauna ma ciò che adesso mi blocca oltre ad essere il prezzo di vendita è la qualità di salute psicologica dei pulli allevati a mano. Ho letto molto sull’argomento e mi sono ampiamente documentata su pro e contro di questo tipo di allevamento dopodiché ho tirato le mie conclusioni: quando l’aspetto economico non sarà più un ostacolo vorrei prenderne ma da un allevamento che sostiene un orientamento naturale verso i soggetti neonati.Ovvero lasciare i pulli con i propri genitori fino a svezzamento avvenuto!
Magari l’inizio dell’approccio con l’uomo sarà inizialmente un po’ più complicato ma trattandosi di piccoli non ci metteranno tanto a fidarsi anche dell’uomo.
Lasciare i pulli con i propri genitori fino al completo svezzamento per me significa avere un pappagallo psicologicamente equilibrato da adulto.Significa che amerà anche te uomo ma che non soffrirà di crisi di identità specie al raggiungimento della maturità sessuale… cosa da non sottovalutare assolutamente. A maggior ragione se si parla di grandi pappagalli come l’ ara.
Vorrei sapere se puoi indicarmi allevamenti che praticano questo tipo di allevamento.
…Ho due bambini piccoli, uno di 7 anni che non mi preoccupa perché come me è molto portato verso gli animali e uno di 15 mesi più monello… oltre ad avere un gatto e 4 cani che abitano in casa pur andando fuori quando vogliono. Se hai già avuto esperienze con gli Ara sapresti dirmi o immaginare se il pappagallo conviverebbe bene con tutti noi senza mettere in pericolo nessuno, nemmeno da adulto?
Ho letto di tutori che insegnano al pullo come comportarsi per fargli capire che loro stessi sono una cosa e noi uomini un altra: come è giusto che sia… e poi fra di loro ci saranno molti più insegnamenti di quelli che potremmo dargli noi… cosa ne pensi e sapresti indicarmi qualche indirizzo o nome?
Ciao e grazie Ilaria
Primo punto: non posso fare esplicite pubblicità in questo contesto per ragioni fin troppo ovvie.
Secondo: tu stai cercando semplicemente un soggetto allevato dai genitori, un novello appena svezzato. La cosa più semplice del mondo, non hai che da contattare un allevamento che tratta questa specie e prenotarti un novello non imprintato.
Terzo: sembri avere idee molto chiare in fatto di imprinting nei pro e contro, nonché in ”identificazione sistematica”… Ma poi ti contraddici ponendoti la questione dell’incolumità, nei confronti dei tuoi bambini, di cui uno di appena 15 mesi…! E pure dei già numerosi animali che hai…
Ritengo invece che tu abbia le idee molto confuse, altrimenti non ti porresti questioni così antitetiche tra loro.
Non basta amare gli animali e attorniarsi da essi, per ritenere di avere la verità assoluta in tasca, dacché già approcciarsi con una specie tra le più impegnative in assoluto come le ara, non è cosa semplice (e questo vale sia per i soggetti imprintati verso l’uomo che verso i conspecifici). E tu cerchi una sorta di formuletta magica che fa andare d’amore e d’accordo magicamente ara, bambini, cani, gatto e umani, il tutto nel breve, nel medio e lungo termine.
Ebbene questa formuletta scontata non esiste, e questo te lo dico proprio grazie alla mia esperienza multispecie (Ara compresa), che non do per scontata, ma come bene acquisito, in perenne arricchimento, visto che parliamo di materia estremamente complessa.
Pertanto, ti invito a riflettere su cosa cerchi veramente di inserire, nel tuo ecosistema familiare e le tue aspettative in tal senso, prima di prendere certe decisioni.
Maria
Inviato via mail il 02/07/2016 – Pappagallo per pet therapy
Gentile Maria, ho trovato il Suo blog estremamente interessante ed esauriente per un’appassionata come me dall’entusiasmo non sapevo in quale punto cominciare la lettura!
Ho iniziato un corso sulla conduzione di piccoli animali in pet therapy secondo l’approccio zooantropologico e, dopo la triste perdita della mia dolce calopsitta, comunque inadatta per carattere a partecipare a tali interventi, mi sto chiedendo quale specie di pappagallo potrebbe soddisfare di più i requisiti di cordialità e tranquillità nel lavoro di pet therapy con anziani e persone disabili, nonché bambini. Pensavo anche a qualcuno di taglia un po’ più grande, quale amazzone o cinerino. Ad oggi ho soggetti di cocorite e inseparabili ma preferirei approfondire altre conoscenze. Grazie per la gentile risposta. Silvia.
Ciao Silvia e benvenuta.
Mi complimento con te, per questa tua passione e in particolare per la giusta curiosità con cui ti approcci alla materia. Gli animali infatti, possono essere di grandissimo aiuto per noi umani…
In particolare per bambini, anziani e persone disabili. Ed è verissimo che l’impiego degli animali va differenziato a seconda della persona che devono aiutare…
Per quanto riguarda i pappagalli, possono fare veramente molto, poiché si tratta di animali in cui non ti limiti alla semplice osservazione passiva, ma anzi, si crea una grande interazione, oltre che una cosa preziosissima: la comunicazione.
Ma occorre partire da una premessa fondamentale: i pappagalli, in particolare le specie medio grandi, sono piuttosto monogami, e l’impiego in pet terapy lo vedrei per certi aspetti molto utile, ma per altri problematico, perché in questo campo occorrono animali adatti a essere manipolati da tutti o comunque più persone. Si dovrebbe ricorrere quindi a soggetti novelli e anche ben socializzati in fase di allevamento a mano. Il pappagallo comunque per sua natura tende a legarsi a una persona in particolare, rispetto ad altre. L’ideale sarebbe una volta inquadrato l’animale ideale per quella persona, che il rapporto potesse diventare continuativo.
Comunque come primo approccio che non risulti problematico per questi aspetti, inizierei senz’altro con la calopsitte. Si tratta di una specie estremamente docile e tranquilla, che si adatta ad andare con molte persone senza eccessive diffidenze. La tua calopsite forse aveva un carattere poco socievole, ma ti assicuro che è la specie adatta a tutti, dai bimbi agli anziani, e disabili. Suggerisco un soggetto maschio, poiché in questa specie, è particolarmente dotato dal punto di vista della mimica, e apprende facilmente paroline e a fischiettare canzoncine. Ideale e perfetta per i bambini, soprattutto se molto introversi o con difficoltà comunicative. Molte altre specie lo sono, ma può subentrare la diffidenza di cui parlavo prima. Il cenerino è un fenomeno assoluto per doti mimiche e intellettive… ma a causa anche della sua notevole emotività e complessità psicologica, non è a mio avviso molto adatto in questo impiego. A meno che non si ricorre a un soggetto giovanissimo, e va tenuto conto che ha bisogno lui stesso di molte attenzioni.
Le amazzoni hanno un carattere decisamente dominante e sono inclini a sviluppare legami esclusivi, come anche forti antipatie. Molto interessanti i conuri, specie del genere Aratinga, ma anche qui, tendono a sviluppare preferenze verso alcune persone e a volte sono mordaci. Anche il parrocchetto monaco può essere impiegato bene, per la sua socievolezza, mimica e simpatia.
In sintesi, nessun problema per la calopsitte, in quanto intelligente, affettuosa, socievole e nel caso dei maschietti, esiste questo ”valore aggiunto” in più. Con altre specie è possibile, ma un po’ più problematico per aspetti legati alla diffidenza, monogamia, e poca maneggevolezza.
Ti faccio tanti auguri per questo bellissimo progetto.
Inviato via mail il 28/06/2016 – Lori e calopsitte
Buongiorno io e il mio ragazzo abbiamo preso da un annetto e mezzo un lorichetto arcobaleno di nome Dodo. Da qualche settimana è arrivato anche Muffin, calopsitte di 4 mesi circa. Dodo sembra non volerlo lo becca, e gli tira la cosa. Abbiamo messo le loro gabbie una vicina all’altra, ma nulla cambia. 🙁 può darmi un consiglio?
Ciao, Dodo si comporta da “primogenito” di casa; è’ arrivato per primo in casa e ora percepisce Muffin come invasore del suo territorio. La sua reazione è quindi fisiologica. Tra l’altro il lorichetto arcobaleno è una specie tendenzialmente dominante e territoriale.
Va benissimo la soluzione di tenerli in due gabbie ben distinte, mantenendo un contatto visivo. Sono da evitare tutte quelle situazioni che possono alimentare la gelosia. E occorre mantenere un certo equilibrio nel dedicare tempo e spazio a ciascuno di loro, ed è importante evitare le forzature; con il tempo e la pazienza Dodo imparerà ad accettarlo.
Inviato via mail il 26/06/2016 – Pullo di parrocchetto dal collare urlatore
Ciao, ti scrivo perché ho bisogno di un aiuto da qualcuno di più esperto. Ho visto il tuo blog (peraltro davvero ben fatto) da cui si evince la tua grande esperienza, per cui ho pensato di rivolgermi a te. Dunque, ho un parrocchetto dal collare di 3 mesi d’età da circa una settimana. È allevato a mano, e il padrone mi aveva dato il Nutribird da somministrare solo la sera per terminare lo svezzamento.
Il parrocchetto appena portato a casa era molto silenzioso, non si sentiva mai se non occasionalmente. Adesso invece urla sempre, anche quando lo faccio uscire e sta fuori urla. Mi segue sempre e anche quando è con me urla. Non credo sia la solitudine perché ha accanto una gabbia con due calo, ha una gabbia spaziosa e non gli manca nulla. Io ho avuto solo calopsitti per cui non so bene come comportarmi. Ho provato ad allontanarmi quando urla e avvicinarmi quando smette ma sembra tutto inutile. Vorrei evitare che prendesse il “vizio” di urlare e toglierglielo subito adesso che è piccolo e sta crescendo. Spero tu mi possa dare una mano.
Grazie Lavinia
Ciao Lavinia.
All’inizio era silenzioso perché lo avevi appena portato a casa; poi ovviamente prende confidenza e sicurezza verso il nuovo ambiente e le persone. Da quanto mi dici, gli stimoli e i giochi non gli mancano, e non ”rinforzi” il suo richiamo naturale accorrendo appena urla. Quindi il tutto mi sembra rientrare nel semplice fatto che, i pappagalli comunque non sono animali silenziosi, e bisogna mettere in conto che la loro voce si farà sentire. Tu cerca sempre di creargli un ambiente idoneo, non rumoroso (i pappagalli ci imitano!), quindi i rumori di casa sono un potente stimolante per lui; e proponigli periodiche novitaà in fatto di giochi. In caso di necessità crea della penombra nella sua stanza; questo lo rilasserà.
Ciao, Maria
Inviato via mail il 02/06/2016 – Quanto differisce un pet da un selvatico?
Ciao, Maria, per iniziare ti faccio i complimenti per la rubrica e per la competenza con cui rispondi alle domande e dai i consigli a tutti noi amanti di questi bellissimi animali. Io ho una calopsitte fantastica che ne combina di tutti i colori… ha imparato a fischiettare alcuni versi di canzoncine: Jingle Bells, l’Inno d’Italia, la famiglia Addams… dice ciao e manda bacini, addirittura fa un versetto del flauto magico… e mi fa la sveglia alla mattina.. puntualissimo.
Ho notato che ama molto vedersi riflesso nei vetri, specchi e specchietti.. mi sai dire come mai?
Volevo inoltre chiederti che differenza c’è fra un pappagallo allevato a mano e uno selvatico. Può un pappagallo selvatico affezionarsi al padrone o agli umani come uno allevato a mano ed essere un pet d’affezione? Che differenze di approccio ci sono?
Mi incuriosisce questa cosa perché qualche volta vado alle fiere e o parchi naturalistici noto che ci sono dei pappagalli, seppur selvatici, che hanno una predisposizione maggiore rispetto, ad altri al contatto umano o perché si avvicinano o perché ti guardano in maniera diversa rispetto agli altri. È come se volessero sceglierti loro in qualche modo… sbaglio?
Grazie e complimenti ancora. Nicola.
Ciao Nicola e benvenuto nel mio blog.
La tua calopsitte è un bel maschietto, sano, e intellettualmente curioso, oltre che ben stimolato. In questa specie è il maschio a essere predisposto alla mimica e all’apprendimento della parola umana.
La differenza da un soggetto allevato a mano e uno selvatico è enorme. Il primo ha l’imprinting rivolto verso l’uomo, e lo riconosce come un suo simile. Vengono infatti nutriti manualmente dall’uomo a poche settimane o giorni di vita. Nell’altro caso invece l’imprinting è rivolto verso i suoi simili, e la figura umana viene di conseguenza temuta. Tuttavia la grande socievolezza e curiosità di questi animali, unita alla capacità di affezionarsi anche all’uomo che si prende cura di loro, consente loro in molti casi di creare un rapporto di fiducia tale da ottenere a volte risultati incredibili. Ad esempio si avvicinano all’arrivo degli umani anzichè fuggire, e a prendere il cibo dalle loro mani; oppure certe specie attuano delle vere danze come segno di gradimento, oppure addirittura imparano alcune parole, pur non essendo stati imprintati verso l’uomo. Certo non tutti i soggetti sono predisposti allo stesso modo, ma molti dimostrano questa spiccata socievolezza e curiosità. Alcuni soggetti, se abituati da giovanissimi, possono dimostrarsi dei buoni animali da compagnia. Va detto però che le aspettative da riporre non possono essere sovrapponibili in tutto e per tutto ad un soggetto imprintato. Occorre essere consapevoli che manterrà comunque una certa selvaticità che va rispettata. Ciao, Maria
Inviato via mail il 30/05/2016 – Che differenze tra le specie di inseparabili?
Buon giorno vorrei prendere un inseparabile allevato allo stecco,ho trovato un Roseicollis ed un Taranta sono indeciso tra queste due specie, quale mi consiglia? Mi hanno detto che i Taranta sono molto più tranquilli dei Roseicollis, grazie.
Non ci sono significative differenze caratteriali; dipende tutto da come sono stati allevati.
Maria
Inviato il 29/05/2016 – Fuga!
Salve mi chiamo Annamaria e volevo chiedere alcuni consigli per ritrovare il mio pappagallo una calopsitte di 3 anni dolcissimo affezionato ad ogni membro della mia famiglia. Premetto che abitiamo in un villino e il pappagallo era libero di girare in quanto ogni finestra e provvista di zanzariere. Innavertitamente mentre uscivamo per seguirci è uscito in giardino perdendo l’orientamento volando molto in alto e dirigendosi in direzione opposta a noi abbiamo provato a richiamarlo e rispondeva ai nostri suoni ma non vedendoci più sie perso. Siamo circondati da molto verde continuamente lo chiamiamo senza ottenere risposte. Lui non conosce l’esterno della nostra abitazione abbiamo affisso la sua immagine su alcuni volantini nella nostra zona pensa che si possa essere allontanato molto? La prego di indicarci qualche soluzione per poterlo ritrovare. La ringrazio e la saluto, Annamaria.
Ciao, purtroppo i pappagalli perdono il senso dell’orientamento se fuggono dal loro territorio. Stai già facendo tutto quello che va fatto in questi casi. La cosa più utile e importante è appunto volantinare la zona con foto del soggetto e anche mettere inserzioni.
Maria
Inviato via mail il 29/05/2016 – Parrocchetto monaco non vuole la compagna
Ho due monaci il maschio lo ho da tre anni… Ho preso una femmina da poco, però il maschio la allontana e invece lei vorrebbe stare con lui… come devo fare? Grazie.
È una reazione normale da parte del maschio che hai già da 3 anni. Considera la femmina un’invasione al suo territorio. Mantieni la distanza fisica, ma con contatto visivo (due gabbie separate) per un po’, e poi prova ad avvicinarli in luogo neutro per entrambi, un po’ alla volta.
Maria
Inviato via mail il 28/05/2016 – Bagnetto?
Ciao Maria volevo chiederti a che età posso iniziare a fare il bagnetto al mio Romeo e nato il 15 aprile. Ora ti inoltro una foto. Grazie mille a presto
Appena sarà ben impiumato e dimostra di gradirlo.
Maria
Inviato via mail il 28/05/2016 – Conuro?
Ciao Maria,
Complimenti per la tua pagina! L’ho trovata per caso navigando su Internet e grazie per l’opportunità che dai di porre domande a chi ha bisogno di chiarimenti, eccomi dunque!
Dopo un’esperienza (purtroppo conclusa) con un kakariki allevato a mano, stiamo pensando di prendere un altro amico pennuto. Mi piacevano molto i conuri (sole, testa nera o blu) ma vivendo in appartamento ci ho rinunciato per evitare problemi con il vicinato. Mi sono sempre piaciuti anche i collari, che pur non essendo silenziosi, sono gestibili in condominio (confermi?). Però ho letto che, anche se allevati a mano, coccolati ecc, quando maturano sessualmente verso l’anno e mezzo tendono a diventare aggressivi. . . questo mi scoraggia un po’, perché non vorrei ritrovarmi in questa situazione. Cosa puoi dirmi al riguardo? Ti ringrazio! ciao
Claudia
Ciao Claudia. Ti confermo il carattere difficile dei collari e opterei su altre specie. Il fatto che abiti in condominio purtroppo pone dei limiti nella scelta delle specie. I conuri, specialmente quelli del genere Aratinga hanno un carattere a dir poco meraviglioso, ma hanno un richiamo naturale decisamente forte. Tieni comunque conto che il pappagallo silenzioso, non esiste. Provieni da un’esperienza con un kakariki, che non ha una voce forte, ma a mio avviso non è nemmeno particolarmente interessante come pet.
Potrei suggerirti un parrocchetto monaco, ma anche lui ha una voce piuttosto forte per chi vive in condominio, con potenziali problemi di vicinato. Allora potrei suggerirti un Pappagallo del Senegal, oppure un Caicco; entrambi ottimi pet, e tono di voce meno alto dei conuri. Ti allego la foto di un Caicco testa nera. Ciao, Maria.
Inviato via mail il 28/05/2016 – Convivenza difficile col lori rimasto solo
Buongiorno Maria. Mi chiamo Barbara e ho preso in casa un lori arcobaleno femmina allevata a mano. Era simpatica dolce. Stava con me anche in giardino senza allontanarsi troppo. Nessun problema fino al giorno in cui mi fece 2 uova matte. Così decisi di prenderle un maschio. Ho chiesto ad un allevatore di pappagalli (non lori) di procurarmene uno. Lo fece e per un po’ di tempo i due non facevano altro che starnazzare. Il maschio era spaventato da lei e sicuramente doveva ancora ambientarsi. Pazienza dopo un po’ stavano nella stessa gabbia e si facevano le coccole… Era davvero bello da vedere. Lui la copriva ogni tanto e lei non si ribellava.. Lei chiedeva a lui cibo dal becco come se fosse una pulla… Ma ero preoccupata perché intervallavano attimi di coccole a litigi. Ho provato a separarli ma lui la cercava con insistenza e facendo molto baccano. Lui ha le ali tagliate… È arrivato così senza la possibilità di volare. E non era allevato a mano come la mia femmina. Li lasciavo comunque liberi entrambi per non creare gelosie. (era il mio intento… ). Un giorno torno a casa dal lavoro. Lei in fin di vita. Completamente massacrata. Nulla da fare con medicine. Ha sofferto un paio di giorni e mi ha lasciata morendo tra le mie mani senza poter fare nulla. Ovviamente sono disperata. Vedevo che litigavano ogni tanto. Ma non mi sarei mai aspettata questo. Ora ho il maschio impazzito! Urla dalle 5 di mattina fino a sera. Coperta la gabbia o scoperta non fa differenza. Iniziamo a soffrire tutti quanti in famiglia e i vicini iniziano a lamentarsi. Ho istinti omicidi verso quel maschio… Perché lo ritengo responsabile della morte della mia Bella. In più ora infastidisce. Vorrei correggere il suo comportamento. Oppure non mi resta altro che darlo ad associazioni di recupero animali. Davvero aiuto… In casa non si dorme più. Io ho un bimbo di 9 anni. In più lo stress che ne deriva dalla perdita della mia Bella. Ogni giorno che passa mi sento sempre più in colpa per la sua morte. Non volevo lasciarla sola… Sono impegnativi e sporcano molto… Ma abbiamo sempre ovviato a tutto… Forse abbiamo sbagliato noi in qualcosa… Grazie.
Ciao Barbara. L’errore è stato quello di mettere insieme due soggetti altamente incompatibili: uno allevato a mano con un selvatico! Sono completamente opposti per imprinting, istinto e percorso psicologico. L’allevato a mano considera l’uomo un suo simile, viceversa il selvatico, i suoi conspecifici, e di conseguenza prova un forte istinto sessuale verso i suoi simili…
Questo spiega la conflittualità tra i due (coccole e litigi) e nel contempo l’aggressività di lui…
La tua femmina pet non era sempre pronta e disponibile ad accoppiarsi, cosa che lui, dal suo punto di vista si aspettava… La separazione fisica ha alimentato un senso di frustrazione in lui, tale da causare ciò che hai visto.
E un’altra cosa: il taglio delle remiganti non va MAI fatto! Determina una frustrazione troppo profonda nell’animale, tra l’altro selvatico e quindi con il naturale istinto di fuga più spiccato che in un pet. Ma in ogni caso è una violenza psicologica che non va mai fatta!
Non aveva nessun senso che tu le affiancassi un compagno solo perché ha fatto le uova (è una femmina!)… e per di più mettendo un selvatico. Ora lui urla perchè si sente doppiamente frustrato per la solitudine, e per la troppa leggerezza con cui a volte si fanno certi acquisti… perdona la mia schiettezza, ma mi auspico di informare altre persone che leggeranno, sulle possibili conseguenze di affiancare due soggetti incompatibili tra loro.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 24/05/2016 – Come giocare coi pappagalli
Ciao Maria,
sono il fortunato possessore di un contro testa nera allevato parzialmente a mano. Contrariamente a quanto si legge spesso nelle descrizioni di questi fantastici pappagalli, Bonny non è particolarmente chiassosa, in compenso però tende a beccarmi prevalentemente sulle mani, a volte anche in maniera da farmi delle piccole ferite. Io cerco di intervenire dicendogli un fermo “NO”, distraendola con qualche giochino e se prosegue allontanandola da me.
Per il resto è una giovane pappagallina (di circa un anno) affettuosa, che cerca il contatto con me e mi sta regalando molte soddisfazioni, cominciando a dire ad esempio le prime paroline, anche se per ragioni di lavoro ho solo poche ore al giorno da potergli dedicare.
Volevo chiederti se potevi suggerirmi qualche piccolo trucchetto su come correggere la fastidiosa tendenza di cui ti parlavo e magari anche sul come rimetterla nella gabbia quando è ora.
Approfitto in ultimo, per chiederti se esiste qualche tutorial video, che insegna a giocare correttamente con i pappagalli di questa specie o similare.
Ti ringrazio anticipatamente. Massimiliano
Ciao Massimiliano.
La questione della mordacità di alcuni pappagalli, specialmente indirizzata alle mani è piuttosto diffusa e le ragioni sono complesse. Dobbiamo interrogarci su come le muoviamo intorno al pappagallo o come ci approcciamo a lui. Le mani, come ho spiegato in altre occasioni, sono percepite come molto luminose dalla sua sensibilissima vista, e rappresenta in assoluto nella sua memoria antica, una “minaccia”. I pappagalli in natura sono delle prede e vivono perennemente in uno stato di allerta. Le mani che si muovono bruscamente su di lui, o alle sue spalle, oppure se le mani hanno unghie dipinte, innervosiscono i pappagalli. Le mani, per la loro forma, ricordano di più in assoluto un predatore che si fionda su di loro.
Un altro aspetto è che involontariamente siamo noi ad ”insegnargli” che con il suo becco può tenerci lontano… in genere la reazione umana a una beccata non è delle più allegre, e questo i pappagalli lo apprendono immediatamente.
Cosa fare: tu stai già facendo ciò che è corretto fare in questi casi.
Analizzerei se nel tuo approccio con le mani c’è qualcosa che può essere percepito male da Bonny.
Per farla rientrare volentieri crea una specie di ”rituale” positivo, come delle coccole particolari vicino alla gabbia, una sorpresa gradita dentro la gabbia. Qualsiasi cosa o gesto che il pappagallo associ in modo positivo.
Per quanto riguarda i siti che mi hai chiesto, ce ne sono molti che spiegano come far giocare i pappagalli, e anche video. Non esistono sostanziali differenze tra una specie e l’altra.
Ciao, Maria
Inviato il 21/05/2016 – Pullo di parrocchetto dal collare morboso
Ciao Maria volevo sapere se puoi aiutarmi a gestire il comportamento del mio parrocchetto dal collare allora l’ho acquistato al quindicesimo giorno di vita e l’ho allevato a mano con nutribird A21 con molto amore già avevo esperienza con l’imbecco con i calopsitte adesso mi sta succedendo lui ha 3 mesi che è diventato molto morboso con me deve stare sempre addosso precisamente sulla mia testa e non mi fa fare nulla lo metto sul trespolo e risale sulla mia testa e poi con le altre persone molto aggressivo a volte lo fa pure con me quando cerco di togliergli qualcosa di pericoloso che sta giocando e quando lo faccio sono guai come posso farlo imparare a comportarsi
Questa specie tende a legarsi a una persona in particolare. La testa rappresenta il punto più alto della figura umana, in cui preferiscono stare insieme alle spalle. È un comportamento naturale e come tale non lo contrasterei. Cerca se mai di spostare la sua attenzione sulla spalla, proponendo nuovi giochi e offrendo qualcosa di gradito.
Maria
Inviato via mail il 19/05/2016 – Coppia o scoppia?
Ciao Maria ti volevo chiedere un cosa, ho una femmina di parrocchetto dal collare di due anni e mezzo allevata a mano ho acquistato un maschio di tre anni ma la femmina non lo accetta io volevo sapere se non lo accetta per adesso o non lo accetterà mai? Grazie della tua disponibilità
Ciao, difficile dirlo… non c’è che da aspettare e vedere…
Maria
Inviato via mail il 18/05/2016 – Come farmelo amico
Salve Signora Maria mi chiamo Simone ho visitato la sua pagina e devo dire che l’ho trovata davvero interessante io circa tre giorni fa ho comprato un parrocchetto dal collare di 1 anno solo che è molto diffidente volevo chiederle come faccio a diventare suo amico? La ringrazio anticipatamente saluti!!!
Ciao Simone, beh l’hai appena portato a casa… qualsiasi specie di pappagallo ha bisogno dei suoi tempi per adattarsi al nuovo ambiente. Il parrocchetto dal collare è già molto diffidente di natura, ma vedrai che col tempo e la la pazienza si rilasserà. Cerca di evitare intorno a lui tutti i movimenti bruschi, che possono spaventarlo, avvicinarti con dolcezza e non forzarlo a uscire dalla gabbia. Rispetta i suoi tempi. Cerca magari di incuriosirlo con dei giochi o leccornie da offrire. Ciao,
Maria
Inviato vai mail il 16/05/2016 – Sessaggio da fotografia
Ciao Maria, io sono Massimo volevo chiederti se riesci a riconoscere il sesso del mio parrocchetto perché non vorrei fare il sessaggio mi dispiace fargli staccare una penna poverinooo. L’ho comprato circa 5 giorni fa da un privato, io e mia moglie siamo totalmente innamorati di lui. Ora ti mando foto così lo vedi. P.S.: è nato il 15 aprile al momento gli do 3 poppate al giorno… e già si arrampica nella gabbia… grazie anticipatamente e se non ti disturbo se ho bisogno ti contatto. Ciao e grazie ancora
Ciao, è impossibile sessare visibilmente un pullo e per di più con i calami delle penne!! Mi dispiace ma dovrai fare il sessaggio molecolare se proprio vuoi conoscere il sesso, e solo quando sarà ben impiumato.
Maria
Inviato via mail il 11/05/2016 – Il pullo di parrocchetto dal collare ha cambiato comportamento
Ciao Maria, mi chiamo Francesca. Ho trovato per caso la pagina con la tua email dove rispondi alle domande che ti fanno… io ho un parrocchetto dal collare, l’ho preso a 23 giorni circa ed è una decina di giorni che l’abbiamo. Lo stiamo imbeccando noi (io e mio marito) avendo già esperienza con gli inseparabili. Da un paio di giorni che vedo che è molto timoroso, quando io vado da lui per imbeccarlo e mi vede (lui sta dentro un trasportino per tenerlo caldo) mi urla e mi vuole beccare, io con calma piano metto la mano al suo becco per fargli capire che non sono una minaccia, lo accarezzo e lo tiro fuori per farlo mangiare. Mangia tranquillo e tutto. Ma sia prima che dopo, se noi lo teniamo un po’ con noi sul petto, per farlo abituare a noi comunque, lui si lamenta con dei versetti, rimane tutto accovacciato, cerca di nascondere la testa… si vede proprio che ha paura, eppure lo lasciamo tranquillo nel suo trasportino, quando lo prendiamo siamo cauti, facciamo molto piano, lo accarezzano gli parliamo piano… ho due bambini in casa che comunque non fanno silenzio e un cane di grossa taglia, ma a lui, oltre gli abbai ogni tanto e le urla dei bimbi che giocano, non lo infastidiscono… ho paura che crescendo sia timoroso, possa beccarci… so che questa fase è molto importante per quanto riguarda come sarà da grande e non vorrei commettere errori. Ho letto qualche forum e cose simili che spiegano sulla specie e molti dicono che sono diffidenti, beccano e posso anche farti molto male… come mi devo comportare? Devo tenerlo il più possibile con me in mano? Devo farlo stare nel silenzio assoluto o si deve abituare a i rumori???? Aiutami non saprei proprio a chi chiedere. Grazie mille
Ciao Francesca, Ti confermo le caratteristiche di diffidenza e timorosità della specie, come ho già detto altre volte in quesiti simili. Il comportamento di nascondere la testa è assolutamente normale nei pulli di parrocchetti dal collare; addirittura cercano di ”scavare” da fermi con la testa conficcata su un angolo! Il comportamento che manifesta mi sembra del tutto fisiologico nel tuo pullo. Il fatto che lo tieni in un trasportino chiuso, che ti costringe a introdurre le mani dall’alto per prenderlo probabilmente accentua la sua paura. Vista la stagione e i 30 giorni abbondanti, (già implumato), io lo metterei su una gabbietta con una buona apertura frontale. Questo lo aiuta ad abituarsi alla vostra presenza visiva intorno a lui. Raccomando comunque attenzione alla mole e relativa irruenza del cane, e che i bimbi non sventolino bruscamente giochi intorno a lui che possono spaventarlo inutilmente. Bene il contatto fisico con voi; questa specie ha bisogno di particolari attenzioni in tal senso, una volta svezzato. Suggerisco di contenerlo in particolar modo sulla testa, più che sul becco. Come la sua natura ci esprime, ricerca proprio di nascondere la testa, e quindi il gesto di accarezzargliela tenendola dolcemente chiusa tra le mani, è un gesto che lo rassicura molto.
Maria
Inviato il 05/05/2016 – Educazione parrocchetto dal collare
Ciao, io ho un parrocchetto dal collare di 62 giorni, è arrivata che ne aveva 20 ho iniziato con 5 imbeccate facevo pure la notte e sono andata avanti! Adesso mangia il panico mangia anche la frutta anche i biscotti secchi ma ancora non rifiuta dal tutto la pappa inoltre dovendo mangiare una volta al giorno quando somministrarglielo? Inoltre ora fa i capricci quando sta in gabbia. Prima stava più tranquillo e mangiava adesso vuole stare fuori e mangiare fuori, così ogni giorno dopo la mattina che la passa con me, lo metto in gabbia anche se ha iniziato a salire e scendere, si abituerà? Faccio bene ad ignorarlo quando fa traffici perché vuole uscire? Non so più come fare! Ciao e grazie.
Ciao, l’ultimo pasto è preferibile darlo alla sera. Ma visto che ormai mangia di tutto puoi gradatamente iniziare a eliminarlo, diminuendo un po’ alla volta la quantità. Prima era più tranquillo semplicemente perché era ancora molto piccolo. Ora è normalissimo che crescendo aumenti la sua curiosità e vivacità. Per quanto riguarda le future abitudini, tieni presente che dipende da come lo abitui tu ora. Più si abitua a stare fuori, meno volentieri starà in gabbia. Come dico sempre, l’equilibrio sta nel mezzo. Tuttavia il parrocchetto dal collare è una specie che necessita di un rapporto costante col proprietario, soprattutto dopo lo svezzamento. Sta a te trovare il giusto equilibrio nel rapporto con lui. Confermo che è bene ignorare i suoi capricci. Punta sulla distrazione, con nuovi giochi.
Maria
Inviato via mail il 23/04/2016 – Inseparabile che si autodepluma
Buona sera Maria il mio inseparabile si strappa le piume fino ad crearsi delle ferite e la notte piange, nella tua rubrica ho letto che esiste un repellente, mi poi dire dove posso acquistarlo? Ti ringrazio di vero cuore.
Ciao, purtroppo non si possono fare riferimenti precisi riguardo a prodotti commerciali… non possiamo fare pubblicità. Ma posso indicarti l’uso di particolari collarini elisabettiani, che visto il caso di autodeplumazione fino a ferirsi, può risultare utile almeno nell’immediato. Suggerisco anche il contemporaneo intervento puntando sulla distrazione: infatti qualsiasi rimedio di tipo pratico da solo non basta. Va capito perché il soggetto si autodepluma. Forse si sente solo e annoiato. Suggerisco novità a tutto tondo, in particolare con dei nuovi giochi dentro la gabbia di quelli in particolare da rosicchiare e con fili da strappare; questo serve a spostare questa compulsione da se stesso, verso un altro oggetto.
Maria
Inviato via mail il 21/04/2016 – Calopsitte fuggita
Buonasera Signora Maria.. Mi chiamo Ombretta… Oggi alle 15.30 la mia calopsitte mi è scappata.. Ed è solo colpa mia.. sono stata una stupida.. Lei (Grease) era abituata a stare con me.. Sempre mentre facevo mestieri.. mentre uscivo su balcone o uscivo a buttar spazzatura o a spostare la macchina.. Sempre sulla mia spalla.. Pomeriggio sono scesa con la mia cagnolina.. Sotto casa.. Ero già stata con Grease e alla cagnolina era abituata… non aveva paura.. Oggi non so perché.. forse uno spavento è volata via.. prima su un albero poi è volata e non l’ho più vista.. L’ho chiamata ma nulla.. Sul balcone dalla parte opposta da dov’è scappata avevo 3 Pappagallini.. Il loro richiamo pensavo la facessero tornare.. O almeno lo speravo.. Invece nulla.. E non riesco a darmi pace.. Mi preoccupo per lei.. e mi manca tantissimo.. Non so cosa fare.. Ho messo su FB tanti post sul mio gruppo del paese (Omate fraz. di Agrate Brianza) e paesi vicini.. Per chi la trovasse di chiamarmi.. Ma la mia domanda è.. Se nessuno la trova.. magari si ferma su qualche balcone.. Potrebbe trovare la strada di casa? Sono disperata.. C’è qualche possibilità che torni? È tutto oggi che la chiamo sia fuori casa che dal balcone.. L’ho proprio persa? Sono stata così tremendamente stupida.. Non riesco a darmi pace… Grazie per avermi ascoltata aspetto gentilmente sua risposta.. Domani metterò anche foto in giro.. speriamo.
L’errore frequente purtroppo con i pappagalli allevati a mano, è proprio quello di dare per scontato che non possano fuggire mai…! Niente di più sbagliato… se va bene una volta, due, tre, prima o poi succede, perché loro hanno le ali… e sono attratti dallo spazio aperto e l’altezza. Il problema è che una volta fuggiti, e di strada ne fanno anche molta, i pappagalli perdono il senso dell’orientamento e difficilmente fanno ritorno. Quello che ti suggerisco è di mettere volantini in tutta la zona di fuga, estendendo il raggio anche a qualche decina di km. La foto dev’essere ben chiara affinché chi dovesse avvistarlo può riconoscerlo.
A volte succede che planano in qualche balcone o giardino, e trovano qualcuno che se ne prenderà cura; oppure se il soggetto è stato visto su volantino, viene ricongiunto al proprietario…
Ma a volte no…
Tu tutto quello che puoi fare lo stai facendo, e mettere volantini è importante.
Ti faccio tanti auguri.
Maria
Inviato il 19/04/2016 – Uno stormo multispecie in casa
Salve Maria sono sempre Massimo, il proprietario del conuro del sole, della calo, del conuro testa nera. Domani vado da una signora a prendere la sua calo femmina di 11 mesi allevata a mano come il mio Kiwi (calo) perché lei non la vuole più così io mi sono offerto. Dopo alcune settimane di gabbie separate, vorrei introdurre Kiwi: cosa succede su soggetti allevati entrambi a mano? Cominceranno a far comunella ed a inselvatichirsi? Non capisco perché i soggetti allevati mano quando cerchi di farli stare bene con un altro loro simile si dimostrano la maggior parte delle volte più freddi. A breve volevo prendere un cenerino molto più timido dei conuri, ma non gli prenderò mai un compagno se questo significa che dopo qualche tempo ce il rischio che non mi consideri… lo so che è un pensiero egoistico ma a me piace interagire con il mio pet… o questo per il cenerino non accade? Forse il mio errore è metterli insieme dopo un po’, avrebbero dovuto stare in gabbie separate, vicine ma separate. Questa cosa egoisticamente parlando mi secca, non so speriamo che la nuova calo, non diventi diffidente. Grazie di cuore per rispondere sempre e dedicarmi il sul tempo, Massimo Inceran
Ciao Massimo. Io sono una persona estremamente schietta, e pertanto ti dirò quello che penso in merito. Il momento ideale per accogliere un nuovo esemplare nella nostra casa, è solamente e unicamente quando il suo arrivo non toglie assolutamente nulla al primo arrivato. Credo con questo di avere sintetizzato bene il concetto.
Nel tuo caso, hai dei rapporti da coltivare con i tuoi soggetti in modo separato, in particolare col conuro testa nera, e sinceramente un nuovo ulteriore nuovo arrivo lo vedo con perplessità. Oltretutto dando per scontato che tenendolo insieme alla calopsitte loro ne siano felici (il tenerli tutti insieme è indubbiamente una scelta dettata dalla comodità, ma non per questo è scontato che sia la scelta migliore anche per loro). In qualche caso può funzionare, se le specie sono compatibili, e stanno insieme da giovanissimi; ma come hai visto non è sempre così. Io posseggo quattro pet personali, tra i quali Alex, il cenerino che vedi nella foto che ho allegato; ognuno ha la propria gabbia, e il proprio tempo e spazio che io dedico loro. C’è una cosa che io cerco sempre di far capire alle persone: per i soggetti allevati a mano non è importante avere un conspecifico vicino, ma bensì il rapporto con noi! Siamo noi il loro punto di riferimento. Spesso invece un altro simile è percepito come un antagonista. Addirittura vorresti portare a casa anche un cenerino…! Qui non posso non dirti che si tratta della specie in assoluto più complessa dal punto di vista emotivo e psicologico, e la sua ipersensibilità non lo rende un pappagallo per tutti. Non è semplicemente ”timido”, ma molto complesso, emotivo ed insicuro, ed è tra i più inclini proprio per questo motivo, a manifestare disturbi del comportamento come l’autodeplumazione. E’ un pappagallo che lui da solo ha bisogno di particolari cure e attenzioni relazionali, perché la sua intelligenza, quanto di più sovrapponibile a quella di un bambino, lo rende molto incline alla noia e alla tristezza, e tu mi sembra che abbia già difficoltà a gestire i già presenti. Perdona la mia schiettezza, ma credo sia corretto esserlo visto che mi chiedi il mio parere. Vedo troppi cenerini infelici purtroppo, e le persone devono sapere che i pappagalli sono animali molto complessi, e ci si assume una precisa responsabilità al loro arrivo. E non vanno portati a casa con la stessa facilità con cui portiamo a casa tanti oggetti perché ci piacciono… pertanto rifletti molto bene prima di assumerti questa responsabilità.
Maria
Ok Maria forse hai ragione il cenerino è troppo per ora grazie 1000, Massimo.
Inviato via mail il 15/04/2016 – Allevare a mano un kakariki
Gentile Sig.ra Maria,
avrei bisogno, se possibile,di alcune informazioni sull’allevamento a mano di Kakariki.
Il suo nominativo me l’ha gentilmente dato il Sig. Attilio del sito esoticoweb@libero.it.
Io abito in Svizzera e purtroppo qui, questo splendido animale é poco noto. Ho aquistato qui questa creatura da un tipo che si definiva allevatore ma ben presto ho capito che era solo un fanfarone irresponsabile, che alle mie domande rispondeva in modo vago e impreciso. È la mia prima esperienza con questo tipo di animale, non conosco nessuno di cui fidarmi che mi possa dare informazioni corrette e le ricerche che faccio in internet mi danno informazioni contrastanti tra loro.
Questa cucciolina l’ho presa che aveva 20 giorni. La kakariki ora, ha 2 mesi circa, sono riuscita a diminuire le siringhe da 4 a 3 al giorno, diminuendo pure la dose, ora é mezza siringhina, tento di
diminuire a 2 al giorno ma lei é un orologio, e verso le 14.00 mi chiama che vuole la pappina,e a me fa pena non darla. Oltre a ciò ha a disposizione semini misti completi, acqua fresca mela e
pera, spiga di panico, osso di seppia e fieno.
So che amano fiori, frutta, verdura… ma lei, per ora, é schizzinosa. Non gradisce il lampone, la fragola, il kiwi poco e prende solo i semini neri (li toglie), la verdura neanche a parlarne, carota sia cruda che sbollentata, no, zucchina sia cruda che sbollentata, neanche e neppure insalata.
È davvero una vegetariana strana. Le ho dato pure fiori di margherita e denti di leone ma… schifo assoluto. In 2 mesi é cambiata molto, vola benissimo, fa virate spettacolari (preciso,che per molte ore é libera di volare in casa), se la chiamo risponde (si fa sentire) e ora, mentre scrivo é sul mio braccio a dormire, mi sta molto vicino. Le ho spiegato a che punto sono ora, per poterle far capire com’é la situazione, quindi chiedo: – È corretto darle ancora 3 siringhe?
– È normale che non gradisce frutta e verdura? Forse é ancora piccola?
– Dicono che deve fare il bagno, ma che devo aspettare perché ora é troppo piccola,é vero? Per bere ha una ciotolina del diametro di 5 centimetri, eppure lei, più volte é riuscita a bagnarsi interamente.
– Parlano di sabbia-grit, alcuni dicono di darlo, altri no. Cosa é giusto?
Ora nella base della sua gabbia, ho messo della carta bianca da cucina, con ciotolina per semi e un’altra con del fieno e altri semini sparsi, così scava per trovarli e acqua da bere. Tengo moltissimo a lei, (si chiama CARY), dal primo momento che l’ho avuta, mi ha rapito il cuore e l’anima e desidero solo il meglio per lei, salute e gioia e qualcuno che ami gli animali e che mi possa rispondere in modo saggio. La ringrazio molto per la sua gentile disponibilità, non é facile trovare chi se ne intende.
Cordialmente la saluto
Ciao Debora.
Inizio subito col dirti che i kakariki sono molto precoci in tutto, dalla maturità sessuale, alla riproduzione, e anche i tempi di svezzamento sono molto rapidi. A due mesi in genere un kakariki è completamente svezzato, ma tu gli dai ancora ben 3 in beccare al giorno! Molto probabilmente è questo il motivo per cui non mangia ancora frutta e verdura, di cui questa specie ha molto bisogno. Devi dargli la possibilità di diventare autonomo dal punto di vista alimentare, e finché tu lo assecondi con l’imbeccata ”perché ti dispiace non dargliela”, non cercherà mai altro cibo. Succede frequentemente che chi non è esperto protragga le imbeccate oltre il dovuto. Lo svezzamento è la fase più delicata in assoluto. Va fatto in modo naturalmente graduale, ma iniziato al momento giusto. Nel tuo caso ora procedi così: passa prima a 2 imbeccate, mattina e sera, per 4-5 giorni. Poi passa a un’unica serale per altri 4-5, o una settimana; ma poi basta. Bene la mezza siringa “simbolica”. Poi continua a fornire frutta e verdura. All’inizio sembrerà che non la cerchi, ma in realtà è solo perché è convinto di poter scegliere. Varia molto, sia frutta che verdura. Proponi anche le arance, il succo è di soluto gradito. Poi mela, pera, carota, zucchina, cetriolo, finocchio, zucca . L’importante è che insisti quotidianamente e anche nella varietà. Bene anche i fiori. Prova a proporre anche il tarassaco, sia il fiore che le foglie. Metti tranquillamente anche il grit e osso di seppia. Puoi proporre anche dei pastoncini con frutta e bacche. Un ottimo alimento è anche l’estruso, in quanto da solo è ben bilanciato nel rapporto tra proteine e grassi. La miscela di semi deve avere pochissimo girasole. Fagli fare tranquillamente il bagno, perché è una specie che ne ha molto bisogno. Devi avere un’attenzione particolare all’igiene del fondo gabbia, perché i kakariki amano razzolare sempre sul fondo e trovare li il cibo, è una loro caratteristica. Questo li predispone a infezioni. Abbonda con l’acqua sempre fresca sia da bere che per il bagnetto.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 14/04/2016 – Gelosie
Salve Maria grazie 1000 lei si che ama questi animali,ora provo a tirarli fuori uno alla volta, Ruben conuro del sole è il soggetto che secondo me di indole affettuosa, la calo anche solo che non ama le mani, ma mi è costantemente vicino, sempre, il problema rimane il testa nera era non è cattivo ma diffidente e schivo, non so se riesco nemmeno a tirarlo fuori,anche perché io gli apro lo sportello e basta,il testa nera mi sta spezzando il rapporto con Ruben, eppure con lei allevata da me non gli ho fatto nulla proverò a fare uscire Ruben da solo ma su questo non ho difficoltà e sempre il primo. Grazie per la serietà che oggi giorno ce ne poca grazie 1000.
Ciao, grazie delle belle parole. Io cerco sempre di dare il massimo nelle cose di cui mi occupo e mi appassionano, e il riscontro positivo da parte di tutte le persone che mi seguono, è per me la più grande motivazione. Confermo come già detto che il tentativo da fare è lavorare su di loro separatamente, in particolare con il conuro testa nera, che si rivela il soggetto più diffidente.
Ciao, Maria
Inviato il 07/04/2016 – Il lori fa ancora il birbante
Ciao Maria, sono Antonella!
Anzitutto complimenti davvero per la tua pagina web e per la chiarezza con cui rispondi alle nostre domande. Personalmente nulla togliendo agli altri, sei l’unica che riesce a infondermi sicurezza e di cui mi fido ciecamente.
Ho un quesito da porti sul mio lori arcobaleno che certamente ti sarai sentita ripetere mille e mille volte, ma nella sua banalità nessuno mi ha saputo dare delle risposte certe e soprattutto “coerenti”.
Il mio lori ad oggi ha 6 mesi e rispetto ai primi è un po’ peggiorato.
Non accetta assolutamente di restare in gabbia nonostante ho cercato di bilanciare il tempo trascorso fuori (un paio d’ore al giorno); ma ciò che più mi preme è il suo gracchiare ininterrottamente dal momento in cui si sveglia fino a quando non lo faccio uscire dalla gabbia. Ignorarlo come si dovrebbe fare credimi è impossibile per l’accanimento e la durata infinita con cui persevera per cui mi sono trovata costretta a cambiarlo di stanza (la cucina) e portarlo in una stanza neutra. Per farla breve non riesco più a vivere un rapporto con lui perché non lo vedo tutto il giorno essendo in un altra stanza e mi rapporto con lui solo ed esclusivamente durante le due ore serali che, dal suo canto, gioca si ma è più aggressivo pretendendo di fare ciò che vuole beccandomi in particolare il viso e il collo. Non vuole salire sulle mie dita e come protesta si muove a zig zag dietro la mia schiena oppure si lancia a terra e non si fa prendere più. Durante il giorno mi condiziono a fare ogni tipo di cosa( aspirapolvere piatti e televisore) poiché non appena sente questi rumori anche dalla sua stanza neutra a porte chiuse riprende il suo gracchiare e non smette fin quando non lo copro. Mi fa strano scrivere queste cose sai mi sembra di leggere la descrizione di un altro pappagallo e non del mio. In breve lui non riesce a convivere nella stessa stanza con qualcuno senza gracchiare lanciarsi da un punto all’altro della gabbia e perdendo piume qua e là . E questo ripeto dura tutto l’arco della giornata. Questa situazione fa male ma credo non solo a me ma anche a lui. Non capisco Maria sono animali dolci e necessitano di compagnia ma al contempo stesso è come se non tollera la vicinanza o il relazionarsi a qualcuno se non fuori dalla gabbia. Vorrei averlo in cucina con me, guardarlo tutto il giorno e infondergli serenità e allegria ma lui non me lo permette. Morale della favola mi ritrovo tutte le sere con i sensi di colpa come se per il suo bene e il mio dovessi tenerlo pomeriggi interi fuori dalla gabbia (momenti in cui non si stacca da me neppure un attimo), e chiedendomi, se rientro in quella categoria di persone che prima vogliono una cosa e poi si lamentano perché non la sanno gestire… ma io voglio gestirla, voglio capire, voglio rimediare ma se nessuno mi dà delle linee guide su cui muovermi come faccio a capire? Sono animali sensibili e non si improvvisa con loro. Per favore dammi tu un aiuto!
Concludo dicendoti che il fratello del mio lori nato dalla stessa covata e che vive con una coppia di amici è tutto l’opposto: tranquillissimo, percepisce la sua gabbia come la sua casa e invece di gracchiare emette felice i suoi versi e pronuncia qualche parolina.
Ti ringrazio ancora
Ciao, se non ricordo male il tuo lori si chiama Gin. (ho riletto la lettera precedente per inquadrare il caso).
Premettendo che ogni pappagallo ha un suo preciso carattere, anche se fratelli e della stessa nidiata, devi comprendere che poi l’ambiente e proprietari che li accudiranno, sono sempre diversi, e questo influenza molto il loro comportamento. Il fratello oltre che a un carattere diverso, non è un clone del tuo, e quindi avrà il suo carattere personale, sul quale le abitudini che apprende da giovanissimo faranno il resto.
Il tuo lori in qualche modo è riuscito a diventare dominante e a ottenere ciò che vuole alla lunga. Non dimenticare che da appena arrivato a casa, tu appena urlava lo travi fuori. E certe abitudini sono dure da eradicare una volta consolidate. Comprendo la tua ansia e sensi di colpa; giustamente vuoi capire…
Ma non è cosi è semplice. Devi innanzi tutto continuare così nel senso di non assecondare mai le sue urla. E per il resto rivedere se nei tuoi comportamenti non ci sia comunque una forma di ”cedevolezza”, perché questo, come già detto, rinforza questo comportamento. E fai bene ad averlo alloggiato in un’altra stanza. È comunque inevitabile che appena sente rumori forti, lui risponda…loro imitano e ci imitano!
Tieni presente poi che i lori hanno già di per sé un carattere piuttosto irrequieto, nel senso che non amano stare fermi e immobili sulla spalla o le mani. E la loro potente voce, sappiamo che c’è, e loro imparano in fretta a usarla a loro vantaggio. Sta a noi ”gestirla” al meglio.
Ciao, Maria
Inviato via mail il 04/04/2016 – Come gestire le imbeccate
Salve complimenti per la bellissima pagina web,allora io ho un inseparabile di 15,16 giorni… vorrei scritta una tabella dove super giù orientarmi con il peso e super giù quante poppate dargli al giorno e quanto ml… spero mi risponda ci tengo molto… grazie Ornella
Ciao, non ti serve alcuna tabella peso, in quanto ci si regola nel modo più ottimale seguendo i tempi individuali di svuotamento del gozzo. Per un pullus di inseparabile di 2 settimane puoi partire con circa 4 pasti al giorno. Se svuota bene il gozzo anche 5, per la prima settimana. Usa una siringa da 10ml e somministra 10ml di pappa. Poi rimani con 4 pasti, per poi passare a 3 pasti, aumentando un po’ la quantità della pappa. La regola fondamentale su cui ti devi basare è che tu non dia mai un pasto se prima non ha svuotato completamente il gozzo.
Per maggiori informazioni vai al mio articolo ”allevare a mano un pappagallo”.
Maria
Inviato via mail il 03/04/2016 – Lori deplumato
Buona sera Maria, io sono Silvia e abito in Trentino. Sono disperata ho un lori arcobaleno femmina di 5anni, dalla scorsa estate nella zona ventre ha solo il piumino grigio, è stata portata da tanti veterinari, somministrato medicine per la cocciniglia, cambiato gabbia… ma le piume non si fanno vedere in quella zona. Ho somministrato anche il nectonbio ma dopo qualche gg iniziava a grattarsi. La prego mi dia un consiglio non so più che fare di sicuro sta bene perché canta balla gioca è un po’ antipatica quando esce ma mi hanno detto che fa parte del carattere dei lori arcobaleno. Io la ringrazio in anticipo spero di sentirla presto.
Distinti saluti Silvia
Ciao Silvia. Non mi è molto chiara la questione della cocciniglia. Si tratta di un insetto fitofago che infesta le piante nutrendosi della loro linfa. Ed è anche una sostanza colorante estratta da questo insetto. Non vedo il nesso con il tuo lori. Nel caso tu ti riferissi alla coccidiosi invece, si tratta di una infestazione da parassiti che colpiscono l’apparato digerente, dei protozoi nello specifico.
Ma la sintomatologia è a carico dell’apparato gastroenterico, e si manifesta generalmente con dimagramento, sete intensa, feci liquide. Non interessa le penne o la cute.
Considererei un’infestazione da parassiti esterni, vista l’esigenza di cambiare la gabbia, (probabilmente suggerita dai veterinari che hanno visto il soggetto). E visto il persistere del prurito potrebbe trattarsi di pidocchi, ben visibili però a occhio nudo, (si nutrono della cheratina delle penne e delle cellule di sfaldamento della cute) o più probabilmente acaro rosso, molto più difficile da debellare. Si tratta di un parassita ematofago, che durante il giorno vive nascosto negli interstizi della gabbia (fessure, angoli e interno bastoni), ed esce di notte, per nutrirsi del sangue dell’animale mentre dorme. Si presentano come piccolissimi puntini rossi. A lungo andare causa anemia all’animale. Ma se il soggetto è stato visto dovrebbe essere stata fatta anche una diagnosi. Il necton bio è un ottimo integratore e puoi continuare a darlo comunque.
Altra cosa che terrei in considerazione è l’autodeplumazione; ma anche in questo caso non passa inosservato l’animale che si strappa le penne. E qui la questione è più complessa. Tieni monitorata la situazione e se continua anche nei prossimi mesi, riportato dal veterinario. Ma se il suo benessere generale non manca in termini di vivacità, significa che non ha nulla di serio.
Ciao, Maria
Inviato via mail il 31/03/2016 – Tre pappagalli
Salve Maria, io ho 3 pappagalli allevati a mano da me, sono soggetti buoni giocherelloni, non hanno paura di me per nulla te li presento: Kiwi è una calopsitta maschio di quasi 3 anni, Ruben conuro del sole, Cloe conuro testa nera. Sono bravissimi convivono tutti e 3 in un gabbione dove non hanno problemi di spazio. Io sono sfortunato su 3 solo uno è coccolone il conuro del sole, gli altri 2 sì mi vengono sulla spalla o in testa ma non si fanno toccare, si figuri che hanno imparato che quando dico su vanno direttamente in gabbia pur di non farsi toccare. La calo anche se la tocco non morde, il testa nera ogni tanto sì, non mi può vedere insomma mi sale sulla testa, spalla ma niente di più è legato tanto al conuro del sole che si coccolano molto. Ad es. ora scrivo la calo è sopra il mio ginocchio, Ruben lo chiamo ma non viene, il testa nera ho perso ogni speranza, non so cosa ho sbagliato. Speriamo che il conuro del sole con il tempo non diventi schivo come l’altro. Che ne pensa??
Ciao Massimo, premettendo che ogni singolo esemplare ha una sua personalità e potenzialità, a mio avviso per tentare di recuperare un po’ di docilità del conuro testa nera e calopsitte, dovresti relazionarti con loro presi singolarmente, non tutti insieme, dove finiscono per ”scegliersi” tra loro (vedi il conuro testa nera e conuro del sole), non solo, ma il rischio che Ruben apprenda il comportamento diffidente di Cloe esiste, perché il sentimento di paura e diffidenza è sempre dominante su tutti gli altri loro messaggi comunicativi. Prova quindi a tirarli fuori uno alla volta, non tutti insieme, e cerca di instaurare un rapporto di fiducia con loro, separatamente, ma senza forzature, ad esempio con il gioco che non implichi il contatto fisico manuale… e il tutto seguito magari dai un premio offerto con le mani, come un biscotto o un frutto.
A volte il fatto di convivere tutti insieme in un gabbione di ampi spazi, può indurli a rinforzare di più il legame tra loro rispetto la figura umana. Se Ruben si dimostra ancora affettuoso significa che probabilmente è già di suo geneticamente predisposto a non essere troppo diffidente. Questo è l’unico tentativo da fare e ovviamente devi armarti di molta pazienza, e senza eccesso di aspettative. La situazione dovrebbe comunque migliorare un po’ nel tempo. La cosa importante è che il tempo gli dedicherai sia ”mirato” singolarmente.
Ciao Maria
Inviato via mail il 30/03/2016 – Una buona partenza
Ciao Maria, non ho esperienza di pappagalli ma è da svariati anni che vorrei averne uno, con cui possa giocare ed insegnargli parole e suoni.
Il problema è che so così poco sulla loro corretta gestione che l’idea un po’ mi spaventa. Ho due bimbi ed un cane ed un giardino con due alberi da frutto; rimarrebbe solo 6 ore al giorno circa.
Secondo te quale potrebbe fare al mio caso? Grazie. Gianluca
Ciao Gianluca, benvenuto. Come prima esperienza e considerando che hai due bimbi, ti suggerisco senza dubbio una calopsitte. È la specie ideale per chi si avvicina a questo mondo in quanto non è complessa nella gestione quotidiana, ed è l’ideale per chi ha bimbi, essendo molto docile, affettuosa, non mordace, molto intelligente e socievole, e se scegli un maschietto, impara con estrema facilità paroline e a fischiettare canzoncine; in questa specie è il maschio quello predisposto all’apprendimento della parola umana e alla mimica in generale. Entrambi i sessi comunque sono estremamente coccoloni e si legano profondamente al proprietario. Si tratta di una specie che, per l’esiguo costo che ha, da veramente molte soddisfazioni sia in termini di affettuosità e capacità di affezionarsi al proprietario, che in termini di apprendimento; quest’ultimo aspetto poi è molto importante per i bambini, in quanto instaureranno con il pappagallo un rapporto di interazione e scambio.
La sua gestione quotidiana è semplice: un’alimentazione di base con una buona miscela di semi per parrocchetti, sempre integrata con frutta e verdura fresche tutti i giorni, e come premio possiamo offrire dei biscotti semplici, o una leccornia a lui gradita. Alcuni giochini all’interno della sua gabbia, in modo da intrattenersi nelle ore del giorno in cui è solo, e soprattutto coccole a volontà.
Il nutrimento affettivo è la cosa di cui ha più bisogno qualsiasi esemplare allevato a mano.
Maria
Inviato via mail il 24/03/2016 – Fine?
Ciao Maria. Sono Claudia. Questa volta mi rivolgo a te per chiederti delle informazioni non piacevoli. Io purtroppo per delle situazioni che non posso spiegare non posso più tenere i miei inseparabili. Ti sembrerà non veritiero ma credimi io mi sto ammalando al pensiero di perderli, ma non posso fare diversamente. Il mio tormento è…
…Scusami è che un pappagallo è salito sul cellulare mentre scrivevo ed ha inviato. Dicevo il mio tormento è sapere come reagiranno i miei inseparabili… Nel non vederci più… insomma come vivranno questa cosa??? Io non ci dormo la notte e piango tanto… Soffriranno? Maria aiutami a capire e a saperne un po’ di più. Grazie di cuore. Claudia
Ciao, purtroppo io non posso fare nulla. Invito sempre le persone a riflettere molto bene prima dell’impegno che si assumono, prima di portarsi a casa dei pappagalli, di qualsiasi specie. Non sono oggetti dei quali ci si può liberare alla prima difficoltà o comunque quando non va più di occuparsi di loro. Perdona la mia schiettezza, ma d’altra parte io per mia abitudine insisto sempre a valutare molto bene prima i possibili problemi che possono intercorrente nel breve, medio o lungo termine, e invitare le persone a valutare bene tutto questo. Senza contare poi che gli esemplari che rimpallano da un proprietario e un altro, si rivelano sempre piuttosto problematici.
Leggo ora la seconda parte della tua domanda. Alla luce di questa posso dirti che gli inseparabili sono meno complessi dal punto di vista psicologico rispetto ad altre specie di taglia molto più grande. Quindi se questo può in qualche modo confortarti, te lo dico con serenità.
Detto ciò, in tutta coscienza sento di dover dire a tutte le persone che si assumono questa responsabilità, di riflettere molto bene prima, sull’opportunità o meno di adottare uno o più pappagalli.
Maria
Inviato via mail il 20 /03/2016 – Parrocchetto dal collare in coppia
Ciao Maria,
Volevo porti una domanda riguardo ai parrocchetti dal collare. Io ho un maschio di 3 anni allevato a mano e da un mesetto ho preso una femmina ma non allevata a mano… La mia domanda è il maschio riuscirà a riprodursi anche se allevato a mano?
Scusa tutto il giro di parole ma avevo bisogno che tu capissi il mio dubbio.
Leggo che dai delle belle risposte molto approfondite aspetto notizie. Saluti Emy
Ciao Emy.
Ho anch’io una domanda… ma perché prendere una femmina non allevata a mano se hai già un soggetto allevato a mano…? Sono del tutto incompatibili, per percorso psicologico di crescita. A meno che il maschio di 3 anni nel frattempo non si sia inselvatichito…
Ma se hai la fortuna di avere un p.d.c. che a 3 anni si dimostra ancora docile (ho spiegato in altre occasioni la difficoltà di questa specie in tal senso), correresti solo il rischio di farlo inselvatichire mettendolo a contatto con un soggetto selvatico… E non mi sembra che questo abbia senso!
Quindi in sintesi: se il maschio non è regredito allo stato selvatico, è assai improbabile che si riproduca, e in compenso perderesti la sua docilità.
In caso invece di regressione comportamentale, potrebbe riprodursi; ma non è scontato.
Ciao. Maria
Inviato via mail il 09/03/2016 – Cenerini beccano la prole
Salve Maria, ho delle coppie di cenerini nate in cattività e alloggiate in voliere esterne, qualche giorno fa si sono schiuse le uova ma oggi ahimè ho trovato uno scenario terribile i 2 piccoli presentavano morsi sul becco fatto dai genitori.
Secondo Lei c’è possibilità di correggere questo problema comportamentale?
Le chiedo aiuto, premetto che la mia intenzione è di farli crescere e svezzare dai genitori.
La ringrazio in anticipo
Rudy
Ciao Rudy.
Purtroppo è un fenomeno relativamente frequente per molte specie quello dell’aggressività genitoriale verso la propria prole, e accade in molte specie, in particolare in inseparabili e roselle.
Le cause sono molteplici e complesse; si può andare da carenze alimentari (proteine), ma come più spesso accade, c’è un errore nel riconoscimento dei genitori verso la propria prole, come ”non invasori” del proprio territorio. E in particolare può accadere che il maschio, preso dall’impulso di accoppiarsi nuovamente, vedendo la femmina impegnata prima nella cova e poi nel nutrimento dei piccoli, aggredisca i piccoli (visti come antagonisti) fino a ucciderli.
Difficile correggere questo comportamento, che ha la tendenza a ripresentarsi; e spesso l’unica soluzione per salvare i piccoli è quella di prelevarli dal nido e allevarli a mano.
Maria
Inviato via mail il 05/03/2016 – Ecletto maschio o femmina?
Il 19 marzo devo prendermi un pullo di ecletto Vosmaeri di 5 sett. Lei mi consiglia maschio o femmina?… Poi un’altra domanda: qual è la femmina della Vosmaeri? In un caso il ventre è blu viola scuro con la coda gialla e anche l iride… Il secondo il viola è acceso e inizia dal collo e la coda e l’iride è gialla). Non capisco quale sia la Vosmaeri..
Ciao, tra i due sessi, il maschio è senza dubbio quello che presenta maggiore propensione alla docilità. Dal punto di vista caratteriale è molto più tranquillo rispetto alla femmina. Non è un caso che gli ecletto allevati a mano siano quasi sempre i maschi. La femmina Vosmeri ha la coda inequivocabilmente gialla arancio, soprattutto nella parte interna, con bordatura di giallo ancora più intenso. (Anche il maschio presenta del giallo nella bordatura della coda), iride giallo, e la taglia è maggiore rispetto alla specie nominale, come pure i colori, ancora più brillanti e accesi in entrambi i sessi.
Maria
Grazie mille Maria… Allora prendo un maschio, poi se ci riuscirò manderò delle foto…
Inviato via mail il 02/03/2016 – Parrocchetto dal collare schivo
Buongiorno, oggi ho preso un parrocchetto dal collare di 4 mesi allevato a mano, è molto spaventato, come posso farle perché si fidi di me? Non morde nemmeno se lo prendi e già un buon segno. Lo lascio nella sua gabbia per ambientarsi con giochi acqua e cibo… Grazie
Ciao, non c’è che avere pazienza… l’hai appena portato a casa. Rispetta i suoi tempi naturali per ambientarsi. Non morde ed è in effetti un buon punto di partenza.
Offri del cibo gradito con le tue mani, questo lo gradirà. Ho già trattato l’argomento parrochetto dal collare in precedenti quesiti che mi sono stati posti, dove potrai trovare altre informazioni utili.
Maria
Inviato via mail il 28/02/2016 – Roseicollis e Fischeri
Ciao Maria. Sono Claudia. Mi rivolgo a te perché sono sicura mi puoi aiutare. Sei veramente brava e chiara nelle tue risposte. Come ti ho già scritto i miei inseparabili sono 6, di cui 4 Roseicollis e due Fischer presi da un mesetto. Tutti e sei allevati a mano; prima di tutto volevo chiederti ma i Fischer sono molto diversi caratterialmente parlando, in confronto ai Roseicollis?? I miei decisamente sì. Nonostante siano allevati a mano vengono vicino solo se vedono pappa, siringa… Come hanno mangiato via se ne vanno senza esitare. Non esistono tutte quelle cose che io e i miei siamo abituati con i Roseicollis… Baci, giochi, coccole. Mangiare le briciole a tavola con noi… Ecco li trovo freddi. Eppure cerco di coccolarli li bacio li accarezzo ma nulla sembrano quasi scocciati! Specie diversa o avrò sbagliato io qualcosa?? E una sola cosa ancora. Nonostante siano allevati a mano devo sempre lasciarli liberi o devono stare un po’ in gabbia durante il giorno?? Io ti ringrazio di cuore e aspetto una tua risposta. Grazie
Ciao Claudia.
Non credo che tu abbia sbagliato qualcosa nel modo di allevare, avrai sicuramente adottato lo stesso metodo e approccio con tutti.
E tutto sommato non credo sia una questione di specie diversa. Gli inseparabili hanno un po’ tutti in generale la caratteristica di avere la tendenza a inselvatichirsi (con le variabili individuali). L’unica cosa che può, almeno potenzialmente, fare una certa differenza è quella di allevarli separatamente gli uni dagli altri; indubbiamente poco pratico, ma nella mia esperienza ho sperimentato che i risultati migliori si ottengono così.
Per quanto riguarda il tempo da trascorrere fuori dalla gabbia, come ho detto altre volte deve essere un tempo bilanciato; devono potere percepire la loro gabbia come un luogo sicuro.
Maria
Inviato via mail il 24/02/2016 – Prepararsi al pappagallo del Senegal in arrivo
Ciao Maria ti leggo sempre con grande piacere per la passione e la sapienza con cui rispondi in modo appropriato alle domande che ti vengono poste sia per il benessere dei piccoli amici e sia per garantire una bella convivenza con essi.
Sto per adottare un Pappagallo del Senegal di circa 3 mesi allevato a mano. Ho saputo che è maschio e adesso sono un po’ preoccupata perché ho letto che i maschi di questa specie al raggiungimento della maturità sessuale diventano aggressivi.
Vorrei quindi da te sapere se questa informazione è vera, vorrei avere qualche informazione sulla specie secondo la tua esperienza e, se non sono troppo esigente, vorrei avere qualche tuo prezioso consiglio su come gestirlo al meglio sin da subito per evitare futuri comportamenti sbagliati del pappagallo.
In attesa impaziente di leggere la tua risposta ti saluto caramente.
Ciao Tiziana, ti rispondo con molto piacere e ti ringrazio delle tue belle parole. Vedi, sono fermamente convinta che quando metti il cuore oltre alla passione, competenza e professionalità in quello che fai, alle persone arriva…!
Veniamo al dunque.
Ottima scelta quella del Poicephalus Senegalus; si tratta di un pappagallo molto intelligente, vivace e con un’ottima suscettibilità all’apprendimento della parola umana, che riproduce con un timbro chiaro. Ottima propensione alla ripetizione dei suoni di casa, come sveglia, telefono, campanello, macchina da caffè ecc. Altrettanta spiccata propensione al gioco e alla mimica, essendo molto intelligente, e se ben stimolato in tutto questo per tutto il suo cosiddetto ”periodo sensibile” che arriva al secondo anno, è in grado di apprendere dei giochini anche di una certa complessità.
Veniamo al carattere. Si tratta di un pappagallo inizialmente piuttosto timido e timoroso, ma appena prenderà confidenza con l’ambiente e il proprietario non tarderà a mostrarsi curioso e socievole, soprattutto perché si tratta di un giovanissimo esemplare. Manterrà comunque un atteggiamento di diffidenza verso le persone estranee, questo perché ha una marcata tendenza ad affezionarsi con una persona in particolare, con la quale svilupperà un rapporto quasi esclusivo. Suggerisco di abituarlo da subito a relazionarsi con tutti i componenti della famiglia, proprio perché non sviluppi eccessiva diffidenza o territorialità verso la persona ”prediletta”. Ma la diffidenza verso gli estranei, soprattutto con la crescita, è assolutamente normale.
Per quanto riguarda differenze caratteriali inerenti al sesso di appartenenza, posso dirti che è ininfluente di per sé. Va detto invece, che una volta raggiunta la maturità sessuale (in questa specie tra il terzo e quarto anno), tutti i pappagalli manifestano un cambiamento caratteriale e del comportamento, proprio legato allo sbalzo ormonale. Le avvisaglie si percepiscono già dalla ”pre adolescenza”, con possibili manifestazione di gelosie, forme di aggressività (relativa ovviamente), talvolta beccate apparentemente immotivate, e comportamenti interpretabili dal punto vista umano come ”capricci”.
Tutto questo per un motivo ben preciso: il suo passaggio dalla fase di indipendenza emotiva (intorno ai due anni) a quella adulta della maturità sessuale, comporta una certa crisi nel pappagallo, sovrapponibile a quella dell’adolescenza umana per alcuni aspetti. I suoi ormoni in tempesta lo porteranno a sviluppare un attaccamento talvolta morboso col proprietario ”prediletto”, e da qui, una ricerca più marcata di avere a tutti i costi la sua attenzione. Ma tutto questo coincide solitamente con una fase della sua crescita, e se ben gestito non perderà mai la sua caratteristica di fondo, di essere un pappagallo molto dolce e coccolone. Quindi non devi temere aggressività futura legata al sesso di appartenenza. Questo fenomeno esiste in alcune specie, ma in particolare allo stato selvatico, laddove esiste la necessità di difendere la prole, il nido, le uova. Ma nel caso del Senegal posso dirti che avrai un soggetto splendido, indipendentemente dal sesso. Ogni variabile può esistere, ma va ricondotta alle singole caratteristiche individuali del soggetto, e questo è un concetto da non dimenticare mai.
Consigli sulla gestione: come ho detto, suggerisco di favorire una socializzazione con più persone da subito, molte coccole e contatto fisico; grande importanza allo stimolo del gioco e all’apprendimento della parola umana, e va premiato mediante il ”rinforzo positivo” di cui ho parlato sovente, (per premiarlo con una ghiottoneria possiamo offrire dell’uva e dei fichi, molto graditi) e per quanto riguarda l’alloggio, una gabbia di dimensioni adeguate, poiché si tratta di una specie molto vivace che ama il movimento e il gioco; quindi al suo interno vanno sistemati dei giochini adeguati soprattutto al suo becco, quindi in legno, perché questa specie ama molto rosicchiare. D’altra parte è una sua precisa esigenza fisiologica.
Un caro saluto! Maria
Ciao Maria grazie per la risposta, ora mi sento tranquilla. Poiché il mio desiderio è di abituarlo ad uscire con me con la pettorina tu mi consigli di cominciare subito ad abituarlo o potrebbe essere una forzatura? E nel caso quando iniziare.
Sempre in ragione di una gestione ottimale vorrei sapere se comunque posso abituarlo sin da subito ad uscire con me con il trasportino (qualora al momento non dovessi forzarlo alla pettorina).
Poi mi consigli di abituarlo a salire sul dito o posso già prenderlo tra le mani e coccolarlo?
Scusa le tante domande ma voglio evitare di creare al piccolo un database di miei comportamenti non gradito che in futuro mi si possano ritorcere contro.
Caratterialmente questa specie è vivace o statica?
Grazie ancora di cuore.
Attendo di leggerti ancora con impazienza.
Ciao, con la pettorina devi iniziare ad abituarlo da subito perché altrimenti poi crescendo non l’accetterà più! È molto importante iniziare ad abituare i pappagalli da giovanissimi a questo ”strano oggetto”, e va fatto proponendolo come un gioco, facendolo familiarizzare prima con l’oggetto da solo, e poi giocando insieme.
Certo che puoi portarlo fuori con te, con trasportino o pettorina, ma magari aspetta le belle giornate tiepide per evitare bruschi sbalzi termici, a cui tutti i pappagalli sono sensibili. Nel frattempo inizia ad abituarlo alla pettorina in casa.
Inizia tranquillamente a coccolarlo a tenerlo a contatto fisico con te. Quello che va evitato è ogni forma di forzatura, come ho detto altre volte. In genere non amano essere presi con le mani introdotte bruscamente dentro la gabbia. Ma lascia tranquillamente la gabbia aperta e invitalo a salire sul dito, magari offrendo qualcosa di gradito, e tienilo accoccolato su di te; il contatto fisico è molto importante. Ma mantieni da subito un equilibrio (importante in futuro) sui tempi in cui starà libero fuori dalla gabbia e quelli in cui starà dentro. A tal fine, metti diversi giochini dentro la sua gabbia, che come ho detto dev’essere abbastanza spaziosa perché questa specie non è affatto statica ma ama molto il movimento, arrampicarsi, dondolarsi.
E ora non mi resta che augurarti, buon Senegalus!
Maria
Inviato via mail il 19/02/2016 – Convivenze… universitarie
Salve… sono una studentessa universitaria che fa spesso su e giù tra casa con le coinquiline e casa propria. (20 km) Da tre anni ho nella mia stanza da letto un Roseicollis allevato a mano che ho svezzato da quando aveva 1 mese… è un maschietto è dolcissimo mi ama alla follia… e quando sono in città siamo io e lui lui ed io poiché lo tengo appunto nella mia stanza… ma è abituato ad interagire tranquillamente con altre persone… quando sono a casa dai miei genitori infatti vola sulla testa tranquillamente ai miei fratelli e tutti… gioca ed e tranquillo… ora mi è stato regalato un pullo di parrocchetto dal collare che ha meno di un mese e che sto svezzando… la mia domanda è semplice… ovviamente ognuno dei due avrà la propria gabbia e il proprio territorio ma lei mi consiglia di tenerli insieme nella stessa camera da letto dove sto io… e far in modo che si facciano compagnia quando non sono in casa tipo… oppure appena svezzato dovrei portare a casa al paese il parrocchetto? Ne potrebbe risentire il piccolo per caso essendosi legato anche lui a me..?? l’inseparabile potrebbe per gelosia autodeplumarsi o ferirsi anche se io do attenzione ad entrambi…?? (ad esempio ora coccolo un po’ uno un po’ l’altro ma non trascuro nessuno anche perché sono nella mia camera da letto dove io studio dormo e vivo insomma… i miei peraltro erano preoccupati che ne possa risentire la mia salute nonostante siano in salute e le gabbie disinfettate due volte al giorno… scusi le troppe domande ma sono spaventata… grazie mille per l’attenzione
Ciao, non vedo nessun particolare problema alla convivenza di entrambi. Ti suggerisco di tenerli tranquillamente insieme nella tua stanza, dove ognuno ha la sua gabbia, ma hanno la possibilità di interagire con te. Non ha senso tenere altrove il parrocchetto, dove tra l’altro non avrebbe la tua presenza più continuativa. Il collare tra l’altro ha bisogno di questo tipo di continuità affettiva con te, per le sue caratteristiche caratteriali di cui ho già parlato. Da parte dell’inseparabile, non credo possa soffrire di particolari gelosie; intanto è un maschietto, e su questa specie, la più territoriale e aggressiva è la femmina. Aggiungo che è ben socializzato, poiché va tranquillamente con tutti, e cosa più importante, da quanto dici tu stessa, hai un rapporto equilibrato con entrambi, dedicando pari attenzioni e spazio a entrambi.
Ciao, Maria
Inviato via mail il 09/02/2016 – Parrocchetti dal collare selvatici
Ciao Maria, vorrei un consiglio per i miei parrocchetti dal collare. Li ho presi da circa 15 giorni da una persona che ha la coppia genitrice. Hanno già circa 8 mesi e non sono allevati a mano. La femminuccia è tanto agitata quando ci avviciniamo, morde se la prendo. Il maschio è tranquillo. Già esce dalla voliera per andare a mangiare la mela. Vorrei sapere se la femmina si può addomesticare o se conviene separarli.
Grazie
Ciao, i soggetti non sono allevati a mano ed è quindi normalissimo che si comportino da selvatici, ovvero si agitano appena ti avvicini e becchino se tenti di prenderli! È inutile riversare le aspettative di un pet, su un soggetto non imprintato. Il maschio dimostra di essere un po’ più tranquillo, e quindi accontentati di guadagnarti la sua fiducia, ottenendo quello che lui può darti, senza pretese o peggio ancora forzature. Se vuoi lavorare in questo senso col maschio, che dimostra una predisposizione alla docilità, allora conviene separarli. La paura e la diffidenza, sono sentimenti molto contagiosi nella mente ancestrale del pappagallo.
Ciao, Maria
Inviato via mail il 07/02/2016 – Gli sbalzi d’umore dei pappagalli
Ciao Maria. Sono di nuovo a te per chiederti un chiarimento. Ti ho già scritto una volta, mi hai risposto e sei stata gentilissima e mi hai aiutato tanto. I miei inseparabili sono arrivati a 5. Li amo, anzi io e la mia famiglia li adoriamo. Volevo capire come mai ci sono giornate in cui i miei amori giocano, mangiano, dormono, litigano ma tutto nella norma, diciamo in maniera tranquilla. Una tantum capita che sin dal mattino come li prendo dalla gabbia attaccano un concerto che non c’è modo e maniera di placare… Può influire cielo grigio e sopratutto tanto vento??? Può succedere che il tempo influisca sul loro stato d’animo? Io cerco di distrarli, giochini, qualcosa da mangiare e sul divano a sbaciucchiarmeli tutti… Ma poi si riprende. Roba che l’indomani sono tranquilli… Dormigliosi… Ubbidienti… non riesco a capire. Mi puoi aiutare a capire? Pensa che i miei inseparabili la sera quando è ora di dormire e dico ”forza ragazzi andiamo a dormire… Forza…” Tutti e 5 svolazzano e vanno nella loro cameretta e mi aspettano sulla gabbia!!!!! Sono stupendi???? Grazie Maria. Aspetto una tua risposta.
Ciao Claudia, ci sono vari aspetti che influenzano l’umore dei pappagalli. Il primo è il nostro stesso umore e comportamento stesso. A volte noi stessi senza rendercene conto ci muoviamo in modo più frenetico, e siamo più nervosi. E se sentono rumore intorno a loro (parlare ad alta voce, TV, stereo ecc), non possono far altro che imitarlo per tutta risposta. Il tempo metereologico ha influenza nel periodo di ore di luce in più, e in particolare le giornate di sole sono molto stimolanti per loro.
Maria
Inviato via mail il 07/02/2016 – Inseparabile che si autodepluma e pica il compagno
Gent.ma Maria,
tempo fa, qui a Roma, ho trovato per strada un inseparabile (con anellino) ed, in seguito, grazie all’aiuto di un bravissimo allevatore della mia zona, dopo pazienti tentativi, visto che non si conosceva il sesso e visto che aveva cominciato, dopo circa un paio di mesi che stava con noi, a strapparsi le piume, le abbiamo trovato marito. La pappagallina continua, però, ad avere il problema dell’autodeplumazione. Hanno avuto anche figli ma nell’ultima covata, circa un anno fa (l’ultimissima è andata a vuoto), glieli abbiamo dovuti togliere perché li beccava in testa (fortunatamente li abbiamo lasciati ad una persona che li ha allevati a mano). La situazione ora si è fatta un po’ più complicata perché toglie le piume anche al pappagallo che sta con lei (soprattutto in testa). Cosa devo fare? Usare un repellente per evitare che si continui ad autodeplumarsi (potrebbe essere un tentativo)? Devo separarli in casa? Devo lasciarla fare? Temo sia un problema psicologico o comportamentale: la piccola quando è stata trovata aveva circa un anno e mi ha dato sempre l’impressione di essere abituata all’uomo perché tutte le volte che metto la mano nella gabbia per cambiare il cibo lei non fugge ma rimane lì e tutt’al più prova a beccarmi. Molto probabilmente aveva un certo rapporto con il precedente padrone che, magari, la teneva libera e non in gabbia… La ringrazio anticipatamente per quanto potrà suggerirmi. Saluti Sabrina
Ciao Sabrina, si tratta proprio di un problema psicologico. Sembra un tipico caso di frustrazione da identificazione sistematica conflittuale. In pratica l’esemplare è stata molto probabilmente allevata a mano, ma con la tendenza a rinselvatichirsi, tipica di questa specie. Ne consegue che vive un rapporto conflittuale con la figura umana, il cui imprinting si è disperso, ma non può identificarsi nemmeno con i propri conspecifici…
Di conseguenza ha seguito il suo istinto riproduttivo, ma non riesce a percepire i suoi simili come non invasori. Ecco spiegato perché aggredisce la sua stessa prole e compagno. Le femmine tra l’altro sono più aggressive di indole in questa specie.
Cosa fare: potrebbe essere utile un repellente o un collarino elisabettiano, tuttavia i rimedi meccanici non sono risolutivi nel problema di fondo, che come abbiamo detto, è un conflitto psicologico.
Tentare con un nuovo compagno temo che in questo caso sarebbe inutile, in quanto il comportamento molto probabilmente si riproporrebbe. Prova a tenerli ancora insieme, monitorando la situazione, e cercando contemporaneamente di spostare la sua attenzione su qualche novità, in particolare qualche giochino con sfilacci di tessuto, o in legno da rosicchiare. Qualcosa che ”sposti” questo impulso su un oggetto divertente, e non su se stessa e il compagno.
È un tentativo, ma non c’è molto altro da fare in questi casi.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 05/02/2016 – Lori arcobaleno migliora ma perde le piume
Ciao sono Antonella,
anzitutto volevo tanto ringraziarti per avere posto fine alle mie perplessità sul mio lori arcobaleno (Gin ). Le tue indicazioni sono state utilissime e mi hanno aiutata sia da un punto di vista pratico ma soprattutto da un punto di vista emotivo poiché, quando ti rapporti con i pappagalli essendo animali a mio avviso fortemente empatici, percepiscono immediatamente la nostra insicurezza e ne fanno scudo. Ma grazie a te e alle tue parole ora sono più serena. Adesso Gin seppur a fatica sta imparando a percepire la gabbia come la sua casa, un posto sicuro e protetto, e non più come una punizione al suo volere stare sempre fuori… certo è un po’ testardo ma piano pianino si abituerà.
Volevo tuttavia approfittare della tua disponibilità per chiederti un ulteriore consiglio. Da un paio di settimane ad oggi Gin perde un sacco di piume soprattutto quando vuole uscire dalla gabbia perché comincia ad agitarsi sbattendo le ali. Noto però che anche da fermo quando è semplicemente poggiato sulla mia spalla ne perde proprio tante e la cosa comincia un po’ a preoccuparmi soprattutto quando la sera osservando a terra ai piedi della gabbia si sono depositate tantissime piume. Osservandolo con attenzione ho notato pure delle piccole macchioline nere in alcune piume. Pensi sia normale o dovrei prendere dei provvedimenti magari? Ho pensato a un problema di acari vedendo che si gratta spesso ma gli spruzzo uno di quegli spray anti acari e parassiti una volta al giorno proprio per prevenire questi disturbi.
Ti invio un paio di foto che spero possano aiutarti.
In attesa di una tua risposta ti ringrazio anticipatamente.
Ciao Antonella, sono contenta che le mie parole e i miei consigli, ti hanno aiutata a capire molte cose e quindi a gestire al meglio la situazione. E i risultati li stai già sperimentando. Vedrai che col tempo anche lui imparerà ad accettare determinate cose, l’importante è mantenere sempre una certa fermezza.
Sì, confermo che i pappagalli sono delle creature altamente empatiche, data la loro intelligenza e sensibilità. Riguardo alle macchioline, sai già che è un aspetto strettamente legato all’equilibrio della loro corretta alimentazione, che come immagino saprai, nei lori è molto complessa. Evita di spruzzare spray antiparassitari tutti i giorni, perché è un soggetto che vive in casa, non a contatto con altri soggetti, quindi è sufficiente una spruzzatina saltuaria. Tieni anche presente che una consistente perdita di piume, può essere legata al fisiologico periodo di muta, e questo lo è. Anche i miei soggetti personali lo sono in questo periodo. Quindi il prurito si accentua in quanto sente spuntare i calami delle nuove piume. Fargli invece spesso il bagnetto, perché questo gli da sollievo e lo aiuta a liberarsi del pulviscolo prodotto proprio dallo sfaldamento delle guaine che rivestono la nuova piuma.
Ciao, Maria
Inviato via mail il 02/02/2016 – Come cambiare gestione col parrocchetto ali cremisi
Salve Maria,
mi chiamo anch’io Maria e da 11 anni ho un parrocchetto ali rosse di nome Charlie. L’abbiamo preso quando aveva 6 mesi e lo abbiamo addomesticato, io e mio marito, ma Charlie ha preso me come il suo punto di riferimento. Ci divertiamo un sacco e facciamo tutto insieme, io e Charlie. Infatti lui sta sempre sulla mia spalla e guarda con attenzione tutto quello che faccio (ora è appollaiato sul mio ginocchio) o sta nei tanti punti alti e comodi a lui, tipo sul box doccia, sull’anta aperta, sopra la sedia e ovviamente ha il suo trespolo. Praticamente in ogni stanza ha il suo posticino. Mangia tanta frutta e verdura, infatti il suo piumaggio splende! Di sera lo mettiamo in gabbia oppure quando andiamo fuori per qualche ora, e lui sa che è ora di fare la nanna.
Ma purtroppo, c’è un ma… A noi piacciono anche i gatti, per cui abbiamo anche un gatto che sta fuori casa, ma solo occasionalmente lo facciamo entrare a casa e per 10 minuti al massimo (mio marito è allergico al pelo dei gatti) e in questo lasco di tempo abbiamo visto che questo non piaceva per niente a Charlie il quale, inizialmente, cantava in modo curioso, ma dopo attaccava il gatto!
Ho capito che è geloso, e che non si sente più al centro di attenzione, ma quello che mi preoccupa di più è che ha cominciato anche ad attaccare me volando verso il mio viso e occhi (attacca solo me), e mordendomi le orecchie, a volte anche fino al sangue. Purtroppo ho i cappelli corti e ne sono soggetta, he-he!
Questo suo comportamento aggressivo dura alcuni minuti, dopodiché si calma e mi cerca come se niente fosse,e mi sta sulla spalla tranquillo! Ora sono anche in dolce attesa, e sinceramente non potrò dargli tutta questa attenzione all’arrivo del bebè, e volevo Maria ChiederLe un consiglio. Cosa fare? Immagino che attaccherà anche il bambino per gelosia, e se lo piazzo continuamente nella gabbia, soffrirebbe un sacco… Potrebbe essere una soluzione mettere delle fascette sulle ali oppure accorciarle, per limitare i suoi movimenti?
Mi scuso in quanto ho scritto quasi un romanzo e sarei felice se potesse rispondermi. La ringrazio anticipatamente!
Un’abbraccio, Maria
Ciao Maria, che bel nome !
Veniamo al dunque. Il tuo parrocchetto ali cremisi è sempre stato abituato a vivere in casa in totale libertà con voi quasi in simbiosi, e riposto nella gabbia solo durante le ore notturne, o la vostra assenza. È quindi comprensibile e naturale questa sua reazione di aggressività derivante da gelosia, dal momento che la presenza di quello che lui percepisce come un intruso, il gatto, lo faccia sentire spodestato…
Comprendo la tua preoccupazione, ora che sei in dolce attesa, per le sue possibili reazioni verso il bimbo in arrivo. Ma la convivenza non è un obbiettivo impossibile da raggiungere.
Io non mi stancherò mai di ripetere che abituare un pappagallo a vivere quasi esclusivamente fuori dalla gabbia, senza dei limiti e confini ben precisi tra uomo e animale, è un errore. Non sto dicendo che non deve esplorare l’ambiente e gli spazi, né tanto meno che deve vivere solo in gabbia; sto parlando di equilibrio e la determinazione di un confine preciso. Ora infatti ti preoccupa l’idea che possa soffrire, dovendo stare per ovvi motivi in gabbia per più tempo…
È probabile che sviluppi aggressività e gelosia, dal momento che il bimbo rappresenterà dal suo punto di vista un invasore ancora più insidioso del gatto, poiché catalizzerà totalmente la tua attenzione (giustamente!).
Il consiglio che ti do, è quello di sfruttare questo tempo della dolce attesa per abituarlo lentamente e progressivamente al distacco. Abitualo a soggiornare per più tempo in gabbia e contemporaneamente fargli trovare delle gradite sorprese all’interno, come leccornie, nuovi giochi, novità.
Potrebbe anche essere utile una gabbia più grande, nel caso la sua non lo sia, dal momento che e’ abituato a muoversi in ampi spazi. Fondamentale è poi delimitare dei tempi e confini ben precisi: dedica del tempo tutto per lui, ma solo quando il bimbo riposerà. Evita tutte quelle situazioni che possono amplificare i sentimenti di gelosia. A ognuno il proprio tempo e spazio.
Sono assolutamente contraria al taglio delle remiganti in linea generale e in altre risposte ho già spiegato il perché, e in questo caso non è certo la soluzione.
Con il tempo Charle imparerà ad adattarsi alla nuova situazione, ma inizia già da ora ad a prepararlo psicologicamente. Nulla viene accettato se avviene in modo brusco e repentino.
Un caro abbraccio, Maria
Inviato via mail il 28/01/2016 – Inseparabili e lori
Salve,e mi scusi per il disturbo,volevo solo sapere se posso mettere assieme in una voliera pappagalli inseparabili assieme ai lori arlecchino, grazie.
Assolutamente no. Sono due specie con abitudini alimentari e relativa anatomia completamente diversa. Gli inseparabili sono granivori, i lori invece nettarivori, cioé si nutrono di polline e nettare. Hanno quindi una loro alimentazione piuttosto delicata, e messi in promiscuità con granivori, finirebbero per nutrirsi anche di semi, e il loro apparato digerente non è attrezzato per questo tipo di alimentazione. Senza contare che gli inseparabili sono di indole piuttosto aggressiva e territoriale, e la convivenza, anche in ampi spazi, potrebbe essere problematica.
Maria
Inviato via mail il 28/01/2016 – Conquistare il parrocchetto dal collare
Ciao di nuovo sono Dorina, non so come fare perché Echo si fidi di me (il parrocchetto dal collare). L’ho preso da un signore che teneva male i soggetti, i pappagalli erano in gabbie piccole sporche e con altre specie cioè calopsitte e kakariki… il signore li dava solo semi ma io li do estrusi e frutta… Mangia benissimo gli estrusi però vorrei che si fidasse di me, ce l’ho da 3 settimane e mezza. Leggendo gli altri commenti ho visto anche che hai messo delle foto dei tuoi parrocchetti dal collare che però sono azzurri, anche il mio è la mutazione azzurra però non è così come i suoi, il mio è un verde acqua…
Purtroppo non c’è molto di più da fare di quanto già non fai, se non armarti della dovuta pazienza, perché c’è l’hai da pochissimo tempo e conquistarsi la fiducia dei pappagalli comporta dei mesi e in alcuni casi anche anni. Nel tuo caso è un soggetto giovane ma non puoi aspettarti tutto e subito. Ci vuole molta pazienza, soprattutto con specie già diffidenti e schive di natura.
Quanto al colore, ne esistono di varie mutazioni.
Maria
Io al mio li do gli estrusi, frutta e verdura non semi, è un’alimentazione sbagliata qualsiasi vet aviario ti consiglierebbe di prendere gli estrusi.
Bene, nessuno ha mai suggerito un’alimentazione a base di semi infatti…!
Inviato via mail il 24/01/2016 – Lori arcobaleno problematico
Ciao, mi chiamo Antonella e da circa tre mesi vive con me e il mio ragazzo un bellissimo Lori arcobaleno di circa 5 mesi allevato a mano. Premetto subito che non ho alcuna esperienza con i pappagalli, Gin, questo è il suo nome, è stato il primo e quel poco che so l’ho letto in internet. Adoro il mio pappagallino ma mi trovo in un momento di crisi perché ad oggi faccio molta fatica a gestirlo o meglio ancora a comprenderlo.
All’inizio era curioso e abbastanza tranquillo, ma da un mesetto a questa parte è diventato intrattabile .
Vuole sempre stare fuori dalla gabbia e urla come una cornacchia; inutili i tentativi quali coprire la gabbia o fischiettargli per distrarlo..le ho provate tutte. Lavorando sia io che il mio ragazzo lo facciamo uscire dalla gabbia solo il pomeriggio e la sera in media dalle tre alle quattro ore al giorno, ma il problema è che anche se rimane fuori per tanto tempo non appena rientra ricomincia a urlare e giuro che abitando in condominio al secondo piano lo sentono pure al piano terra.
Abbiamo messo tanti giochini in gabbia e sono davvero tante le attenzioni che gli diamo, lui becca tanto da fare un male boia o perchè non vuole rientrare o perchè non vuole essere toccato se proviamo ad allontanarlo da qualcosa a cui non può avvicinarsi.
Sono davvero confusa non riesco più a capire i miei limiti e quelli che lui dovrebbe avere. So che i lori sono molto socievoli e hanno sempre bisogno del contatto umano ed io rispetto la loro natura non pretenderei mai che fosse solo ed esclusivamente come io vorrei che fosse. Né voglio darlo via perché non avrò pure esperienza coi pappagalli ma non li considero dei giocattoli anzi… il bene che voglio al mio GIN cresce di giorno in giorno. Tuttavia non voglio vivere questo rapporto con timore per il suo carattere dominante o con stress anche perché temo di trasmettergli la mia insicurezza .
Un ultima cosa che forse può aiutarti a capire meglio; viviamo in un bilocale la sua gabbia è posta in cucina perché ci sembrava giusto che avesse sempre la nostra compagnia ma proprio per la sua collocazione ed il suo continuo starnazzare siamo vincolati la mattina presto a fare colazione o a cena perché fa troppo casino. Non ti dico quando apro il rubinetto dell’acqua per fare i piatti… un dramma lì sembra come posseduto non so il perché.
Bene spero di essermi spiegata bene e che a grandi linee ti sia fatta un’idea.
Resto in attesa di una tua risposta che per me sarà davvero importante. Ti faccio pure i miei complimenti, non ti conosco ma per ciò che ho letto devi essere davvero una persona fantastica!!!
Un abbraccio Antonella
Ciao Antonella e benvenuta.
Ho letto con molta attenzione quanto mi hai scritto e ho inquadrato bene tutta la situazione. La chiave del problema sta in queste tue parole: ”ma il problema è che anche se rimane fuori per tanto tempo, non appena rientra ricomincia a urlare…”
L’errore è proprio qui! I pappagalli si comportano psicologicamente come i bambini piccoli, ovvero acquisiscono nel bene o nel male le abitudini che noi gli diamo, e abituarli a stare per troppo tempo fuori dalla gabbia comporta poi serie difficoltà a farli rientrare… E loro hanno uno strumento potentissimo quanto efficace per ottenere quello che vogliono: la loro voce.
Quindi Gin ha capito benissimo che urlando ottiene facilmente ciò che vuole, ovvero stare fuori; quindi voi involontariamente state proprio ”rinforzando” questo suo comportamento. Il tutto è poi reso difficoltoso dal fatto che soggiorna in cucina, un ambiente rumoroso già a prescindere, e non mi riferisco solo al lavaggio dei piatti, ma in particolare alla TV accesa e la vostra presenza… tutte attività stimolanti per lui. Tieni sempre presente che i pappagalli, proprio come i bambini, ci imitano! Altro errore comune è quello di rispondere alle urla del pappagallo con le nostre urla nel tentativo di zittirli; niente di più sbagliato perché lui crederà che questa sia una conversazione in corso, e per di più gradita, dal momento che ha ottenuto una risposta ancora più marcata dal proprietario. Io raccomando sempre ai futuri proprietari di non abituare mai il pappagallo a stare troppo tempo fuori dalla gabbia, perché poi quando per necessità dovremo rimetterlo dentro, difficilmente non protesterà…!
Vedi Antonella, la questione è un po’ come per noi umani: noi amiamo esplorare l’ambiente esterno, viaggiare… ma poi vogliamo anche una solida base, un nostro punto di riferimento dove ci sentiamo al sicuro: la nostra casa. Per i pappagalli dev’essere la stessa cosa, devono potere vivere la loro gabbia come un ”porto sicuro”, il loro punto di riferimento.
Come modificare la situazione? È possibile, ma dovrai armarti di una certa pazienza e anche fermezza. In fondo Gin ha appena 5 mesi e non è molto che è lì da voi. Infatti non mi stupisce che all’inizio fosse più tranquillo, perché era ancora nella fase di studio e osservazione del nuovo ambiente.
Per prima cosa, non tirarlo assolutamente fuori dalla gabbia appena urla, perché come abbiamo detto, è proprio così che “rinforzi” questo comportamento. In linea di massima, proprio come i bambini, i capricci vanno semplicemente ignorati… solo così comprenderanno che questo non porta alcun vantaggio. Mi rendo conto che essendo in un condominio la cosa non è semplice, e allora puoi aiutarti cambiandolo di posto. La cucina non è il luogo ideale e ti suggerisco di spostarlo in camera, soprattutto la sera quando soggiornate davanti alla TV così può stare al buio tranquillo e dormire il numero di ore di cui ha bisogno. Se hai una gabbia con le ruote è facile spostarlo a seconda delle necessità. Usa il cosiddetto ”rinforzo positivo” ovvero premialo quando si comporta bene (leccornie e coccole), e ignoralo quando urla, e se becca rimettilo in gabbia subito e allontanati. L’obbiettivo è fargli capire che urla e beccate non gli portano i vantaggi voluti.
Sta tranquilla, la situazione migliorerà ma dovrai essere molto ferma nelle tue azioni. E sono certa che c’è la farai, perché dalle tue parole ho intuito il bene che vuoi a Gin, e in particolare ho notato e apprezzato una cosa molto importante: vuoi capire, e ti interroghi… il giusto approccio che ognuno di noi deve avere quando ci relazioniamo con questi intelligenti animali, ma non solo con loro…!
Un caro abbraccio anche a te, e non scoraggiarti, perché vedrai che il giusto equilibrio nella convivenza con Gin, arriverà con il tempo.
Maria
Inviato via mail il 21/01/2016 – Calopsitte e …?
Salve volevo chiederle quali pappagalli otre ad un esemplare della stessa specie possono convivere pacificamente nella stessa gabbia con una calopsitte?
La ringrazio anticipatamente per la risposta.
La calopsitte è una specie dal carattere tendenzialmente mite e in genere tollera bene la convivenza con esemplari della stessa specie, anche se un esemplare viene inserito nella stessa gabbia in un secondo momento (purché compatibili: allevati a mano solo con allevati a mano, e selvatici con selvatici). Diverso è il caso di inserimento di altre specie, sicuramente meno ”tolleranti” di carattere della calopsitte; a meno che, non siano cresciuti insieme. Pertanto sconsiglio la convivenza nella stessa gabbia, a meno che non sia un’altra calopsitte compatibile.
Maria
Inviato via mail il 20/01/2016 – Inseparabile mordace
Salve, mi chiamo Elisa e un paio di mesi fa mi è stato regalato un inseparabile allevato a mano.
I primi due giorni era docilissimo, ma poi ha iniziato a beccarmi anche piuttosto forte. Nonostante sia io a occuparmi di lui/lei (non mi hanno saputo dire se sia maschio o femmina), al mio ragazzo non fa nulla, si fa coccolare e con lui è dolcissimo/a. Pure con mio papà e miei amici maschi il pappagallino è un tesoro, mentre se si trova vicino a una femmina(io, mia mamma, mia sorella,
ecc..) è aggressivo e anche solo se muoviamo la mano ci insegue e ci attacca. Non so più che fare, lei mi sa dire qualcosa? Posso fare in modo che si affezioni anche a me?
Grazie in anticipo, ciao Elisa
Ciao Elisa, devo essere sincera, non credo molto alla teoria del ”comportamento sessualizzato” dei pappagalli, inteso come netta preferenza di un sesso in base al proprio…
So che alcune persone constatano questo comportamento, tuttavia io rimango convinta che a influenzarlo siano ben altri fattori…
Premesso ciò prova a individuare quali sono gli elementi in comune che possono caratterizzare un approccio maschile rispetto al vostro femminile.
La prima cosa che mi viene un mente, può essere le unghie colorate e i gesti con le mani… ho già parlato più volte dell’importanza del giusto approccio con le mani, e di come il pappagallo può interpretarlo.
Considera poi il circolo vizioso: se istintivamente qualcosa lo percepisce come una minaccia, lui istintivamente becca, e so per esperienza che la reazione delle persone alle beccate non è certo ”morbida” verso il pappagallo… questo autoalimenta il meccanismo.
Gli inseparabili comunque, come ho detto più volte, hanno un carattere tutt’altro che docile…
Ma sta al proprietario conquistare la sua fiducia, ottenendo almeno il meglio che, rispetto al potenziale caratteriale di questa specie, si può ottenere.
Ciao, Maria.
Inviato via mail il 14/01/2016 – Vorrei un pullo di ecletto
Ciao sono di nuovo Dorina, ho già risolto il problema con gli estrusi, Echo (il parrocchetto ora è molto legato a me), vorrei prendermi un pulcino di ecletto. Echo vedendolo crescere diventeranno buoni amici credo? E vorrei delle informazioni nel crescere il piccolo, già so le cose principali ma un consiglio in più non mi farà male.
Ciao Dorina, ti dico da subito che sconsiglio sempre vivamente, a chi non è esperto, dall’acquistare un pullo…! Non è una cosa nella quale ci si può improvvisare senza nessuna esperienza, e per di più con una specie di taglia medio/grande! Non bastano informazioni sommarie, senza alcuna esperienza pratica alle spalle. I problemi che possono insorgere vanno poi saputi individuare (l’esperienza), e saputi gestire! E la mia esperienza m’insegna, purtroppo, che incauti acquisti, fatti perché esistono persone irresponsabili che vedono dei pulli a persone totalmente inesperte, risultano poi problematici, e a farne le spese è il pullo. Perciò pensaci bene perché ti assumi una certa responsabilità, ed esperienza non ne hai.
Detto ciò, se vuoi approfondire l’argomento, ti invito a leggere il mio articolo ”allevare a mano un pappagallo”, ma quest’articolo naturalmente va visto in un’ottica di linea guida per persone già con un minimo di esperienza, perché ovviamente non si può sostituire ad essa.
Ciao, Maria
Ciao Maria, sono Dorina scusami se non ho scritto che un po’ di esperienza ce l’ho: ho imbeccato un pullo di lori arcobaleno (ma poi l’ho dato a mio nonno perché sono andata in vacanza)… So che è un pappagallo abbastanza delicato quasi come i lori… Beh sono molto responsabile sui miei animali, cmq ti stimo moltissimo. Ci metti davvero il cuore nel crescere i pulli, e mi piace moltissimo che aiuti chi è in difficoltà… Grazie a te
Ciao Dorina. Io non ho certo detto che tu non sia responsabile verso i tuoi animali, ci mancherebbe. Ho solo detto ciò che ritenevo giusto, ovvero che è necessaria una certa esperienza per fronteggiare alle possibili difficoltà a cui si può andare incontro. Grazie per le parole di stima. Ciao. Maria.
Inviato via mail il 14/01/2016 – Conuro del sole di due mesi
Ciao sono Francesco e da una settimana ho preso un conuro del sole di 2 mesi allevato a mano. È molto schivo e non urla tanto vuole stare nella gabbia. Se lo prendo cerca subito di tornare in gabbia. Io sapevo che i conuri erano molto urlatori e coccoloni ma questo mi sembra molto timido. Non mi mangia gli estrusi e la frutta anche se l’allevatrice aveva detto che li mangiava. Tu cosa ne pensi del suo comportamento? Grazie e saluti.
Ciao Francesco, penso innanzitutto che è ancora piccolino, appena 2 mesi, ed è lì con te da appena una settimana… devi dargli il tempo di ambientarsi…! È normale che ancora non manifesti tutto il suo potenziale in fatto di ”urla”; quando sono così piccoli ancora non lo manifestano molto, ma appena si ambienterà per bene, e svilupperà attaccamento a te, vedrai che non tarderà a ricercare la tua attenzione con i suoi potenti mezzi! È normale anche un certo timore visto che ha cambiato ambiente.
Per quanto riguarda l’estruso, bisogna vedere se è dello stesso tipo a cui era abituato… a volte se è in chicchi troppo grossi viene rifiutato. La frutta dovrebbe gradirla, provane vari tipi e inizia a proporgliela in mano; questo dovrebbe incuriosirlo.
Ciao, Maria.
Inviato il 13/01/2016 – Come farli sentire meno soli?
Ciao, mi chiamo Max e da 9 mesi ho uno splendido parrocchetto monaco allevato a mano. Adesso ha esattamente un anno di vita. Si è legato tantissimo a me e ripete molte parole e suoni. Purtroppo mi capita ultimamente di star fuori casa qualche giorno perciò vorrei chiederti se fosse il caso di mettergli un compagno o compagna della stessa specie… magari anche non allevato a mano. Dello stesso sesso potrebbero stare bene insieme? Grazie e a presto… Ciao!!!!
Ciao Max, potrebbe in effetti soffrire molto la solitudine se è molto legato a te, e prevedi di assentarsi anche per più giorni. L’idea di mettergli un compagno/a in questi casi di soggetti allevati a mano è spesso irrilevante poiché per lui siamo solo noi il loro ”compagno”. A volte qualche soggetto risponde bene, nel senso che riesce a non vedere l’ultimo arrivato come un intruso, e a interagirci. Non hai che da fare un tentativo per scoprirlo. Ma assolutamente non un soggetto selvatico in quanto sono del tutto incompatibili! Hanno imprprinting diversi e il comportamento del soggetto pet finirebbe per inselvatichirsi!
Il suggerimento che ti do è di mettere all’interno della gabbia dei giochi nuovi, lasciarlo solo il meno possibile e, se vuoi tentare a mettergli un compagno, assolutamente non selvatico.
Maria.
Inviato via mail il 12/01/2016 – Un cenerino per le mie calopsitti
Buonasera Maria,
Ho trovato il suo indirizzo e-mail tramite internet e mi incuriosisce farle delle domande se me lo concede. Io in casa ho due calopsitte (maschio e femmina) allevate a mano e nelle ore in cui son presente le lascio libere per casa giocando insieme a loro. Tra un po’ (fine febbraio) dovrei prendere un cenerino, sempre allevato a mano, che terrò nella stessa stanza insieme alle calopsitte ma in gabbie separate. La mia domanda è:
Come mi devo comportare? Possono stare liberi per casa tutti insieme quando son presente anch’io o ci possono essere dei problemi? Se ha qualche esperienza al riguardo mi farebbe piacere sentirle.Ringrazio anticipatamente, Buonasererata, Alessandro.
Ciao Alessandro, e benvenuto nel mio blog.
Ti rispondo molto volentieri, oltretutto il cenerino, per innumerevoli ragioni di cui potrei riempire un’enciclopedia, è la specie che personalmente amo di più e concentra in assoluto i miei interessi, in quanto si tratta di un vero e proprio fenomeno nelle sue capacità cognitive e psico affettive…
Questa specie merita una trattazione a parte, ma ora non mi dilungherò e arrivo al punto.
Come ti devi comportare: partiamo dal presupposto che il cenerino è molto timido e pauroso, e data la sua intelligenza eccezionale, è estremamente emotivo. Quindi va benissimo la collocazione nella stanza insieme alle calopsitti, in gabbie ovviamente separate. Quello che devi tenere presente è che cambia completamente ambiente, volti, rumori… e dovrai dargli il tempo di ambientarsi, e non preoccuparti se all’inizio ti apparirà timoroso… è normale. Muoviti sempre con calma intorno a lui, evitando di muovere bruscamente oggetti o cose voluminose… il concetto è che lui deve familiarizzare con un ambiente il più rassicurante possibile per lui. Sarà sicuramente un soggetto giovane, e quindi non tarderà ad ambientarsi. Tenderà molto probabilmente a legarsi con una persona in particolare, quindi abitualo da subito a socializzare con più componenti della famiglia.
Per quanto riguarda la convivenza con le calopsitti non ci sono problemi e vale sempre la regola generale: prima l’approccio visivo, poi possono stare fuori insieme, in terreno ”neutro” x entrambi, ovviamente sotto vigilanza. Da evitare che le calopsitti volino accidentalmente sopra la gabbia del cenerino, in quanto lui è molto territoriale e protettivo, e potrebbe mordere le zampette delle calopsitti con danni anche seri, visto il potenziale del suo becco. Ma se gli incontri avvengono in terreni neutri per tutti, non ci dovrebbe essere nessun problema. Ti allego una foto del mio Alex.
Ciao, Maria
Inviato via mail il 05/12/2016 – Parlano?
VOLEVO SAPERE MA I PARROCCHETTI DAL COLLARE PARLANO ?? Leo
Certamente, basta stimolarli ad apprendere il linguaggio, come per ogni specie. Maria.
Inviato via mail il 02/01/2016 – Ara e parrocchetto barrato
Ciao Maria sono Angelica, complimenti per la passione che metti nel tuo lavoro. Volevo farti una domanda, da settembre ho un ara arlecchino che ora ha sette mesi, è molto attaccato a me e purtroppo non si fa toccare da nessuno. Avevo intenzione di prendere un parrocchetto barrato, da tenere ovviamente in una gabbia diversa ma nella stessa stanza. Possono stare insieme o come mi hanno detto delle calopsitte può causare malattie alla mia ara? Dato che lui è così legato a me come potrebbe reagire?Grazie mille, ciao.
Ciao Angelica, benvenuta.
Tutte le Ara, in particolare le specie di grande taglia, sono tra i pappagalli più monogami, e si legano in modo esclusivo, quasi morboso al loro proprietario. La tua Ara, benché giovanissima ha già sviluppato questo attaccamento esclusivo verso di te. Questo può dipendere anche da quanto è stata socializzata in fase di allevamento a mano, cioè con quante persone ha avuto la possibilità di entrare in contatto nei primi mesi; ma anche dal fatto che passa buona parte del suo tempo con te, e quindi si lega a te. Per quanto riguarda l’introduzione di un parrocchetto barrato, e in gabbie ovviamente separate non vedo particolari problemi. Dal punto di vista della prevenzione delle malattie, non sono potenzialmente più portatori di altre specie, ma provenendo probabilmente da un altro allevamento, io eviterei di collocarlo da subito nella stessa stanza. Dal punto di vista psicologico è un’altra questione. Nessun problema per il contatto visivo, ma tieni presente che l’Ara è molto legata a te, e vedendoti riservare attenzioni anche al nuovo arrivato, potrebbero nascere degli antagonismi, anche accesi…! Se dimostra aggressività verso altre persone, è assai probabile la sviluppi anche verso l’ultimo arrivato, che per lui è un ” invasore”. Naturalmente non è matematico questo, ma devi tenerlo in considerazione, bilanciando equamente le tue attenzioni tra i due soggetti. Ciao. Maria