Da alcuni anni sono a conoscenza di questo prodotto che si presenta sotto due principali forme: il kefir di latte ed il kefir d’acqua. Il primo non è consigliato in ornitologia, in quanto prodotto con il latte e il lattosio è indigeribile dagli uccelli (anche se i batteri trasformano il lattosio) e vorrei trattare quello d’acqua ed il suo utilizzo.
Originario delle popolazioni mongole, è stato considerato un elisir; Marco Polo lo nomina per primo nel ritorno dai suoi viaggi, ma rimane sconosciuto per molti anni a venire.
Questa bevanda ha molti benefici per l’organismo, anche se contiene meno fermenti del kefir di latte, sono circa una quindicina i lieviti e batteri in esso presenti, tra i quali quelli del genere Acetobacter, Streptococcus, Lactobacillus, Leuconostoc. Non sto ad elencare i vari miglioramenti che può apportare all’organismo umano, in rete si può cercare con calma e trovare numerose indicazioni in merito, ma principalmente ha una efficace funzione di rafforzare le difese immunitarie e questo è importantissimo per averle al massimo per sopportare bene i cambi di stagione, la fase di accrescimento, assimilare gli alimenti… insomma avere un ottimo rendimento dell’organismo in genere.
Preparare il Kefir d’acqua è abbastanza semplice: una volta procurati i granuli (di solito si cedono tra conoscenti e amici), che sono colonie di batteri vivi, si aggiungono circa 2 cucchiai di zucchero per un litro d’acqua pura, un frutto secco (può essere una prugna, un fico o albicocca ecc) e mezzo limone biologico.
Nella figura a sinistra, inizio della preparazione gli ingredienti sono sul fondo tranne il limone
Lasciato alla temperatura ideale, che si aggira sui 22 °, dopo poco si noterà che si formano delle bollicine: queste altro non sono che l’inizio della fermentazione. Per completare questo processo ci vorranno circa 48 ore, dopo di che la bevanda si potrà filtrare e bere. Il gusto è molto gradevole, leggermente frizzante e si può aromatizzare con menta, erbe aromatiche, zenzero o altro ancora secondo i propri gusti.
Equilibratore del PH intestinale, apporta vitamine, probiotici e fermenti. Per l’essere umano, la dose giornaliera consigliata è di circa tre bicchieri al giorno, come tutte le cose non si deve abusare.
Veniamo al suo uso in ornitologia. La prima volta ho provato a somministrare il kefir puro al posto dell’acqua da bere su un soggetto debilitato, un parrocchetto del genere Platycercus. Questo genere di parrocchetti australiani (comunemente noti come Roselle), presenta una spiccata sensibilità a cambiamenti di posto, alimentazione o altra forma di stress e la loro degenerazione è veloce e spesso quando ci si accorge è ormai troppo tardi… Ebbene, mi sono accorto che l’ultimo di una covata di 6 individui, presentava debolezza e piumaggio scomposto e la magrezza dello sterno era sintomo di scarsa appetenza nonostante i suoi fratelli fossero in forma splendida; questo, invece, vuoi perché fosse il più piccolo o per altra causa, era rimasto molto indietro rispetto agli altri quindi l’ho isolato in gabbia singola e, dopo consiglio veterinario e la somministrazione di uno sverminatore, ho voluto sperimentare le numerose proprietà del kefir. Per circa 30 giorni ho somministrato il kefir puro nella ciotola dell’acqua, dopo circa una settimana ho notato che le feci erano molto più voluminose, gli urati ben separati dalla massa verde e la consistenza più “spumosa”, l’appetenza del soggetto era aumentata ed anche la sua vivacità. Il tutto accompagnato da un’alimentazione adeguata, più ricca di grassi, pastoncino all’uovo e semi germinati ai quali avevo anche aggiunti i granuli stessi puri. In breve tempo il soggetto aveva cambiato aspetto, il piumaggio è migliorato, molto più serico ed aderente al corpo, indice di buona ripresa. Passato circa un mese, anche se la sua taglia era rimasta compromessa, la sua vivacità non era per nulla differente dai suoi fratelli maggiori.
Per lori e lorichetti è possibile aggiungere il kefir direttamente nella preparato o nell’acqua da bere.
Oltre a questa esperienza positiva ho notato una crescita dei giovani pulli molto regolare e uno sviluppo di piume e struttura scheletrica perfetti; i soggetti adulti che ricevono a periodi alternati, circa una settimana di trattamento ed una di sospensione, hanno un piumaggio brillante e resistente, senza sfrangiature; aumento solo leggermente le dosi di somministrazione in periodi critici come cambi di stagione, cova, svezzamento e muta.
Posso affermare di non aver notato alcuna controindicazione in merito all’uso di questo probiotico, facile da somministrare o nell’acqua da bere oppure tramite alimenti assorbenti come pane, biscotto, perle, insetti artificiali o semplicemente per inumidire il pastoncino: merita un posto di eccellenza tra gli ingredienti da usare in campo ornitologico.
Testo e foto Casagrande Attilio.
Grazie Attilio per i tuoi preziosi consigli, l’innata curiosità e la capacità di approfondire le varie tematiche relative all’alimentazione ed al mantenimento degli uccelli che ti contraddistinguono, sono uno occasione di fondamentale riflessione .
Con riconoscenza
Gianni Tagliariol
Ciao Gianni è sempre un piacere da condividere con altri allevatori