Iris o Lorichetto Iridescente – Scheda Allevamento
Psitteuteles iris (Temminck, 1835) – Iris Lorikeet
Sono 18 anni che allevo pappagalli, un mondo pieno di specie, sottospecie, differenze di areali, piume e colori e mai mi ero innamorato così tanto di una specie.
Il suo nome comune si riduce ad un semplice Iris, preso dal suo nome latino; qualcuno azzarda lorichetto iridescente ma rimane lo Psitteuteles Iris perché anche chiamarlo lorichetto è assolutamente riduttivo. Il signorino in questione, oltre che essere tutt’altro che popolare in cattività, è impopolare anche in natura: non è totalmente nettarivoro, non è totalmente granivoro (che sono le due grandi categorie di pappagalli). La cosa a cui assomiglia di più è un frugivoro, ma ha bisogno comunque di un apporto di nettare quotidiano… e allora di cosa stiamo parlando, di cosa si tratta? Di un Iris, è semplice!
Questo diavoletto per lo più verde, è un figlio di buona donna (o pappagalla che sia, ma non ci giurerei) di prima: è cattivo come pochi altri e ha imparato ad adattarsi a qualsiasi situazione in natura, della serie estinzione ritenta e sarai più fortunata.
E’ un animale che è veramente esigente. Se si vuole tenere i soggetti in forma, per poi riprodurli, bisogna fornire frutta e verdura e non temere di essere abbondante perché è sempre poca; se si forniscono semi, bisogna fare una miscela mirata e stare attenti che non gli manchino. Attenzione ai suoi occhioni dolci, che mostra quando ne vuole ancora, perché diventa un bambino obeso se lo stai ad ascoltare. La miscela che fornisco ha per base un buon misto esotici (70% circa) cui aggiungo un 10% di misto parrocchetti, altrettanto di cartamo tintoreo e un 5% di semi prativi e finocchio selvatico e cardo mariano; completo con bacche di sorbo e peperoncino secco.
Il nettare va integrato con cose mirate che vanno ad incastrarsi con la sua dieta complicata da “star della voliera” e quando serve si pappa di buon grado anche gli insetti (es i grilli essiccati che spingono molto ma son più grassi rispetto dafnie e gammarus) perché il V.I.P., le proteine non le disdegna… mica e’ un lorichetto qualunque, oh!
E’ chiaro che a questo animale serviva uno psicologo o, per lo meno, un amico scemo come lui su cui appoggiare il becco sopra una spalla, ed è qui che intervengo io! Saranno 6 anni che ci litigo, che neanche con me stesso ho litigato tanto. Ho raccolto esemplari da tutta Europa e, senza falsa modestia, credo di essere forse quello che ne ha di più. Quest’anno dopo tanti dolori, studio e lavoro sto avendo i primi risultati e, per fortuna, i primi proseliti.
Testo e allevamento Matteo Rodolfi
Foto Matteo Rodolfi e Patrizio Bottega
Sitografia: ITIS, Integrated Taxonomic Information System