Questo alimento è molto gradito agli uccelli in genere perché oltre ad essere digeribile, contiene enzimi e zuccheri, anche in forma di amidi. Non vi spiegherò le complesse trasformazioni che avvengono dopo l’assorbimento dell’acqua, ma vi rimando a una ricerca su qualche enciclopedia o in rete.
La prima nozione che bisogna sapere è la differenza tra seme bollito, ammollato e germinato.
Le proprietà nutritive di un seme secco, sono senza dubbio molteplici, ma la presenza dei contenuti lipidici (olio) che servono al seme proprio per conservarsi e per nutrire la futura piantina, devono essere assimilati dagli organismi viventi con parsimonia. La natura mette a disposizione quello che serve proprio al momento giusto, anche se, certamente, una parte di grassi è indispensabile per sintetizzare vitamine e produrre diverse sostanze agli organismi stessi nelle fasi di crescita, non dobbiamo esagerarne nella somministrazione ai nostri animali.
Generalmente i semi secchi sono disponibili in natura tra fine estate ed inizio primavera, secondo le specie e le fasce climatiche, poi diventa impossibile trovarli. Allora perché fornire semi secchi agli uccelli tutto il periodo dell’anno? Questa pratica in effetti la trovo molto sbagliata.
Se vogliamo cercare di imitare una dieta naturale sarà indispensabile cercare tra le tipologie di preparazione di semi sopra elencate quella che potrebbe essere la più giusta.
SEMI BOLLITI
Prendere dei semi secchi e portarli ad ebollizione cuocendoli in acqua per alcuni minuti, o addirittura per ore, porterà ad un risultato che può andar bene se parliamo di legumi, fagioli, fave o altre leguminose che non possono essere consumati secchi: oltre ad essere durissimi, sono indigesti e proprio immangiabili anche per i grandi pappagalli che potrebbero comunque riuscire a frantumarli, fanno eccezzione per columbidi e fasianidi.
Quindi possiamo certamente affermare che la cottura andrà limitata solo alle leguminose mentre per altri semi, a mio parere, è veramente inutile se non dannosa.
I legumi cotti sono invece una buona fonte di proteine che possiamo usare per tutti i Pappagalli.
SEMI AMMOLLATI
La sostanziale differenza tra un seme ammollato ed uno germinato, consiste nel periodo di tempo che faremmo trascorrere dal processo di assorbimento dell’acqua alla fase germinativa.
Il seme secco, come abbiamo detto, se immerso in acqua ha la proprietà di assorbire questo elemento ed espellere l‘olio. Il potere di assorbimento è straordinario: le pressioni che possono raggiungere all’interno sono notevoli e l’espulsione delle sostanze lipidiche serviranno alla futura piantina come primo alimento, un po’ come il tuorlo nell’uovo (potrete usare l’acqua di ammollo come un’ottimo concime per annaffiare altre piante). Il tempo di assorbimento dell’acqua può variare da seme a seme, ma diciamo che un ammollo di 6/12 ore è sufficiente per garantire questo processo iniziale; lasciare i semi sott’acqua per periodi maggiori non ha senso.
Per stimolare la produzione di uova, quindi un periodo di riproduzione, gli uccelli attingono a sostanze presenti nei germogli di fiori ed erbe che ad inizio primavera sono facilmente reperibili. Ecco che questo tipo di alimentazione sarà il più vicino ad una alimentazione che troverebbero in natura.
Se osserviamo un seme in fase iniziale di germinazione (vedi fig 1) vedremo per primo comparire il germoglio e non la radice. La differenza è proprio in questa fase iniziale, il germe infatti possiede una straordinaria forza iniziale ed è un concentrato di sostanze molto utili.
Per questo lo chiameremo ammollato, cioè ancora in fase iniziale, e ne consiglio l’utilizzo perchè, a mio parere, è la preparazione migliore, oltre alla sua appetibilità, risulta più croccante, presenta ancora quell’energia iniziale che ogni organismo richiede per stimolare il processo riproduttivo.
SEMI GERMINATI
Come abbiamo visto la differenza consiste proprio nel mettere la radice: se un ammollato presenta solo il germe, un germogliato ha già iniziato a mettere anche la radichetta oltre ad avere una iniziale fogliolina, quindi anche le sostanze che offre saranno differenti.
Il vero pericolo però è causato dal processo esotermico del calore sviluppato in ambiente umido.
Usare questo tipo di preparazione del seme diventa veramente rischioso poiché più aumenta il calore, a seconda delle stagioni, più aumenta il rischio di compromettere il preparato.
Molti ovviano al rischio aggiungendo disinfettanti e sostanze anti micotiche, spesso si usa la steramina, un potente disinfettante, vengono assorbite dal seme insieme all’acqua rimanendovi in tracce. Una volta che il seme verrà ingerito, anche queste sostanze saranno assimilate quindi molto pericolose per i giovani nidiacei poiché sterilizzano anche l’intestino dei pappagalli.
Anche altre sostanze chimiche in genere saranno assorbite e resteranno quindi all’interno del seme. Prima di usare un qualsiasi prodotto è bene essere completamente sicuri che non sia dannoso.
Un buon metodo che ne garantisce la totale sicurezza è quello che prevede di usare prodotti completamente naturali e non chimici. Io uso da molti anni l’estratto di semi di pompelmo, commercializzato con l’acronimo inglese GSE. Questo estratto ha un potente effetto anti fungino, oltre a quelli antivirale ed antibatterico. Risulta quindi perfetto per ottenere dei semi sicuri dal punto di vista nutrizionale ed è anche un regolatore del pH intestinale. Bisogna attenersi alle dosi consigliate sull’uso di questo estratto, non bisogna esagerare, io ne metto una goccia su circa 1 L di acqua fredda quando inizio il processo. Questa concentrazione è sufficiente, il seme ne assorbirà una parte e sarà una quantità tollerabile anche dai nostri pappagalli.
Una volta che abbiamo miscelato i vari tipi di semi (mais, avena, canapa, sorgo, frumento, girasole, piselli, miglio, cartamo… ) aggiungiamo acqua fredda in modo da ricoprirli, mescoliamo con la mano e buttiamo la prima acqua passandoli con un colino. In questa fase possiamo mettere un cucchiaio di aceto di mele , abassando il pH rende difficile la vita ai funghi. Rimettiamo i semi nel contenitore e ricopriamoli abbondantemente di acqua pulita (eventualmente arricchita con GSE) e li lasciamo per circa 6 ore a mollo. Possiamo, ovviamente, anche variare le diverse tipologie di semi in base alle esigenze del periodo e tipo di uccelli che alleviamo. Consideriamo una quantità di circa due cucchiai da minestra per coppia di medie dimensioni (come calopsitte, rosella, Pyrrhura Molinae ecc), questo è indicativo, la dose comunque varia a seconda della specie e di quanti piccoli alleva.
Se abbiamo iniziato la preparazione alle 7.00 di mattina, alle 13.00 andremo nuovamente a scolarli (non buttate questo ottimo concime per le piante) e dopo averli sciacquati in acqua corrente, li scoliamo e li stendiamo su una superficie ampia; copriamo con una retina anti zanzara in modo da evitare moscerini e contaminazioni varie.
Alle 19.00 circa faremo un altro risciacquo in modo da umidificarli e mantenerli ben idratati per tutta la notte. Alle 7.00 del mattino successivo saranno pronti per essere preparati, in periodi di inizio primavera, per la fase germinativa. La stagione e l’ambiente dove li mettiamo possono rallentare il processo (temperatura e umidità influiscono sulla germinazione) quindi possiamo preparare due contenitori ed avere semi di 36 ore invece che 24. Con l’aumentare delle temperature saranno sufficienti 24 ore per avere i primi germogli.
Ottenuto il prodotto ad inizio germinazione, si sciacquano un’ultima volta in abbondante acqua corrente e si scolano per poi asciugarli usando un foglio di carta da cucina. Consiglio anche un passaggio in forno a microonde. per 3-4 minuti, per garantire un abbattimento di eventuali batteri e avere una sterilizzazione completa e, quindi, un alimento sicuro.
Appena tirati fuori dal forno sono caldi e preferisco lasciarli per un minuto sparsi in una bacinella capiente. Ora possiamo aggiungere tutti gli eventuali integratori (vedi fig. 2)
A seconda delle stagioni, della eventuale presenza di pulli, cambio ingredienti: se ad inizio stagione possiamo mescolare stimolanti alla riproduzione o altre sostanze; man mano che le coppie depongono, o stanno allevando i pulli, divido la base iniziale e aggiungo o evito altri ingredienti solo per quelle determinate coppie. Ad esempio una con i piccoli avrà bisogno di più proteine di una che cova.
Le proteine animali e vegetali vanno usate a piacere seguendo una certa logica: se abbiamo una covata di pochi giorni possiamo quindi rendere più proteica la base, mentre se abbiamo coppie ancora con le uova teniamo la percentuale inferiore.
Integratori
Con questa tecnica di utilizzo, abbiamo un modo molto efficace di aggiungere o togliere sostanze, vediamo quali integratori possiamo aggiungere. (cliccando sulla parte in grassetto troverete il link all’articolo specifico)
Proteine. Possono essere di origine animale o vegetale, io uso i pinkies bolliti che sono le larve della mosca carnaria. Si possono trovare già pronti, congelati o disidratati (massima cura e attenzione alle cariche batteriche).
Tarme della farina. Da usare solo ad inizio periodo riproduttivo, in dosi minime ovvero un paio di tarme a testa per una decina di giorni sono sufficienti a mandare fuori di testa i maschi. Non usatele oltre questo periodo, risultano indigeste e possono rendere nervose le coppie. Anche queste vanno bollite per evitare la carica batterica, io preferisco allevarle da me usando come alimento principalmente verdure e frutta, quelle in commercio contengono molti batteri.
Camole del miele. Anche queste sono molto nutrienti e grasse, ottime per svezzare i pulli, usatele sempre con parsimonia e sempre bollite un paio di minuti.
Farina di ceci. Molto proteica, assieme alla farina di fave e lenticchie. La farina di ceci è alimento nutriente e ricco di ferro, calcio e minerali molto più gradito della farina di soia, che risulta amara.
Carne. Io preferisco usare il petto di tacchino, piuttosto che di pollo, in quanto più magro. Alcuni usano anche i colli di gallina lessati e frullati, ma io preferisco il petto di tacchino tagliato a fettine e cotto alla piastra, senza sale. Successivamente lo frullo e lo surgelo così è molto pratico da usare: ne basterà un paio di cucchiai per Kg di semi ammollati per aumentare notevolmente le proteine; è molto gradito a numerose specie.
Olio di fegato di merluzzo. Alcune gocce sono ottima fonte di vitamine e aminoacidi naturali e non sintetiche: 10-15 gocce per Kg.
Sali minerali in polvere. Questi vanno sempre usati con molta parsimonia poiché non è bene costringere a mangiare Sali minerali. I Sali minerali, infatti, sono cercati dai pappagalli quando il loro organismo lo richiede quindi è meglio lasciare i Sali a parte, sempre a disposizione in blocchetti. Potete usarne una piccola quantità prima delle deposizioni o in fase di muta, questo va bene.
Gusci di uova di gallina. Vanno prima sterilizzate e frantumate, fonte di calcio essenziale prima delle deposizioni e per lo sviluppo scheletrico.
Vitamine e complessi vitaminici sintetici. Stessa cosa dei Sali minerali, da usare con la massima cautela perché una ipervitaminosi può essere molto dannosa. Cercate piuttosto di usare alimenti ricchi di vitamine, questo sì, come ortica, tarassaco, polline, ecc…
Pastoncino. Ottimo per “asciugare” il composto (vedi fig. 3). I semi troppo bagnati vengono spesso rifiutati, devono risultare croccanti e asciutti. Fate molta attenzione sull’uso dei pastoncini, spesso sono molto grassi e vanificano gli sforzi di creare un alimento sano. Assorbita l’umidità, diventa tutto anche molto più appetibile (vedi fig. 4). Un paio di manciate sono sufficienti per circa 1 kg di semi ammollati.
Frutta e verdure. Possiamo aggiungere la frutta a pezzetti, erbacee e verdure varie a seconda della stagione, come tarassaco, cicorie, ortica, finocchio o altre verdure preferibilmente tagliate a striscioline. La frutta va usata non troppo matura; bacche e frutti di bosco vanno benissimo.
Si possono mescolare anche riso soffiato, fiocchi di cereali, cuscus e quello che più vi piace, ma attenti a non aggiungere i gusci d’uovo se mettete già i sali minerali o un alimento che già usate per la preparazione del pastoncino, se fatto in casa.
Tanti allevatori sono contrari ad utilizzare questa alimentazione, ritengono sia pericolosa, ma se si segue una scrupolosa igiene giornaliera nei contenitori e nella preparazione, oltre ad avere grandi soddisfazioni nello sviluppo dei nidiacei, avremo animali sani e con piumaggio stupendo. Io li uso da molti anni per un periodo che va da inizio primavera a muta ultimata. Ci vuole solo tempo e cura nella preparazione, ma vi garantisco che sono davvero un buon alimento. Se vi manca del tempo nel prepararli e la costanza, meglio evitare.
Testo e foto Attilio Casagrande
Utilissimi consigli da persone competenti e di provata esperienza. Complimenti .
Grazie Claudio, ci fa piacere
Grazie dei consigli che hai citato ,
Saluti Floresta Maurizio