ARA TESTA BLU – Primolius couloni (P. L. Sclater, 1876)
Al Genere Primolius, appartengono tre specie, l’ara dal collare P. Auricollis, l’ara dalle ali blu P. Maracana e l’ara testa blu P. Couloni, specie monotipiche prive di sottospecie. Queste Ara sono da considerarsi più dei grandi conuri, infatti le loro affinità spesso richiamano le caratteristiche dei Pyrrhura, tanto da essere classificate precedentemente anche come Propyrrhura.
Di taglia attorno ai 40/50 cm, compresa la loro lunga coda, l’ara testa blu si differenzia dalle altre due specie per la colorazione grigio scuro di pelle nuda attorno alla maschera facciale, di colore prevalentemente verde; è caratterizzata dalla testa blu da cui il nome, la coda con sfumature castano rossastre e le remiganti blu intenso; il becco massiccio è di colore scuro con la punta sfumata in avorio chiaro.
Carattere timido e schivo, queste ara poco si adattano alla vita in ambiente domestico. In natura abitano le foreste del Perù estendendosi fino al Brasile e Bolivia, ma si calcola che siano rimasti circa 9000 esemplari tanto che la specie è inclusa in Appendice I della C.I.T.E.S. .
In allevamento sono alloggiate in voliera esterna di 5 x 1 m con box di 1 x 1 m come ricovero dalle intemperie. Si sono dimostrate molto tolleranti anche alle basse temperature, sopportando i -5 °C senza problemi, la maturità sessuale si aggira tra i 4 e i 5 anni.
Il nido messo a disposizione è costruito in legno a cassetta, posizionato verticalmente, di spessore almeno 2 cm con misura di 40 x 40 cm h 50 cm, foro d’ingresso da 20 cm e come imbottitura interna un substrato di circa 4 cm di truciolo. Ho posizionato il nido opposto agli sportelli di accesso per fornire l’alimentazione in modo da disturbare la coppia il meno possibili. La femmina depone una volta all’anno, tra luglio e agosto, con massimo di 4 uova. Generalmente la prole viene alimentata da entrambi i genitori, spesso è il maschio a portare il cibo al nido mentre la femmina si cura di scaldare i piccoli. Un anno ho dovuto allevare alcuni piccoli a mano a causa dell’abbandono del nido dovuto a una casualità ambientale perché poi hanno allevato normalmente.
Come alimentazione base fornisco un misto per ara, visto che come tutte le specie di questi pappagalli devono avere buone percentuali di grassi nella loro dieta, cui aggiungo anche vari tipi di frutta, in particolare i fichi, e verdure fresche di stagione. In natura si alimentano anche di frutta “tossica” di cui neutralizzano gli effetti assumendo il caolino che ingeriscono frequentando le rive dei fiumi dove sono presenti le argille ricche di questo minerale. La dieta comprende anche proteine sotto forma di insetti e larve e fornisco, specialmente in fase di allevamento, pastone all’uovo arricchito con integratore di calcio.
Essendo inclusa in All. A è prevista la marcatura con microchip o anello in acciaio diametro 10 mm, denuncia di nascita entro dieci giorni tramite Sct1A e relativa Sct2 A scheda informativa dichiarativa, nonché registro di detenzione EA in caso di cessione dei piccoli.
Poco si conosce di questa specie, abbastanza rumorosa e di indole diffidente, non adatta come animale da compagnia, anche la capacità di imitare la parola umana è bassa. Il loro aspetto regale e la livra particolare, ne fanno una specie molto interessante in allevamento e, soprattutto, la grande soddisfazione di collaborare a proteggere, salvaguardare e riprodurre questi straordinari animali che diventano sempre più rari nel loro ambiente naturale a causa della deforestazione e distruzione ambientale da parte dell’uomo.
Testo, foto e allevamento Dalla Torre Matteo
Sitografia https://www.itis.gov